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5 cose da fare quando sei tradito da un altro cattolico

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Carrie Gress, PhD - pubblicato il 14/12/15

Alternative al pianificare la vendetta perfetta, salvando così la tua anima

C’è qualcosa di incredibilmente triste e sconcertante quando si scopre di essere stati traditi, indipendentemente dalla gravità della situazione. L’amarezza si intensifica se a tradire è stato un altro cattolico. In una protesta silenziosa, lottiamo contro la verità: “Ma i cattolici non dovrebbero trattarsi così! Come può essere?”

La risposta al tradimento passa dal pianificare la vendetta alla profonda tristezza, alla rabbia più violenta e a tutto ciò che c’è in mezzo. Pochi di noi possono ignorare la cosa senza qualche ferita interiore. Ci sono tuttavia delle cose che possiamo fare anziché pianificare la vendetta perfetta.

Andare al di là dell’incredulità

Siamo peccatori, e il fatto di essere cattolici non offre garanzie che la nostra peccaminosità non alzerà la testa in una qualsiasi situazione. La nostra affiliazione religiosa non assicura che agiamo in modo santo – ed è per questo che la confessione è così facilmente a disposizione.

La nostra cultura ha lasciato molti di noi profondamente feriti e/o fortemente vulnerabili al vizio, e i cattolici non sono immuni alle malattie di questo tipo. La Chiesa e il mondo sono davvero un ospedale da campo. Non dovremmo sorprenderci per il fatto che le cose più tristi avvengano ad opera degli orgogliosi e dei malvagi.

Prendere una decisione

Come qualsiasi sfida nella vita, la nostra risposta è ciò che conta di più. Se tiriamo un coltello, lo prendiamo dal manico o dalla lama? Potete permettere che il tradimento vi butti giù o usarlo per aiutarvi a trovare una fede più profonda e un rapporto più stretto con Cristo.

Un sacerdote una volta mi ha detto con grande saggezza che più diventiamo come Cristo, più esperienze abbiamo simili a quelle di Cristo, includendo ignominia, calunnia e tradimento. Perché non dovremmo aspettarci di vivere queste esperienze se lo seguiamo davvero?

Lavorare sul bagaglio emotivo

Come sempre, la preghiera è la risorsa migliore. Va bene andare da Dio e dirgli perché siete arrabbiati. Ovviamente già lo sa, ma in qualche modo l’atto di spiegarglielo è un modo per alleggerire il peso.

Voler parlare delle proprie lotte è umano, ma farlo non è sempre fruttuoso o positivo. State attenti alle persone con cui condividete informazioni – queste conversazioni, soprattutto se gettate come semi al vento sui social media, possono trasformarsi in pettegolezzi e calunnie, peggiorando la vostra situazione anziché migliorarla. Come ha detto Sant’Ambrogio, “nessuno guarisce se stesso ferendo un altro”.

Oltre a parlare con un amico fidato, scrivere, fare esercizio o fare un giro in macchina, può aiutare anche lavorare sulle lotte mentali, sia quando la ferita è ancora fresca che molti mesi dopo, quando i ricordi ancora vi tormentano.

In base alla profondità della ferità, l’aiuto professionale è sempre un elemento da prendere in considerazione, ma anche l’aiuto professionale ha bisogno di essere avvolto nella preghiera. Chiedete agli altri di pregare con voi per le vostre intenzioni.

Considerare la vostra vocazione unica

Dio ha permesso che accadesse per un motivo. Permettetegli di mostrarvi quale sia.

C’è un trend che vige tra coloro che sperimentano la sofferenza – spesso è relativa alla loro vocazione o a una speciale chiamata che ricevono da Dio a intercedere per gli altri. Ad esempio, il bambino concepito durante un stupro diventa una voce per i concepiti non nati; il pediatra che vede impotente il proprio figlio soffrire cura gli altri, l’apologeta cattolico che sopporta il disdegno dei suoi parenti atei aiuta a riportare altri alla fede. Se non permettiamo loro di distruggerci, i nostri tradimenti possono essere un segno di che tipo di anime Dio vuole che aiutiamo. Anna, avendo subito una grande ingiustizia da parte di un sacerdote, si è sentita guidata non solo a pregare per quel sacerdote, ma anche a pregare e a intercedere per chi è passato per situazioni simili.

Ricordare il riscatto

Ne I Miserabili, c’è la famosa scena in cui il vecchio vescovo, dopo aver detto alla polizia che a Jean Valjean è stata donata l’argenteria che ha rubato, dice al criminale incallito: “Jean Valjean, fratello, non appartenete più al male, ma al bene; io compro la vostra anima; la sottraggo ai pensieri neri e allo spirito di perdizione e la dono a Dio”.

Come tutti siamo stati riscattati da Cristo, a volte Cristo ci chiede di riscattare gli altri, di pagare il prezzo che un altro non può pagare. È il cuore della misericordia. Siamo tutti chiamati a perdonare chi ci offende e a risanarlo attraverso, e non malgrado, il nostro dolore e il nostro sacrificio.

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Carrie Gress ha un dottorato in Filosofia conseguito presso la Catholic University of America ed è stata la responsabile dell’ufficio di Roma dell’edizione inglese di Zenit. È autrice di Nudging Conversions: A Practical Guide to Bringing Those You Love Back to the Church e coautrice, con George Weigel, di City of Saints: A Pilgrim’s Guide to John Paul II’s Krakow. Madre di quattro figli, vive con la famiglia in Virginia (Stati Uniti).

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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