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Le “5 porte più 1” in grado di farci comprendere la crisi ambientale attuale

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jaymantri.com

Vatican Insider - pubblicato il 10/12/15

di Maria Teresa Pontara Pederiva

«Se la Conferenza internazionale sul clima in corso a Parigi si rivelasse in fase di stallo, non escluderei un garbato intervento di papa Francesco». Ne è convinto il cardinale Peter Turkson che della Laudato Si’ è stato il curatore e che dalla sua pubblicazione ha intensificato la partecipazione a incontri e seminari per spiegare come la cura del creato – tema dell’enciclica – sia un’esigenza imprescindibile per un cristiano.

E una conferma è venuta già all’Angelus di domenica 6 dicembre quando papa Francesco ha dichiarato di seguire «con viva attenzione» le trattative di Parigi auspicando «ogni sforzo» volto ad attenuare gli impatti dei cambiamenti climatici e, nello stesso tempo, a contrastare la povertà e far fiorire la dignità umana (e prima della partenza per il viaggio in Africa aveva dichiarato «siamo sull’orlo del suicidio»).

Il Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace è altrettanto esplicito: «Non possiamo professare l’amore di Dio quando non amiamo ciò che ha creato». E in Irlanda, all’indomani dei fatti di Parigi: «Le minacce che derivano dalla disuguaglianza globale e la distruzione dell’ambiente sono correlate e da considerarsi le maggiori minacce che abbiamo oggi di fronte come un’unica famiglia umana».

Se nel corso del mese di novembre aveva compiuto un giro di incontri fra Stati Uniti e Centro America – all’Università di Santa Clara il tema «Dalla Silicon Valley a Parigi» – per illustrare la posta in gioco a Cop 21, in questi giorni di lavori Turkson non cessa la sua azione di «ambasciatore della Laudato Si’» come lo presentano spesso.

L’ultima conferenza l’ha tenuta a Londra, invitato dall’organizzazione umanitaria Cafod (anche membro del movimento cattolico Global Climate), sempre sul medesimo tema.

A poche ore dall’apertura della Porta santa in Vaticano una certezza: «La posta in gioco è la sopravvivenza stessa dell’uomo sul pianeta blu. Sarà in grado Cop21 di raggiungere un accordo equo, efficace e giuridicamente vincolante per limitare le emissioni di gas serra e arrestare il riscaldamento globale? Se sarà così, ciò si rivelerà essere la porta per assicurare un futuro sostenibile alla nostra casa comune. In caso contrario, l’umanità continuerà a chiudere la porta su di sé … ». «Il Giubileo è l’occasione per prendersi cura della creazione e mostrare pietà per i poveri. Sia la natura che la società sono minacciate dal degrado. Nel corso di questo anno di preghiera e di riconciliazione, possiamo contribuire a portare la misericordia di Dio alla nostra casa comune e a tutti coloro che la abitano».

Per il Prelato ghanese esistono «5 porte più 1» in grado di farci comprendere la crisi attuale.

La prima porta è il riconoscimento che la crisi – cambiamento climatico, l’inquinamento e il degrado dell’ambiente naturale – colpisce tutti e tutto. La posta in gioco è la giustizia tra le persone e le generazioni e la dignità di coloro che ora abitano il pianeta e quanti lo abiteranno in futuro. 6 miliardi di persone sono responsabili solo del 6% delle emissioni che soffocano il nostro pianeta, eppure sono loro le più colpite (e l’Onu ha messo in guardia sui possibili milioni di «rifugiati ambientali» che busseranno alle nostre porte).

La seconda porta è la consapevolezza della responsabilità di ciascuno: il messaggio della Laudato Si’ è rivolto a ogni abitante del pianeta. «L’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, a un progetto comune» (LS 164). E non solo politici, esperti e tecnici: tutti dobbiamo agire, sulla linea di semplici buone abitudini quotidiane, come suggeriti dal Papa (raccolta differenziata, limitare spreco di acqua ed energia, car-pooling ..).

Il riconoscimento che tutti gli esseri viventi sono fondamentalmente interconnessi, come già credeva, ben prima della scienza, la saggezza delle popolazioni indigene rappresenta la terza porta. Non dobbiamo pensare in termini di diverse crisi, sociale e ambientale, ma piuttosto in termini di un’unica crisi, a sentire e ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri (pensiamo solo, suggerisce Turkson, che la Siria in questi ultimi anni ha subito la peggiore siccità e la più grave perdita del raccolto della sua storia dove i pastori hanno perso l’85% del loro bestiame e un caso analogo è la siccità nella regione del Sahel in Africa occidentale e anche nel Corno d’Africa).

Quarta porta è il dire la verità e avere il coraggio di individuare i problemi, senza negare l’evidenza: «Dobbiamo essere onesti e riconoscere per esempio come i combustibili fossili hanno permesso enormi progressi umani negli ultimi due secoli, ma ora minacciano di rendere inabitabile il pianeta e smetterla di credere che le risorse siano illimitate o che l’economia possa crescere senza valutarne l’impatto ambientale».

Non resta allora che la porta del dialogo come l’unico modo di affrontare i problemi alla ricerca di soluzioni efficaci, un dialogo autentico, onesto e trasparente che non ceda agli interessi particolari di singoli paesi o gruppi specifici.

«La dottrina sociale cattolica contiene già tutti i principi utili per un vero dialogo: all’insegna di solidarietà e sussidiarietà concentrarsi sempre sul bene comune e mostrare particolare sollecitudine per i poveri e per la terra».

Senza dimenticare un’ultima porta, quella della preghiera. «La maggior parte delle persone conoscono un’eccellente preghiera per una visione ecologica, quella del Padre Nostro: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”. Quale potrebbe essere la volontà del Padre celeste? Forse una visione che comprenda discariche di rifiuti tossici? Comportamenti scellerati che peggiorino le condizioni di vita? O forse le inique divisioni tra ricchi e poveri?».

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