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“L’Anticristo, quando apparirà, sarà una persona reale”

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Aleteia - pubblicato il 04/12/15

Lo scrittore Michael O'Brien parla del suo secondo romanzo sul suo personaggio apocalittico, padre Elías

È stato appena pubblicato in Spagna, in contemporanea con l’edizione originale in inglese, il seguito del celebre bestseller di Michael D. O’Brien El Padre Elías. Si intitola El Padre Elías en Jerusalén (Padre Elías a Gerusalemme), è pubblicato da LibrosLibres e ci permette di ritrovare un personaggio singolare: il religioso, ebreo convertito, chiamato dal papa a identificare, convertire e se non è possibile fermare l’Anticristo, la cui identità il pontefice crede di aver individuato in un importante leader politico mondiale.

Un thriller che si legge trattenendo il fiato, ma che offre forti momenti di riflessione su questioni trascendenti. Ne abbiamo parlato con Michael D. O’Brien, pittore e scrittore canadese autore di un’eccellente saga di romanzi a cui appartiene El Padre Elías en Jerusalén: Los Hijos de los Últimos Días (I Figli degli Ultimi Giorni).

Ne El Padre Elías e El Padre Elías en Jerusalén, l’Anticristo è un essere umano, ma c’è chi pensa che l’Anticristo possa essere un’ideologia o un potere secolare…

Ridurre l’Anticristo a un’ideologia o a sistemi politici è una semplificazione che ci rende più vulnerabili all’inganno. Sì, ovviamente: le varie manifestazioni del male attualmente sono lo spirito dell’Anticristo, che è stato con noi fin dal principio. L’apostolo San Giovanni scrive: “Molti anticristi sono apparsi” (1 Gv 2, 18), e “Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio” (1 Gv 2, 22-23).

La Scrittura, tuttavia, è molto chiara sul fatto che in qualche momento della storia, quando l’Anticristo definitivo si leverà e prenderà il controllo del mondo, sarà una persona reale, “l’Uomo del peccato, il figlio della Perdizione”.

Chi lo eleverà al potere?

Molte delle forze principali che agiscono oggi nel mondo giocheranno probabilmente un ruolo fondamentale nel suo accesso al potere. Lo faranno destabilizzando ancor di più la civiltà, creando le condizioni esterne e il cosmo psicologico interno che renderanno gli uomini ricettivi al nuovo “messia”. Si combineranno in molteplici maniere un’erosione sottile e un attacco pieno e frontale, seducendo l’umanità con menzogne e adulazioni e una propaganda incessante, e attraverso una rivoluzione sociale implacabile che smantellerà le basi morali dell’Occidente.

Anche l’islam è stato considerato un Anticristo…

Senza dubbio l’islam militante giocherà un ruolo in tutto questo, come forse anche la geopolitica di Cina e Russia, ma vorrei insistere sul fatto che è l’apostasia di quell’Occidente che una volta è stato cristiano ad aprire le porte a questi mali radicali.

Pensare agli ultimi giorni suggerisce pessimismo, ma la sua opera offre un messaggio pieno di speranza. È una contraddizione?

Né il pessimismo né un ottimismo frivolo sono visioni cristiane della storia. L’autentica speranza è nel massimo realismo, ma questa specie di realismo richiede coraggio, se vogliamo vedere le cose come sono.

Ai suoi personaggi non manca il coraggio!

Nei miei romanzi, anche quando i personaggi vivono esperienze oscure, suggerisco sempre la presenza di Cristo, e che la divina provvidenza è con noi quando portiamo le nostre croci, e a volte siamo crocifissi su di loro. Indico sempre la futura vittoria di Cristo su tutti i “principati e poteri” del male in questo mondo, per quanto possano essere innalzati. Ciò è coerente con la dimensione profetica delle Scritture e con gli insegnamenti della Chiesa.

Non è paralizzante essere ossessionati dalla fine del mondo?

Non dovremmo mai compiere una falsa distinzione tra la chiamata all’evangelizzazione e la chiamata a rimanere attenti contemplando gli elementi apocalittici ai nostri giorni. Farlo sarebbe dire che la Chiesa dev’essere come un uomo con un occhio solo. In realtà, la Chiesa viva assomiglia più a un uomo con entrambi gli occhi, il che permette una percezione in profondità. E anche questa metafora è limitata, perché la Chiesa come Corpo Mistico di Cristo è stata generosamente benedetta da una moltitudine di doni che ci permettono una visione autentica.

C’è un legame tra El padre Elías e El Padre Elías en Jerusalén e Il Padrone del Mondo di Hugh Benson?

Ho letto il romanzo apocalittico di Benson più di 40 anni fa. Non lo ricordo molto, ma presentava un ritratto della cecità e della malattia spirituale dell’umanità che, essenzialmente, assomiglia al mio romanzo. Ovviamente nei dettagli è del tutto diverso, perché la trama della sua storia era condizionata dal mondo com’era più di un secolo fa.

Cos’hanno in comune e in cosa differiscono le distopie cristiane (Benson, la sua) e quelle secolari (Huxley, Orwell)?

A prima vista, vedrei come punto in comune la preoccupazione per le società umane in crisi, per la perdita delle libertà umane fondamentali, per gli orrori che derivano dal totalitarismo e dal neo-totalitarismo. Le distopie cristiane, tuttavia, non si limitano ad analizzare solo la dinamica della degenerazione della civiltà.

A cosa si riferisce?

La visione cristiana intende che gli sforzi dell’uomo per salvarsi mediante rivoluzioni ideologiche di ogni tipo – sociali, culturali, politiche – falliranno. Non serve dire che tutti gli “uomini di buona volontà” condividono un desiderio di libertà e di dignità umana, sia l’ateo e l’agnostico che il credente. Nel caso dell’uomo senza Dio, tuttavia, i suoi strumenti per costruire e mantenere una società davvero umana sono assai inadeguati.

Ma è lui che sembra imporsi…

Può trionfare parzialmente, o per un certo periodo, ma in ultima istanza fallirà, perché ha eliminato la grazia dal suo mondo personale, e il fatto di non credere ha ridotto il senso della persona umana a un’idea tragicamente sminuita.

Il comunismo ha fallito per questo?

Per sua natura, la forma politica “intrinsecamente perversa” del messianismo secolare genererà un totalitarismo dolce e dissimulato (nel migliore dei casi), o un totalitarismo aggressivo e disumano. E lo farà in nome dell’umanesimo. Al contrario, il cristianesimo propone un ordine sociale basato su principi assoluti che preservano il valore eterno dell’uomo e la sua dignità in questo mondo… se viviamo in base a questi principi.

Questo valore eterno è quello che comprendono gli autori cristiani e non un Orwell o un Huxley…

Una distopia cristiana drammatizza quello che può avvenire quando questi principi assoluti vengono erosi e attaccati apertamente. Allo stesso tempo, suggerisce qual è la via di un’autentica restaurazione.

Padre Elías è il personaggio più importante della sua opera?

Dei miei dodici romanzi pubblicati, solo quattro sono apertamente distopici o apocalittici. Il personaggio di padre Elías è il più importante di quelli dei miei libri che potrebbero definirsi di “finzione che avvisa”, perché incarna in forma fittizia la natura della missione della Chiesa, che è evangelica e profetica, e presta testimonianza alla Verità nel suo insegnamento e nella sua fedeltà pastorale, e nella sua disposizione ad accettare il martirio. Come la Chiesa, padre Elías sa che sarà un “segno di contraddizione”, un segno che verrà rifiutato.

Che parte di Michael O’Brien è presente nella vita e nella persona di padre Elías?

Suppongo di assomigliargli molto a livello di temperamento, anche se non nella mia particolare vocazione e missione. Sono un uomo sposato, padre di sei figli, nonno di dieci nipoti, artista e scrittore. Ho tuttavia la speranza che nella vocazione specifica del mio lavoro creativo sia presente la dimensione della testimonianza.

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