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8 pensieri di Sant’Agostino sulle festività natalizie

Pope Francis kisses the unveiled baby Jesus during a Christmas Eve mass at St Peter’s Basilica – it

AFP PHOTO / FILIPPO MONTEFORTE

CITE DU VATICAN, Vatican City : Pope Francis kisses the unveiled baby Jesus during a Christmas Eve mass at St Peter's Basilica to mark the nativity of Jesus Christ, on December 24, 2013 at the Vatican. TOPSHOTS/AFP PHOTO/FILIPPO MONTEFORTE

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 04/12/15

Da Natale alla Sacra Famiglia, da Capodanno all’Epifania. Ecco una serie di pensieri di Sant’Agostino per le festività. Pensieri che richiamano sopratutto alla Natività e a Gesù, estrapolati dalle sue opere e in particolare dai Sermoni.

1) “IN UNA MANGIATOIA PER CAUSA MIA”

«Il Signore Gesù volle essere uomo per noi. Non si pensi che sia stata poca la misericordia: la Sapienza stessa giace in terra! In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio (Gv 1,1). O cibo e pane degli angeli! Di te si nutrono gli angeli, di te si saziano senza stancarsi, di te vivono, di te sono come impregnati, di te sono beati. Dove ti trovi invece per causa mia? In un piccolo alloggio, avvolto in panni, adagiato in una mangiatoia. E per chi tutto questo?».

“Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 196, 3)

2) “PER NOI SOFFRIRA’ E MORIRA'”

«Colui che regola il corso delle stelle succhia da un seno di donna: nutre gli angeli, parla nel seno del Padre, tace nel grembo della madre. Ma parlerà quando sarà arrivato in età conveniente, ci annunzierà con pienezza la buona novella. Per noi soffrirà, per noi morirà, risorgerà mostrandoci un saggio del premio che ci aspetta, salirà in cielo alla presenza dei discepoli, ritornerà dal cielo per il giudizio».

“Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 196, 3)

3) “FORMATO DA UNA MADRE CHE LUI HA CREATO”

«Quali lodi potremo dunque cantare all’amore di Dio, quali grazie potremo rendere? Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo lui, per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, lui che è eternamente anteriore al mondo stesso; è diventato uomo, lui che ha fatto l’uomo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito; il Verbo senza il quale è muta l’umana eloquenza ha vagito nella mangiatoia, come bambino che non sa ancora parlare».

“Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 188, 2,2-3,3)

4) “LA VERITA’ E’ SORTA DALLA TERRA

«Chi vuol dire il vero si converta alla verità. Ma questa era lontana. La verità è sorta dalla terra. Tu dormivi, essa venne a te; tu eri in coma, essa ti ha svegliato; ti ha fatto strada con la sua persona per non perderti. Concludendo: La verità è sorta dalla terra, cioè il Signore nostro Gesù Cristo è nato da una vergine; la giustizia si è affacciata dal cielo affinché gli uomini diventassero giusti non di una giustizia propria, ma di quella di Dio».

“Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 189)

5) “LA MISERICORDIA CI ASSISTERA'”

«In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (Gv 1, 1), dato che l’uomo naturale non può penetrarne il significato? E allora, o fratelli, resteremo in silenzio? A che serve leggere se si rimane in silenzio? Che giova a voi ascoltare, se io non spiego? Ma che giova spiegare se non è possibile capire?

Da parte sua la misericordia di Dio ci assisterà, in modo che tutti abbiano a sufficienza e ciascuno riceva secondo la propria capacità; poiché anche chi parla dice quel che può. Chi è in grado di parlare in modo adeguato? Oso dire, fratelli miei, che forse neppure lo stesso Giovanni ci è riuscito: parlò anch’egli come poté, perché era un uomo che parlava di Dio. Ispirato, certamente, però sempre uomo».

Dal “Commento al Vangelo di Giovanni” di Sant’Agostino Vescovo (In Io. Ev. tr. 1, 1-2; 5-7)

6) “A CAPODANNO SI SEGUA LA VOLONTA’ DI DIO”

«Quanto ho detto potrebbe bastare alla vostra Carità. Ma poiché vedo qui presenti molte persone a motivo della solennità, è necessario che aggiunga alcune cose. Sta per arrivare il Capodanno. Voi qui siete tutti cristiani e, grazie a Dio, è cristiana tutta la città. Ci sono ormai soltanto due gruppi di uomini: i Cristiani e i Giudei. Non fate ciò che Dio non vuole: giochi nocivi, divertimenti scostumati (…) Date ascolto: siete cristiani, siete membra di Cristo. Pensate a quello che siete, riflettete a quale prezzo siete stati riscattati. Insomma, volete che vi dica che cosa fate? – Parlo a coloro che fanno tali cose; non ve la prendete, voi che siete contrari a queste cose; mi riferisco soltanto a coloro che le fanno e a coloro che le giustificano – Volete che vi dica dunque ciò che fate e quale dispiacere causate a noi? Forse i giudei fanno di queste cose? Almeno vergognatevene, in maniera da non farle più!».

“Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 196, 4)

7) “NIENTE RITI CHE SIANO PAGANI”

«Nel giorno della nascita di San Giovanni, cioè sei mesi fa – questi i mesi che intercorrono tra la nascita dell’araldo e la nascita del Giudice – imitando un rito superstizioso dei pagani, i cristiani andarono sulla spiaggia del mare e fecero delle abluzioni rituali. Io ero assente ma, come venni poi a sapere, i presbiteri indotti a ciò dalle norme penitenziali della Chiesa imposero ad alcuni una proporzionata penitenza ecclesiastica. Alcuni cominciarono a mormorare dicendo: Quanto ci voleva a dircelo? Se ci si avvisasse prima non lo faremmo. Se i presbiteri ci avessero preavvertiti non lo avremmo fatto. Allora ecco che il vescovo vi preavverte; vi ammonisco, vi avverto, vi preavviso. (…) Vi supplico per colui che oggi è nato; vi supplico, ve lo comando: nessuno faccia di tali cose».

“Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 196, 4)

8) “L’ARRIVO DEI MAGI”

«Magi vengono dall’Oriente, cercano un Re dei Giudei, che mai prima era stato ricercato fra tanti re dei Giudei. Cercano uno che non è in età virile o anziano o agli occhi umani cospicuo per una splendida dimora o potente di eserciti, tale che incuta terrore con le armi, o vestito di ricca porpora, con diadema che rifulge (…) Ma intanto è uno nato da poco che giace nella cuna, che si attacca avidamente alla mammella, senza alcun ornamento sul corpo, senza alcuna forza nelle membra, senza patrimonio familiare, che non si segnala né per la sua età né per alcun potere dei genitori.

I Magi domandano notizia del Re dei Giudei al re dei Giudei; di Cristo [Dio e uomo], all’uomo Erode; [del Re dei cieli che ha creato l’uomo, a un re terreno, uomo]; notizia di un piccolo a un grande; di un nascosto a un illustre; di un umile a un potente; di uno che non parla ancora, a uno che parla; di un povero a un ricco; di un debole a un forte; e tuttavia tale che doveva essere adorato da chi lo disprezzava perché [anche se Erode lo perseguitava, Cristo aveva dominio su di lui e sugli altri]. Certamente in lui non si scorgeva alcuna pompa regale, ma si adorava la vera maestà».

“Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 373, 2-3)

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