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Presepe a scuola: se anche un musulmano smentisce il preside di Rozzano

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Pixabay.com/Public Domain

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 03/12/15

Il coordinatore delle associazioni islamiche nel Lazio: noi musulmani favorevoli a canti e feste natalizie nelle scuole

Tutto è nato da queste dichiarazioni di Marco Parma, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano (Milano) in cui studiano oltre 1000 bambini e ragazzi dalla scuola dell’infanzia alla secondaria. «Natale è una festa per tutti. Anche per i bambini che appartengono a culture e religioni diverse da quella cattolica. Per questo motivo, mi rifiuto con fermezza di organizzare la festa di Natale a tema religioso e per lo stesso motivo nelle nostre scuole non esponiamo il presepe ma degli addobbi creati dagli stessi bambini. E non abbiamo e non vogliamo i crocifissi in aula. La scuola deve essere laica sempre» (Il Giorno, 27 novembre).

VIA IL NATALE, ECCO LA FESTA D’INVERNO

Secondo Parma, ex candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, andrebbero annullati canti religiosi e tradizionali feste di Natale. Per essere sostituiti da una più sobria “Festa d’inverno” che l’istituto ha programmato per fine gennaio in modo da coinvolgere tutti gli studenti a prescindere dal credo religioso. Ci saranno le filastrocche di Gianni Rodari e le canzoni di Sergio Endrigo, all’insegna della laicità più assoluta (Corriere della Sera, 27 novembre).

“SBAGLIATO VIETARE IL NATALE A SCUOLA”

La tesi del preside della scuola di Rozzano è stata smentita in maniera netta dai genitori degli alunni della scuola, politici, istituzioni. Ma ha fatto rumore sopratutto la presa di posizione di Rifat Aripen, originario del Bangladesh e coordinatore delle associazioni islamiche nel Lazio. «È sbagliato vietare a scuola i canti religiosi del Natale – sentenzia Aripen a La Stampa (29 novembre) – In Bangladesh noi musulmani siamo il 90% della popolazione, ma il 25 dicembre è festa nazionale».

“MESSAGGIO DISEDUCATIVO”

È «un messaggio negativo e diseducativo» proibire in classe le celebrazioni e tradizioni natalizie come ha fatto il preside dell’Istituto Garofani di Rozzano per «non creare imbarazzo o disagio ai genitori di bambini stranieri e alunni non cristiani». Le radici «vanno tutelate».

“HO SEMPRE FATTO IL PRESEPE IN CLASSE”

«L’Islam – spiega il coordinatore delle associazioni islamiche nel Lazio – non si oppone alle feste tradizionali delle altre religioni e predica massimo rispetto per il cristianesimo e l’ebraismo. Per noi non c’è nulla di male nei canti natalizi in classe. Da studente nelle scuole superiori italiane ho sempre fatto il presepe con i miei compagni e fino all’ultimo anno del liceo ho preso parte all’ora di religione».

IDEA SBAGLIATA DELL’ISLAM

Erroneamente, puntualizza Aripen, «si identifica l’ortodossia islamica con la corrente wahabita o col pensiero salafita magari perché le offerte per costruire una moschea in Europa arrivano dall’Arabia Saudita. Ma non è così. Scontiamo la mancanza di conoscenza di ciò che siamo. Il caso di questi giorni a Rozzano è emblematico».

I SIMBOLI NON DANNEGGIANO NESSUNO

Il Natale è «simbolo di una civiltà prima che di una religione. In Italia e in Europa la civiltà cristiana ha radici profonde che vanno rispettate e negarle significa non conoscere la storia e chiudere gli occhi davanti alla realtà». Il Natale, prosegue Aripen, è simbolo anche per un agnostico e i simboli non danneggiano nessuno. Un uomo è uomo prima di essere musulmano, cristiano o ebreo. Nessuno sano di mente lo ignora.

DURO AFFONDO DELLA CEI

Nelle scorse ore era intervenuta duramente anche la Conferenza Episcopale Italiana attraverso il suo segretario generale, monsignor Nunzio Galantino che, in un editoriale su Vita pastorale (30 novembre), critica i festeggiamenti laici e «la scelta di chi, per ‘rispettare’ altre tradizioni o confessioni religiose, pensa di cancellare il Natale o di camuffarlo scadendo nel ridicolo».

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