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Qual è la differenza tra un sacerdote, un frate e un monaco?

monaco

Juanedc / Flickr

Aleteia - pubblicato il 02/12/15

Nel linguaggio popolare i tre termini si confondono, ma quali sono le differenze tra loro?

Buongiorno, potreste aiutarmi a capire le differenze tra frate, monaco e sacerdote?

Grazie in anticipo, Lorena F.

Sono termini ambigui e flessibili. Nel linguaggio popolare vengono utilizzati in modo improprio, come se fossero tre termini equivalenti, ma non indicano la stessa cosa.

Un sacerdote, nella Chiesa cattolica, è un uomo che ha ricevuto il sacramento dell’Ordine Sacerdotale, e che in virtù di questo può celebrare il sacrificio della Messa e svolgere altri compiti propri del ministero pastorale. Può appartenere a un ordine o famiglia religiosa o a una diocesi.

Un monaco o un frate, invece, è una persona che ha fatto voto di povertà, castità e obbedienza e appartiene a una congregazione o famiglia religiosa concreta (francescani, domenicani, gesuiti…). Può darsi che oltre ad essere religioso sia sacerdote, ma non è necessario. La sua vocazione religiosa non dev’essere per forza una vocazione al sacerdozio.

E qual è la differenza tra monaco e frate? Ha a che vedere con l’origine dei due termini: monaco deriva dal tardo latino monachus, parola usata per designare gli anacoreti e che già nella sua radice ha implicito il significato “solitudine”.

Si collega alla nascita delle prime esperienze di vita contemplativa (IV-VI secolo d.C.), come ad esempio i Padri del Deserto, eremiti che abbandonavano il mondo e vivevano nel deserto, o San Benedetto da Norcia, fondatore dell’ordine religioso più antico d’Occidente, i benedettini.

Monaco, quindi, è un termine più adatto a riferirsi a uomini consacrati che vivono in conventi, dedicandosi completamente alla preghiera e alla penitenza. È il caso degli ordini contemplativi, come i cistercensi.

Frate, invece, è un termine più moderno, che deriva dal Medioevo (dal provenzale fraire) e significa “fratello”. Frate si usa in genere più per gli ordini dediti alla vita attiva, come i francescani o gli ospedalieri.

L’uso di questa parola è collegato alla nascita degli ordini mendicanti nel Basso Medioevo, che rappresentarono un grande cambiamento nella vita religiosa. Questi nuovi religiosi non si chiudevano più in conventi lontani dalla gente per dedicarsi alla preghiera, ma stavano nelle città, dedicandosi ai poveri, ai malati, all’insegnamento e così via.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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