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«La salute di qualsiasi società dipende dalla salute delle famiglie»

Andrea Tornielli - Vatican Insider - pubblicato il 26/11/15

Nell'omelia Papa Francesco invita a schierarsi contro la violenza sulle donne e sui bambini non ancora nati

«La salute di qualsiasi società dipende dalla salute delle famiglie». Papa Francesco predica in italiano con la traduzione consecutiva in inglese, nel corso della più affollata delle celebrazioni previste in Kenya. Il Central Park di fronte all’università di Nairobi può contenere fino a un milione di persone. Durante la cerimonia continua ad arrivare gente: la pioggia abbondante, le strade trasformatesi in paludi di fango e il traffico bloccato hanno reso più difficile raggiungere il luogo della messa che si è trasformato in una distesa di coloratissimi ombrelli. I canti sono quelli tipici africani, in prima fila c’è il presidente Uhruru Kenyatta, il clima è gioioso. Francesco arriva con la papamobile aperta. Accanto al direttore del coro c’è un bambino con la maglietta verde che lo imita fingendo di dirigere i cantori. Ci sono tante donne e bambini.

Per il bene della comunità, spiega il Papa, «la fede nella Parola di Dio ci chiama a sostenere le famiglie nella loro missione all’interno della società, ad accogliere i bambini come una benedizione per il nostro mondo e a difendere la dignità di ogni uomo e di ogni donna, poiché tutti noi siamo fratelli e sorelle nell’unica famiglia umana». Francesco spiega che, obbedendo alla Parola di Dio, «siamo anche chiamati a opporre resistenza alle pratiche che favoriscono l’arroganza negli uomini, feriscono o disprezzano le donne e minacciano la vita degli innocenti non ancora nati. Siamo chiamati a rispettarci e incoraggiarci a vicenda e a raggiungere tutti coloro che si trovano nel bisogno. Le famiglie cristiane hanno questa missione speciale: irradiare l’amore di Dio e riversare l’acqua vivificante del suo Spirito. Questo è particolarmente importante oggi, perché assistiamo all’avanzata di nuovi deserti, creati da una cultura del materialismo e dell’indifferenza verso gli altri».

Dal cuore dell’università di Nairobi, il Papa si appella in modo speciale ai giovani del Kenya: «I grandi valori della tradizione africana, la saggezza e la verità della Parola di Dio e il generoso idealismo della vostra giovinezza vi guidino nell’impegno di formare una società che sia sempre più giusta, inclusiva e rispettosa della dignità umana. Vi stiano sempre a cuore le necessità dei poveri; rigettate tutto ciò che conduce al pregiudizio e alla discriminazione, perché queste cose – lo sappiamo – non sono di Dio».

Infine, Francesco ha richiamato il compito affidato a ciascuno dei cristiani: «essere discepoli missionari, uomini e donne che irradino la verità, la bellezza e la potenza del Vangelo che trasforma la vita. Uomini e donne che siano canali della grazia di Dio, che permettano alla sua misericordia, benevolenza e verità di diventare gli elementi per costruire una casa che rimanga salda. Una casa che sia un focolare, dove fratelli e sorelle vivano finalmente in armonia e reciproco rispetto, in obbedienza alla volontà del vero Dio, che ci ha mostrato, in Gesù, la via verso quella libertà e quella pace a cui tutti i cuori aspirano».

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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