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Come si può porgere l’altra guancia davanti al male?

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Carlos Padilla - Aleteia - pubblicato il 23/11/15
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Il vero amore non lascia mai vittimeIn questi giorni stiamo vivendo la paura e l’angoscia generati dagli attacchi terroristici di Parigi. Ci siamo commossi e abbiamo sofferto di fronte alla nostra impotenza. Tanto dolore! Tanta crudeltà! Tanto odio! Il cuore si ribella di fronte all’ingiustizia.

Non ci piace l’odio della guerra. Non vogliamo vivere nella paura di un attacco terroristico. La paura di perdere la vita in qualsiasi momento. Ci fa male il terrore seminato in nome di Dio.

A volte possiamo usare il suo nome invano per seminare l’odio e la violenza. Diciamo che è per Dio, ma è per il nostro egoismo, per la nostra cattiveria. In nome di Dio non si può uccidere nessuno, non si può odiare. È impossibile, perché Dio è amore.

Padre Lombardi, portavoce del Vaticano, ha detto sugli attentati: “Attenzione! Questi omicidi posseduti da un odio insensato si chiamano terroristi proprio perché vogliono diffondere il terrore. Se noi ci lasciamo spaventare, hanno già raggiunto un loro primo obiettivo. È una ragione di più per resistere con decisione e con coraggio alla tentazione della paura. Naturalmente bisogna essere prudenti e non irresponsabili, prendere le precauzioni che siano ragionevoli. Ma dobbiamo continuare a vivere costruendo pace e fiducia reciproca”.

Penso al regno di pace che Gesù è venuto a instaurare dalla croce. Un regno in cui ci sono fiducia e sicurezza, perché Dio regna. Penso a tutto l’amore che ha seminato con la sua vita. Non ci sono state vittime al suo passaggio. L’amore vero non lascia mai vittime. L’amore autentico, generoso e profondo costruisce un altro tipo di case, un altro tipo di famiglie.

Gesù ha seminato un fuoco appassionato in coloro che lo amavano. Un fuoco che spezza le catene e libera. Un fuoco che fa sognare un amore eterno. Nel suo regno non ci si mette al centro. Si mette al centro l’altro, si mette al centro Dio. Il vero amore crea dipendenze sane.

L’amore che nobilita e dignifica è l’amore di Dio. È così che vogliamo che sia il nostro. L’odio ferisce.

Mi commuove Gesù quando mi chiede di non resistere al male (Mt 5,39). Mi chiede di porgere l’altra guancia. Come posso farlo quando tante volte il cuore vuole vendicarsi? La mia tentazione è resistere la male. Espellerlo dalla mia vita. Cacciare chi fa il male. Ripagare con la stessa moneta chi odia e ferisce. Rendere vittima chi lascia vittime al suo passaggio.

La mia tendenza è non voler sopportare chi è pieno di odio, e allontanarlo dalla mia presenza, rifiutarmi di accoglierlo nel mio cuore. Resisto al male. È l’istinto più vero che muove il mio cuore. Non sopporto il male, mi danneggia, mi fa perdere l’innocenza, mi fa guardare la vita senza la purezza di Cristo. Resisto. Non lo voglio.

E Gesù mi chiede di non resistere. Mi chiede di non odiare, di non volermi vendicare. Mi chiede di non volermi fare giustizia da me. Di non seguire la legge dell’“occhio per occhio, dente per dente”. Gesù mi chiede di essere mansueto e pacifico. Di seminare amore dove c’è odio. Di amare i miei nemici, quelli che mi odiano. E di dare speranza in mezzo alla morte.

Che il mio regno, il regno di Dio che c’è nel mio cuore, il regno che semino, sia il regno della vita, dell’amore, del rispetto. Un regno in cui ci sia speranza. Perché la speranza è l’ultima cosa che mi possono togliere come cristiano. La porto inscritta nell’anima per sempre, con il sangue e con il fuoco.

Nessuno può portarmi a odiare se io non voglio. Nessuno può far sì che semini odio con le mie mani se non voglio. L’amore è più forte, molto più forte dell’odio.

In nome di Cristo costruiamo un regno diverso. Nel suo nome, con le sue mani. In nome di Cristo, che regna, costruiamo la pace, lottiamo per la verità. Perché Egli è la verità. Nel suo nome costruisco il suo regno di pace.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]