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Conosci lo spirito di tuo figlio?

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© Pezibear

La Mamá Oca - pubblicato il 17/11/15

Guardiamo i nostri figli con uno sguardo nuovo

Qualche giorno fa riflettevo su tutto quello che ci passa per la testa in un millesimo di secondo. Poi ho pensato a quanto avrebbe potuto accadere in un giorno intero. Se in questo istante ciascuno di coloro che leggono questo post facesse lo stesso, si renderebbe senz’altro conto del fatto che anche inconsapevolmente pensiamo tutto il tempo. Oserei dire che anche quando dormiamo non smettiamo di riflettere sulle cose, al di là dei sogni.<

Se in un affanno di andare oltre con questo esercizio volessimo mettere per iscritto tutto quello che il nostro cervello ha processato nelle ultime 24 ore, il risultato scritto sarebbe sicuramente ben povero rispetto alla realtà.

Perché pensiamo tanto? Perché la nostra macchina intellettuale ed emotiva non si ferma mai? “L’interiorità di qualsiasi uomo è uno spazio dalle dimensioni insospettate. ‘Non ci sarebbero abbastanza parole nel nostro dizionario per esprimere ciò che accade in un giorno nello spirito di un uomo’, segnala un grande scrittore francese che ha dedicato la sua vita a metterlo per iscritto. Ma non è possibile abbracciarlo. Non solo perché succedono molte cose, ma anche perché, in gran parte, la nostra interiorità ci è sconosciuta come una foresta inesplorata”, afferma Juan Luis Lorda citando Julian Green (1).

È così. Ogni essere umano è un mondo infinito. Un’intimità insospettata e perfino occulta. E più la persona è formata a livello spirituale, più si moltiplicano gli angoli e i nascondigli. Questo principio è molto facile da comprendere quando di tanto in tanto guardiamo a noi stessi. Pensiamo, sentiamo e agiamo in talmente tanti modi che ci sorprendono per quanto sono ricchi e impredicibili.

Molte volte, tuttavia, quando si tratta di guardare l’altro non compiamo la stessa riflessione. Siamo incapaci di immaginare questo mondo interiore altrui come uguale o più elaborato del nostro. A volte vediamo una persona solo come un oggetto, senza darci la briga di comprendere e di accettare che è uguale a noi. Che ha la stessa dignità. Le stesse potenzialità. La stessa capacità spirituale.

L’aspetto più incredibile è che questa mancanza di conoscenza si verifica anche a casa nostra, perfino con il nostro coniuge e i nostri figli. Non è insolito che come genitori vediamo nei figli persone che, pur se amiamo molto, sono in qualche modo esseri giunti nella nostra vita come un’appendice e che dobbiamo educare perché siano persone perbene, accademicamente il meglio possibile e socialmente riconosciute. E in questa dinamica conversiamo con loro di sfuggita, scambiamo superficialità. Sopravviviamo giorno per giorno senza immergerci nella profondità.

Ci rendiamo conto, però, che di fronte abbiamo un’altra persona che anche se può essere giovane è tanto o più profonda di noi, e nella cui testa passano milioni di pensieri al secondo, al minuto, all’ora e al giorno. Ci siamo mai fermati a pensare: “Sì, questo mio figlio ha uno spirito con migliaia di nascondigli, con aneliti profondi come i miei che non hanno niente a che vedere con l’aspetto materiale o con quello pedagogico?”

Non bisogna sentirsi male se non lo abbiamo ancora fatto o se il nostro avvicinamento è stato insufficiente. Ciò che conta è prendere coscienza di quanto sia speciale la persona che abbiamo al nostro fianco, sangue del nostro sangue, ma con la sua intimità e spiritualità, diversa dalla nostra ma ugualmente degna. Dobbiamo cercare di conoscerla per imparare a comprenderla e a guidarla nella sua vera ricerca di felicità.

“Scoprire la verità sull’uomo suscita ammirazione. Questa scoperta, tuttavia, non può essere repentina: richiede una lunga familiarizzazione con il suo modo di essere e di agire. La realtà umana è così ricca e complessa che non può essere abbracciata con un unico sguardo. Bisogna accostarsi ad essa da diverse prospettive” (2).

Perché oggi non facciamo l’esercizio di guardare nostro figlio con questo nuovo sguardo? Può essere il punto di partenza di un’avventura di amore ed educazione del tutto diversa.

(1) LORDA, J.L. Humanismo. Los bienes invisibles. Editorial Rialp. p.13 .

(2) YEPES, R. Y ARANGUREN, J. Fundamentos de Antropología. Un ideal de la excelencia humana. (6ta ed). Ediciones Universidad de Navarra. Pamplona, 2009.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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