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Un continente che non sarebbe lo stesso senza i domenicani

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Javier Castañón-CC

Esteban Pittaro - Aleteia - pubblicato il 16/11/15

Sono arrivati in America Latina per aiutare e accompagnare uomini e donne con la predicazione e la compassione

La presenza dei domenicani in America Latina costituisce un capitolo ineludibile e importante nella storia della Chiesa in questo continente.

Il punto di partenza è la prima missione dei domenicani in America nel 1510, con fra’ Antonio de Montesinos, i cui sermoni ispirarono una delle figure più emblematiche della storia della Chiesa in America Latina: fra’ Bartolomé de las Casas, anche lui domenicano.

“I domenicani sono arrivati in America con l’ideale e il proposito di evangelizzare. Sono venuti per restare e per svolgere il lavoro per il quale erano nati: aiutare e accompagnare gli uomini e le donne nella storia della salvezza attraverso la predicazione e la compassione”, scrive in un articolo sulla storia domenicana in America Manuel Jesús Romero.

In questi 800 anni di storia, la famiglia domenicana ha avuto due maestri generali latinoamericani: nel 1677 fra’ Antonio de Monroy, un frate messicano poi diventato arcivescovo di Santiago de Compostela, e dal 2001 al 2010 fra’ Carlos Azpiroz Costa, argentino, da pochi giorni eletto arcivescovo coadiutore di Bahía Blanca, nel sud della provincia di Buenos Aires.

È in Perù che i domenicani americani hanno svolto un’opera che si è incarnata in santi la cui testimonianza è stata riconosciuta in tutto il mondo: Santa Rosa da Lima, prima persona americana ad essere canonizzata, San Martín de Porres, San Juan Macías e la beata Ana de los Ángeles Monteagudo.

I domenicani, indipendentemente da quale sia considerata la prima, sono anche i responsabili delle prime università in America, centri che all’epoca coloniale erano gratuiti e che hanno formato generazioni di cittadini in vari Paesi della regione.

Oltre alle università, è vasta la loro presenza con scuole in tutto il continente.

Dopo la grande influenza coloniale e la presenza in ogni Paese durante i processi di emancipazione, l’Ordine ha iniziato un XX secolo molto fruttuoso a livello di crescita e opere.

Attualmente la presenza in America Latina consta di 7 province, 2 vicariati generali e 10 vicariati provinciali.

Il loro impegno con le popolazioni autoctone e con l’America in generale ha superato la prima e decisiva difesa della loro dignità sostenuta da Montesinos e De las Casas.

Ne è un esempio il Segretariato Missioni Selve Amazzoniche, segno della costante collaborazione tra Spagna e America per compiere la missione dei domenicani in questo continente.

Anche il mondo dell’arte latinoamericana ha avuto alcuni punti di riferimento di rilievo grazie all’ispirazione domenicana. È il caso di fra’Guillermo Butler (1880-1961), che l’agenzia AICA definisce “il più importante artista sacro che ha dato l’Argentina”.

Come riconoscimento degli 800 anni di storia domenicana, le Poste Argentine hanno emesso un francobollo natalizio che riporta un suo dipinto della Sacra Famiglia. L’artista si è formato sia in Argentina che in Europa e ha esposto le sue opere anche a Venezia e a Firenze.

Gli 800 anni dell’Ordine trovano la famiglia domenicana in America impegnata in varie iniziative, ma anche in attività per celebrare e continuare ad accompagnare un continente che senza la predicazione dei figli di San Domenico non sarebbe lo stesso.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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