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Angeli custodi dell’infanzia. I poliziotti che inseguono gli orchi nel web

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 12/11/15

D’Amato (Contrasto alla pedopornografia on-line): “Consiglio ai genitori: attenti a postare le foto dei figli”

Qualcuno li ha chiamati gli “angeli custodi dell’infanzia” e anche se non hanno le ali viaggiano nel web inseguendo i criminali più pericolosi: i predatori di bambini e adolescenti. “L’abitudine dei ragazzi di usare la Rete e i social media con molta disinvoltura – afferma il vice questore aggiunto Elvira D’Amato, responsabile del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia on-line della Polizia postale –, disseminando informazioni che li riguardano, recapiti, foto, abitudini, li espone a grandi pericoli”.

Il Centro, che coordina le attività degli uffici sul territorio, funziona da scudo contro quel mondo tentacolare e oscuro che usa la Rete per commettere reati che oltrepassano anche le frontiere dei singoli stati a danno dei minori. Ogni giorno una “black list” dei siti pedopornografici viene trasmessa agli Internet Service Provider italiani perché ne venga inibita la navigazione attraverso sistemi tecnici di filtraggio. Se navigando ci si imbatte, anche involontariamente, in uno di questi siti interdetti, appare un’apposita “stop page” , pagina di blocco, contenente l’avviso di interdizione.

Una squadra di esperti si dedica all’analisi delle immagini dei minori oggetto degli abusi alla ricerca di indizi per identificarli. Gli operatori del Centro italiano sono in contatto con operatori delle polizie di tutto il mondo che fanno lo stesso lavoro e possono attingere alla banca dati dell’Interpol. Purtroppo l’esposizione in Rete mette i ragazzi a rischio anche nella tranquillità delle proprie camerette. Delle innocue conversazioni in chat possono essere il mezzo per carpirne la fiducia e aprire la strada a pericolosi coinvolgimenti.

Investigazioni più sofisticate investono il dark web, le reti sommerse nelle quali attorno ad identità anonime si raccolgono comunità pedofile. Operatori specializzati, racconta D’Amato, “attivano identità fittizie per interagire con soggetti dediti non solo alla diffusione, ma anche alla produzione di materiale pedopornografico e, quindi, soggetti che abusano dei minori”. A volte gli operatori del Centro sono impegnati in una corsa contro il tempo per evitare degli abusi che potrebbero essere commessi sotto i loro occhi.

Non sono solo i ragazzi a dover fare attenzione ai materiali che immettono in Rete: l’avvertimento vale anche per gli adulti. “Anche ai genitori – avverte la responsabile del Centro per la lotta alla pedopornografia on-line – raccomandiamo di non postare troppe immagini di eventi che riguardano la vita familiare, vacanze, ricorrenze e, soprattutto, le immagini dei figli molto piccoli: ci è capitato di trovare foto totalmente innocenti nei book di pedofili che abbiamo sequestrato”.

Se dei genitori hanno il sentore che attorno ai propri figli stia accadendo qualcosa di strano, sono chiamati ad allertare le forze dell’ordine: “Soprattutto – sottolinea D’Amato – non si improvvisino investigatori e non si attivino nell’interazione con il malintenzionato: il rischio è quello di provocare danni peggiori”.

Di recente il presidente Sergio Mattarella, ha conferito ad Elvira D’Amato, insieme ad altri 17 “eroi normali”, l’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica: “un riconoscimento all’attività di tutti gli operatori del Centro e delle altre istituzioni ed organizzazioni che lavorano con noi per la protezione dei minori” si affretta a precisare l’interessata. Il fenomeno che fronteggiano quotidianamente è grave, ma la risposta non sta nell’evitare di usare la Rete: “gli stessi ragazzi – spiega D’Amato – devono imparare a proteggere la propria privacy e ad utilizzare le tecnologie in modo da non ingenerare rischi per sé o per altri”.

Entra qui in gioco il fenomeno per molti versi ancora sommerso ma non meno grave del cyberbullismo: “E’ giusto che i ragazzi comprendano cosa comporta quella presa in giro dei compagni o la messa in Rete di immagini intime o umilianti. Può apparire solo un gioco, ma spesso scappa di mano”. Quando un ragazzo subisce un comportamento del genere o vede un compagno che lo subisce, si raccomanda D’Amato: “Usi gli strumenti disponibili come le help lines o il nostro commissariato on-line. Soprattutto ne parli con gli insegnanti o con i genitori. C’è sempre un rimedio per qualsiasi cosa”.

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