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Vaticano, pronti due mandati di cattura per il nuovo Vatileaks

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Vatican Insider - Giacomo Galeazzi - Andrea Tornielli - pubblicato il 02/11/15

Il cerchio si stringe attorno ai «corvi» che hanno fatto uscire le carte della commissione incaricata di studiare la riforma delle strutture economico-amministrative della Santa Sede

I due libri contenenti i documenti riservati sulle finanze della Santa Sede e registrazioni di colloqui del Papa con alcuni collaboratori devono ancora uscire, ma il cerchio attorno ai «corvi» che hanno fornito a entrambi giornalisti tutte le carte sembra essersi ormai stretto: il loro arresto in Vaticano sarebbe soltanto questione di ore.

Due le persone nel mirino della giustizia d’Oltrevere: un prelato e uno dei membri laici della commissione di studio e indirizzo sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede (COSEA), istituita nel luglio 2013 per vagliare carte e conti di tutti i dicasteri, e per suggerire riforme per la razionalizzazione delle spese e una migliore gestione complessiva.

Dopo l’annuncio dell’uscita dei volumi «Avarizia» di Emiliano Fittipaldi e «Via Crucis» di Gianluigi Nuzzi, e le prime anticipazioni pubblicate sui giornali, gli investigatori della Gendarmeria sarebbero risaliti velocemente alle possibili fonti. E la magistratura vaticana starebbe per prendere provvedimenti clamorosi, come accadde nel maggio 2012 con l’arresto del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, processato, condannato per il furto di documenti dalla scrivania papale e poi graziato da Benedetto XVI. Se le indiscrezioni saranno confermate, quello che è stato presentato come un secondo Vatileaks avrà il suo colpo di scena prima ancora dell’effettiva divulgazione dei documenti nelle librerie. E l’indagine d’Oltretevere, seppure contribuirà a dare risonanza ai due volumi che si fondano sulle stesse carte, di fatto sposterà l’attenzione sui «corvi» e sulla loro rete.

L’ipotesi che i documenti provengano dall’archivio della COSEA rende questo Vatileaks 2 meno inquietante del primo, dato che non si tratterebbe di carte sottratte dalla scrivania papale.

Come si ricorderà, nei giorni scorsi era stata confermata la notizia di una violazione del computer del Revisore generale della Santa Sede, Libero Milone: la Gendarmeria vaticana aveva aperto un’indagine per scoprire chi nelle ultime settimane ha carpito i dati contenuti nel Pc dell’uomo che nel giugno 2015 è stato nominato alla guida del nuovo ufficio, frutto della riforma delle finanze e degli enti economici d’Oltretevere. Milone ha lavorato per 32 anni nella società di revisione e consulenza Deloitte, raggiungendo il grado di amministratore delegato per l’Italia. Dal 2007 è stato consulente di diverse società private e membro di alcuni cda di società quotate in Borsa. Secondo il nuovo statuto, l’Ufficio del Revisore è l’ente al quale è affidato il compito di revisione dei dicasteri della Curia Romana e delle istituzioni a essa collegate e alle amministrazioni che fanno capo al Governatorato della Città del Vaticano.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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