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Spiritualità
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Come iniziare a pregare col respiro per migliorare la tua vita spirituale

Pray

© justBarbara

Catholic Link - pubblicato il 02/11/15

di padre Ian Van Heusen

Attraverso la respirazione intenzionale, siamo in grado di influire sia sul nostro ritmo cardiaco che sulla nostra vita interiore (cfr. Heartmath Institute). Questa guida gentile della nostra vita interiore costituisce una forma di ascetismo in cui possiamo calmare i disordini del cuore e creare l’opportunità per ricevere l’amore di Dio. Oltre a questo, la naturale saggezza delle tecniche promosse da Heartmath e altri può essere messa al servizio del nostro rapporto con Gesù. Ad esempio, nell’Oriente cristiano i monaci hanno sviluppato metodi per integrare la respirazione intenzionale con brevi preghiere tratte dalla Scrittura.

Prima di addentrarci nel vasto potenziale della preghiera con il respiro, dovremmo mettere in guardia su una cosa. La respirazione intenzionale può provocare sensazioni piacevoli e può aiutare nel breve periodo, ma la realtà è che le tecniche di preghiera devono essere affiancate dalla conversione morale e spirituale in comunione con la Chiesa. In questo modo, dovremmo capire che la spiritualità non è separata dalle altre aree della nostra vita cristiana. Un altro modo di dirlo è che la meditazione e la preghiera devono essere integrate nella chiamata costante di Gesù Cristo a sperimentare guarigione e trasformazione in modi che ci rendono liberi di amare Dio e il prossimo. Se pratichiamo qualche spiritualità esoterica mentre continuiamo a commettere peccati mortali, viviamo in un’illusione e non stiamo seguendo la volontà di Dio

Tenendo a mente questo, pregare con il respiro può essere un mezzo potente per aiutarci ad aprire il nostro cuore ai suggerimenti dello Spirito Santo. Andando oltre il pensiero discorsivo e analitico, diamo spazio a mezzi di comprensione più intuitivi. Ovviamente, qualsiasi intuizione e ispirazione dev’essere misurata usando un buon discernimento, ma spesso il nostro modo di vedere troppo razionale può limitare il nostro potenziale ricettivo. Come dice l’adagio, a volte dobbiamo passare dalla mente al cuore

Per fare questo, possiamo usare una tecnica semplice, e incoraggio la gente a provarla. Per tradizione, i cristiani orientali usano la preghiera a Gesù e ne combinano la recita con il respiro. Quando inspirano recitano quindi una parte della preghiera, e quando espirano recitano l’altra metà. Nei suoi Esercizi Spirituali, Sant’Ignazio di Loyola suggerisce una pratica simile con il Padre Nostro e l’Ave Maria.

La preghiera a Gesù è “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”

Oltre a questo, combinando la preghiera formale con la respirazione ritmica, consigliano anche di fare attenzione al battito cardiaco. Quando impariamo ad ascoltare il nostro cuore, scopriamo spesso che ci può dare degli indizi su ciò che stiamo sperimentando. Iniziamo a notare quando il nostro battito cardiaco accelera o quando sembra più debole

Nelle mie riflessioni, aggiungerei qualche punto alla saggezza classica e qualche altro modo in cui beneficiare del fatto di pregare in questo modo

1. In primo luogo, sperimentare vari tipi di respiro può aiutare a reindirizzare gentilmente la nostra vita interiore. Respirare velocemente (senza ovviamente andare in iperventilazione) ci può dare una piccola scarica di energia e rinvigorirci quando ci sentiamo fiacchi o troppo rilassati. I respiri lenti possono invece calmarci quando il cuore batte in modo incontrollato

2. Raccomando di usare qualsiasi frase che ci aiuti a collegarci al Signore – particolare importanza dovrebbe essere sempre accordata alle parole della Sacra Scrittura – e sottolineo anche la possibilità che non abbiamo bisogno di usare alcuna frase. Dovremmo essere liberi di relazionarci al Signore in qualunque modo abbia senso. I metodi sono una sorta di guida preliminare che dovrebbe rispondere alla realtà individuale di ogni persona.

©Amancay Maahs/flickr

3. Concordo con gli scrittori orientali che vedono queste tecniche come una mera preparazione a quella che definiscono preghiera pura. La preghiera pura consiste nella nostra spontanea donazione e ricezione nello Spirito Santo. In questo modo, la preghiera pura è il rapporto stabilito tra noi e Dio quando le catene del peccato hanno iniziato ad essere spezzate e cominciamo a vivere nella libertà offerta in Cristo Gesù. Dovremmo anche sentirci liberi di lasciarci dietro qualsiasi tecnica quando lo Spirito Santo ci guida verso una preghiera più profonda.

Se desideriamo davvero approfondire la nostra vita di preghiera, avere un direttore spirituale fedele, competente e ortodosso è fortemente raccomandato. Il punto di vista di un outsider di esperienza può giocare un ruolo fondamentale nell’aiutarci a discernere ciò che viene da noi e ciò che invece viene davvero dal Signore.

4. Affrontare lo stress – La respirazione intenzionale, ritmica, può aiutare a far passare il corpo da uno stato di agitazione a un più calmo e gentile. Il modo principale in cui lo fa è aiutare a calmare e a regolare il battito cardiaco. La letteratura di gruppi come HeartMath sembra mostrare che un errato ritmo cardiaco può essere calmato attraverso tecniche che combinano consapevolezza fisica e respirazione intenzionale. Questo ci aiuta a processare e ad accantonare lo stress, perché c’è una profonda connessione tra la nostra vita interiore e il nostro corpo.

©Sean and Lauren/flickr

5. Coltivare la quiete – Nel cristianesimo orientale, la quiete, o apatheia, era considerata il prerequisito di quella che si definiva preghiera pura. L’idea era che guidando gentilmente gli standard disordinati di pensiero, sentimento e desiderio verso un luogo di tranquillità e ricettività si diventava più disponibili nei confronti di Dio. In questo modo, il nostro sforzo intenzionale e il nostro ruolo nell’opera di trasformazione consiste nel disporci a ricevere da Dio con cuore aperto. Pregare con il respiro può aiutare a coltivare questa disposizione a dominare gentilmente la nostra vita interiore.

6. Preparazione alla preghiera – Prima di iniziare la Messa o prima di entrare in un periodo di preghiera stabilito, possiamo usare la respirazione intenzionale per favorire la transizione dalle nostre attività quotidiane. Anche se dobbiamo stare attenti a non sbarazzarci a forza delle “distrazioni”, usare la respirazione con una sorta di coerenza paziente può aiutarci a massimizzare il nostro tempo in preghiera e meditazione. Prepararsi alla preghiera usando la respirazione è fondamentale per aprire il nostro cuore alla spontaneità dello Spirito. In questo modo, non è un fine in sé, ma un il mezzo per raggiungere un fine, nella fattispecie un rapporto intimo con Gesù Cristo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

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