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Centrafrica, Giubileo anticipato di una settimana per Francesco

Grupo de niños africanos – it

© psdave

Vatican Insider - pubblicato il 01/11/15

La Porta Santa nella cattedrale Notre Dame di Bangui sarà aperta domenica 29 novembre, durata la messa celebrata dal Papa

di Davide De Michelis-Andrea Tornielli

L’Anno Santo straordinario della Misericordia sarà aperto solennemente da Papa Francesco in San Pietro l’8 dicembre. Ma una porta santa verrà aperta con poco più di una settimana di anticipo a Bangui, nella Repubblica Centrafricana segnata dalla guerra e dalle divisioni. E anche se l’avvenimento avrà una valenza soltanto locale, per quella diocesi, di fatto segnerà in modo particolarissimo l’inizio del Giubileo. A confermare la notizia, in un colloquio con Vatican Insisder, è l’arcivescovo di Bangui Dieudonné Nzapalainga.

«Domenica 29 novembre Papa Francesco attraverserà la Porta Santa del Giubileo della Misericordia nella cattedrale di Notre Dame di Bangui. È  un fatto unico – spiega l’arcivescovo – Non era mai accaduto che un Pontefice aprisse la Porta Santa al di fuori di Roma. Il Santo Padre vuole dare inizio al Giubileo stando con i più poveri, gli afflitti e tormentati dalla guerra. Il Papa entrerà nella cattedrale per la prima delle due messe che celebrerà a Bangui e il suo ingresso segnerà l’apertura della Porta Santa».

La cerimonia è prevista per le ore 17, Papa Bergoglio celebrerà la messa con i sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti e giovani. Poi, alle 19, prima dell’avvio della veglia di preghiera, confesserà alcuni dei giovani presenti. Proprio il sacramento della riconciliazione è al centro del Giubileo.

Con questo gesto, spiega Dieudonné Nzapalainga, «il Papa vuole attirare l’attenzione di tutto il mondo sulla Repubblica Centrafricana, un Paese sconvolto da tre anni di conflitto. Francesco vuole invitare noi tutti alla misericordia e ci esorta a impegnarci nella riconciliazione, un atteggiamento a cui sono chiamati tutti i centrafricani».

Il conflitto che ha sconvolto il Paese è stato spesso descritto dai media come uno scontro di natura religiosa. «In realtà – aggiunge l’arcivescovo – si tratta di divisioni politiche legate alla conquista del potere, del governo del Paese e soprattutto al controllo delle risorse che custodisce nel sottosuolo. Il Papa viene da noi come pastore e testimone della misericordia di Dio. Noi sentiamo di avere grande bisogno della sua testimonianza».

Monsignor Nzapalainga  così racconta la situazione di Bangui a meno di un mese dall’arrivo di Francesco, che giungerà nella Repubblica Centrafricana dopo le tappe in Kenya e Uganda: «Abbiamo ancora difficoltà e problemi di sicurezza in alcuni quartieri della città, come nella zona del terzo arrondissement, o nel quartiere Pk5. Ci stiamo preparando alla vista del Papa in uno spirito davvero ecumenico, cristiani e musulmani, insieme. Le nostre comunità stanno anche collaborando con i musulmani per la ricostruzione di una moschea distrutta a Bangui»

«Le fiamme degli scontri più violenti – conclude l’arcivescovo – che si sono verificati nei mesi scorsi sono spente, ma siamo ancora sulla brace. Noi ci stiamo impegnando per spegnere queste ceneri e siamo felici di sentire il pieno appoggio del Santo Padre. Anni di scontri e violenze hanno fatto male a Dio. L’apertura della prima Porta Santa del Giubileo a Bangui è un grande segno e un appello ai nostri cuori, perché tornino puri e colmi di bontà».

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