Molti cristiani, affascinati da libri come quelli di Paulo Coelho o di Bryan Weiss, hanno iniziato a modificare senza volerlo aspetti fondamentali della fedeIl New Age (Nuova Era) non è una setta, né una religione. È piuttosto una corrente socio-culturale vaga, dilatata e imprecisa nella quale confluisce acriticamente una caterva di ingredienti provenienti dalle fonti più diverse: religioni tradizionali, magia, terapie alternative, gnosticismo, occultismo, psicologia transpersonale, spiritismo, fisica quantistica, ecologia, meditazione, yoga, ovnis, pensiero positivo, teosofia, mistici e maestri spirituali di tutte le tradizioni religiose.
È di fronte a questo panorama che l’eclettico consumatore del New Age, avido di esperienze spirituali e allergico a ogni manifestazione spirituale che implichi vincoli o impegni istituzionali, adotta e sceglie gli elementi che si adattano maggiormente ai suoi desideri o alle sue ricerche personali.
Dilatato e mutevole, senza fondatori concreti e visibili, senza espressioni sociali e programmatiche organiche, il New Age evolve silenziosamente, diffondendosi nell’intimità e nella moltiplicazione di corsi, articoli occasionali, riviste, libri, laboratori, seminari, guru, conferenzieri e attraverso un esteso tessuto di gruppi pseudoreligiosi e sette. Le sue idee e le sue pratiche, la sua letteratura e la sua “spiritualità” penetrano anche nei pori delle grandi religioni e Chiese storiche.
Una spiritualità di mercato
In questa corrente, ciascuno si sente libero di inserire nel proprio credo personale le esperienze, pratiche e offerte che ritiene convenienti, senza istituzioni né mediazioni che si frappongano nel cammino. Il New Age non accetta alcuna verità fuori dall’ambito della propria esperienza soggettiva. Una libertà che sfocia nel dogmatismo della pura soggettività: “Quello che piace a me, quello sento… perché mi piace, perché lo sento così”. Mera intimità di sensazioni piacevoli. Una “spiritualità” che non solo non unisce, ma ci allontana sempre più gli uni dagli altri, chiude ciascuno in un ego recondito ed esoterico, in cui non c’è posto per il “prossimo scomodo”. Una spiritualità in base alla mentalità consumistica in cui non resta tempo per guardare l’altro, ma solo per soddisfare la propria necessità e pensare soltanto “in positivo”.
La logica strumentale della tecnoeconomia ha colonizzato la cultura, trasformando tutto in un mero prodotto di consumo. Anche l’elemento divino è immesso sul mercato in utili confezioni usa e getta. I clienti, desiderosi di dosi rinfrescanti per l’anima, abbracciano l’una e l’altra tecnica spirituale, o a volte varie allo stesso tempo, con la mente e il portafogli fissi sulla loro efficacia.
L’Era dell’Acquario e la tradizione gnostico-esoterica
Il nome stesso, New Age, rimanda a una concezione astrologica della storia. Il momento attuale è quello del passaggio dall’era dei Pesci – che corrisponderebbe all’era cristiana – all’era dell’Acquario – che corrisponde al New Age. Con l’arrivo astrologico dell’Acquario nascerà una nuova umanità, un nuovo ordine mondiale, un nuovo modo di vivere e comprendere la religiosità, un’era di pace, abbondanza e armonia… una Nuova Era in cui le religioni classiche, e soprattutto il cristianesimo, arriveranno alla fine ed emergerà un nuovo paradigma, pronto a rivelarci i suoi segreti.
Il “grande segreto” dei movimenti gnostici, sempre riservati a un’élite, si vende ora sul “mercato religioso”. Mediante un’iniziazione progressiva a una certa conoscenza, si raggiunge la verità nascosta: “siamo la divinità”. La consapevolezza dell’“Io Sono” è la consapevolezza della propria divinità. È la coscienza panteista, e per questa via spirituale Dio non è più una persona, ma un’energia impersonale che invade tutto e di cui facciamo parte, con la vaga espressione “Siamo energia”.
Questa concezione si nutre della tradizione esoterica millenaria, che canonizza tutta una serie di personaggi di dubbia reputazione e grandi maestri dell’occultismo occidentale, insieme a maghi, alchimisti, rosacrociani e teosofi. Circoli ermetici, logge esoteriche e società occultiste hanno sempre camminato lungo binari paralleli a quelli delle religioni tradizionali, cercando segreti occulti e una filosofia perenne. Il New Age, però, fa dell’esoterismo qualcosa di essoterico, ovvero di pubblico. Da ciò la diffusione di tanta letteratura su angeli, cabala, alchimia, libri apocrifi e il fascino per la stregoneria e le religioni precristiane (celti, egizi, assiri, indigeni…).
Seguendo i suoi precursori teosofi, il New Age ha anche posto l’enfasi sulle religioni transpersonaliste (che chiamiamo orientali) come il buddismo e l’induistmo, dalle quali prende gli elementi che più le interessano, decontestualizzandoli dalla loro cosmovisione originaria.
Non si vuole sapere nulla dell’ascesi, né del sacrificio, ma solo creare una religiosità per uomini e donne di successo, in cui non ci siano fallimenti, debolezza o errore. Si prende dalle religioni orientali solo quello che conviene.
Magia e occultismo con facciata scientifica
La cosmovisione del New Age pretende di essere olistica, integratrice, e di raggiungere la fusione tra religioni e scienza. Cerca di usare un linguaggio pseudoscientifico e si affanna a presentare temi spirituali con una facciata scientifica e viceversa. Questo spiega la promozione di ogni tipo di terapie alternative e di pseudoterapie, come ad esempio la terapia delle vite passate. Presunti psicologi insegnano tecniche ipnotiche per tornare a presunte vite precedenti. Troviamo così ogni tipo di feticisti, astrologi, veggenti e stregoni che si rifugiano dietro a titoli nebulosi come quelli di “parapsicologo” o “terapeuta”.
In fondo c’è il vecchio anelito della magia e della scienza: avere tecniche che riescano a manipolare tutto a proprio beneficio, e per sostenere i loro postulati come “scientifici” si ricorre alla psicologia di James e Jung, alla fisica quantistica di F. Capra e ad alcuni scritti di Lessing, Theilard de Chardin, Maslow, A. Huxley e molti altri.
Non dimentichiamo che la religione (qualunque essa sia) lega l’uomo, lo mette in relazione, e da ciò deriva un’etica nei confronti dell’altro e dell’ambiente in cui vive, mentre la magia è puramente strumentale, funzionalista e disinteressata al bene comune.
Dalla meditazione alla follia…
Anche se alcune delle nuove terapie “complementari” possono contenere elementi preziosi, bisogna dire che nel contesto in cui sono presentate e vissute dal New Age la maggior parte di loro ha provocato gravi danni psicologici e conseguenze spirituali in molti dei praticanti. Basta dire che i viaggi astrali, l’invocazione di maestri ascesi, le meditazioni di iperventilazione ed espansione della coscienza, le regressioni ipnotiche e la quasi totalità dei metodi di controllo mentale hanno generato deliri mistici, o sdoppiamento della personalità e vari altri stati psicopatologici.
Parlando delle induzioni a stati di trance, l’esperto J. M. Baamonde scrive: “Anche queste similitudini indicherebbero la non convenienza di promuovere questi stati alterati della coscienza, per il rischio implicito di generare seri danni psicologici a causa di personificazioni e automatismi incoscienti che in alcuni casi assumeranno il carattere di deliri sistematizzati. Una delle conseguenze più abituali è il sorgere di problemi schizofrenici di varia intensità in chi si dedica a questi culti che hanno una sottostruttura psicotica”.
Nove sette per il New Age
A partire dagli anni Ottanta negli Stati Uniti e dagli anni Novanta nel resto del mondo, le sette con maggiore crescita – che sono proprio quelle che sventolano la bandiera del New Age – promettono e offrono ogni sorta di benessere attraverso queste tecniche “spirituali”, assai costose e pericolose per la salute. Molti di questi gruppi si presentano non come quello che sono realmente, ma come istituti terapeutici o centri olistici, in cui il linguaggio pseudoscientifico e le strategie di marketing sono una semplice facciata, dietro la quale si nasconde una vera setta distruttiva o semplice ciarlataneria.
Cattolici nel New Age?
La sfida principale per le Chiese oggi è la penetrazione del New Age nella propria pastorale. In molti ritiri, la Parola di Dio viene progressivamente messa da parte. Al suo posto, si propongono tecniche psicologiche, meditative ed esoteriche. In varie chiese si offrono corsi di Rei Ki e di Yoga ben poco purificati dai loro contenuti orientali (karma, reincarnazione, chakra…). L’enneagramma è un’altra delle tecniche promosse.
Molti cristiani, affascinati da libri come quelli di Paulo Coelho o di Bryan Weiss, hanno iniziato a modificare senza volerlo aspetti fondamentali della fede.
Al riguardo, sono particolarmente interessanti le parole rivolte da papa Giovanni Paolo II al terzo gruppo di vescovi statunitensi in occasione della loro visita ad limina apostolorum del 28 maggio 1993:
“Mentre la secolarizzazione di molti aspetti della vita continua ad avanzare, c’è una nuova domanda di spiritualità, come dimostra la comparsa di molti movimenti religiosi e terapeutici che pretendono di dare una risposta alla crisi di valori della società occidentale. Questa inquietudine dell’homo religiosusproduce alcuni risultati positivi e costruttivi, come la ricerca di un nuovo significato della vita, una nuova sensibilità ecologica e il desiderio di andare al di là di una religiosità fredda e razionalista. Dall’altro lato, questo risveglio religioso porta con sé alcuni elementi molto ambigui, incompatibili con la fede cristiana.
… Le idee del New Age a volte si fanno strada nella predicazione, nella catechesi, nei congressi e nei ritiri, e così arrivano a influire anche sui cattolici praticanti, che forse non sono consapevoli dell’incompatibilità di queste idee con la fede cristiana.
Nella loro prospettiva sincretista e immanente, questi movimenti parareligiosi prestano poca attenzione alla Rivelazione; piuttosto, cercano di arrivare a Dio attraverso la conoscenza e l’esperienza, basate su elementi che prendono in prestito dalla spiritualità orientale e da tecniche psicologiche. Tendono a relativizzare la dottrina religiosa a favore di una vaga visione del mondo, che si esprime mediante un sistema di miti e simboli rivestiti di un linguaggio religioso. Spesso propongono inoltre una concezione panteista di Dio, incompatibile con la Sacra Scrittura e la tradizione cristiana, sostituendo la responsabilità personale delle nostre azioni di fronte a Dio con un senso del dovere di fronte al cosmo, distorcendo così il vero concetto del peccato e la necessità della salvezza per mezzo di Cristo”.
Richiamiamo l’attualità delle parole dell’Apostolo:
“Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza… Nessuno v’impedisca di conseguire il premio, compiacendosi in pratiche di poco conto e nella venerazione degli angeli, seguendo le proprie pretese visioni, gonfio di vano orgoglio nella sua mente carnale, senza essere stretto invece al capo” (Colossesi 2, 9-10.18-19)
“Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero” (2 Timoteo 4, 2-5)
Per approfondire:
Pontificio Consiglio della Cultura e Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age”
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]