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Víctor Garaygordobil, il vescovo-missionario centenario

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Alvaro Real - Aleteia - pubblicato il 23/10/15

Ha partecipato al Concilio Vaticano II ed ora è un semplice aiutante in una parrocchia

Ci sono persone, storie e testimonianze che non bisogna mai dimenticare. Persone che meritano un posto speciale nella storia, uno spazio di rilievo nella vita della Chiesa. Una di queste persone è Víctor Garaygordobil, vescovo emerito di Los Ríos – oggi diocesi di Babahoyo (Ecuador).La sua umiltà fa sì che la sua storia passi inosservata.

Víctor o Bittor (il suo nome in basco) ha appena compiuto 100 anni e ha ricevuto il premio Iglesia y Servicio (Chiesa e Servizio), conferito dalla Conferenza Episcopale Ecuadoregna. La sua è una vita e una storia esemplare, ben poco conosciuta e che il giornalista Vicente Luis García illustra nel suo blog Non sulum.

Víctor Garaygordobil è una leggenda per le missioni diocesane basche, e l’ultimo sopravvissuto del gruppo di sacerdoti baschi che si recarono in missione in Eucador nel 1948, pionieri di un’iniziativa molto estesa. La Santa Sede affidava le terre di missione alle diocesi.

Una vita di servizio
Nato nel 1915, è stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1943 e ha ricevuto l’ordinazione episcopale nella cattedrale di Babahoyo (Ecuador) il 30 gennaio 1964.

Ha vissuto la Guerra Civile spagnola come barelliere. È entrato nel seminario di Vitoria al termine del conflitto e nell’ottobre 1948 è partito per l’Ecuador come missionario. Vi ha trascorso 34 anni, con un’opzione preferenziale per i poveri. È stato nominato vescovo su richiesta dei suoi fratelli nell’episcopato ecuadoregno, ma non ha mai voluto smettere di essere diocesano di Vitoria.

Un vescovo-missionario, un esempio di umiltà. Quando nel 1982 ha visto che il suo lavoro era consolidato e che non serviva più nelle missioni, ha presentato la rinuncia ed è tornato nella sua terra. Gli sono stati affidati compiti pastorali e da allora vive nel santuario di Urriola. Il suo nuovo incarico è “officiare le Messe, portare l’acqua, curare la casa e tenere i conti”.

Il giornalista García mostra un’intervista realizzata nel 1998 in occasione del 50° anniversario delle Missioni Diocesane Basche, intervista che amplia il cuore di chi la vede.

Partecipante al Concilio Vaticano II
Quando si è celebrato il Concilio Vaticano II, Garaygordobil è stato eletto come uno dei rappresentati dell’America Latina. Al termine dell’assise, ha partecipato al “Patto delle Catacombe”, dove alcuni vescovi hanno celebrato la Messa e si sono consacrati a una Chiesa serva e povera, impegno che ha sempre mantenuto.

Il vescovo-emerito di 100 anni è il quarto più longevo di tutto il mondo e mantiene la massima lucidità.

La sua è una storia che merita di essere conosciuta perché esempio di quelle testimonianze che servono per mostrare un’umanità che a volte dimentichiamo. Dio gli ha dato la forza per portare avanti il suo sacerdozio e la sua missione, e ora gli sta dando la salute per continuare a mostrarlo e a raccontarlo anche a un secolo.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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