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Che ruolo ha e può avere papa Francesco in questo Sinodo?

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©Mazur/catholicnews.org.uk

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 16/10/15

Segue i lavori aggiornato dal Segretario generale e dai Presidenti delegati. Il Relatore ne ha espresso il pensiero. Alla fine riceverà la Relazione finale. Poi un'Esortazione apostolica?

Qual è il ruolo di Papa Francesco nel Sinodo? Da qui al 24 ottobre il pontefice non interverrà nel corso delle assemblee, né sui temi all’esame del Sinodo. Ma di certo la sua non è un’assenza.

Il documento Ordo Synodi Episcoporum evidenzia i ruoli (attivi) del Santo Padre nell’assemblea sinodale.

LE FUNZIONI DEL PAPA

Il Sinodo dei Vescovi è direttamente sottoposto all’autorità del Romano Pontefice, al quale spetta propriamente: convocare il Sinodo; stabilire in tempo opportuno, prima della celebrazione del Sinodo, le questioni da trattare; ratificare l’elezione dei membri; definire l’ordine dei lavori; presiedere il Sinodo personalmente o attraverso altri; decidere sui voti espressi; ratificare le decisioni quando, in casi determinati, abbia concesso al Sinodo potestà deliberativa; concludere, trasferire, sospendere e sciogliere il Sinodo.

“ORGANO CONSULTIVO DEL PONTEFICE”

Il sinodo, spiega ad Aleteia il professore Fernando Puig, docente di Diritto canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce, «è un organo consultivo del Papa: la sua funzione è di aiutarlo, di mettere a sua disposizione un approfondimento, un dialogo e nei limiti del possibile un consenso collettivo sui temi all’ordine del giorno. Più approfondimento, più dialogo e più consenso si raggiunge, meno solo è il papa nell’indicare la linea della Chiesa. Tutto è impostato affinché il papa possa parlare con la voce degli altri vescovi, come fosse insieme a loro nell’annunciare ciò che si deve fare. Il Papa vuole un ambiente sereno e protetto, per incentivare la sincerità e nel possibile la convergenza di idee e proposte: la procedura sinodale ha questa finalità».

LA “MODIFICA” IN CORSO DELLE REGOLE

Un aspetto che va sottolineato è la rigidità delle regole, che il papa non può modificare in corso d’opera. «Essendo un suo organo consultivo – prosegue Puig – il Papa può configurarlo liberamente. Nell’ambito dell’azione collegiale, la chiarezza delle regole di procedura, conosciute da tutti in anticipo è essenziale. Per questo motivo, in parecchi contesti, le leggi che riguardano le procedure delle decisioni hanno un livello quasi costituzionale. Un vecchio principio giuridico dice “Quod omnes tangit ab omnibus approbari debet” (modificare i titoli di partecipazione configura essenzialmente la partecipazione stessa). Di solito non si inizia una riunione fin quando non c’è un accordo chiaro sulle regole. E poi quando ci sono dubbi spesso esiste una commissione giuridica che con criteri appunto giuridici tenta di chiarire i dubbi a beneficio di tutti (o quasi tutti)».

IL RELATORE E I TEMI “CALDI” DEL SINODO

Un ruolo delicato che assegna il pontefice è quello del Relatore generale, affidato in questa occasione al cardinale Peter Erdò. E’ lui che nella relazione d’apertura ha tracciato le linee guida del Sinodo su famiglia, matrimonio, comunione ai divorziati risposati, omosessuali. Sempre papa Francesco ha nominato una figura che affianca il Relatore ed è il Segretario Speciale, monsignor Bruno Forte.

IL RUOLO DEI PRESIDENTI DELEGATI

Un’altra figura centrale è il Presidente delegato, che presiede l’assemblea in nome e per autorità del pontefice. Papa Francesco ne ha incaricati quattro: i cardinali André Vingt-Trois, Arcivescovo di Parigi, Luis Antonio G. Tagle, Arcivescovo di Manila, Raymundo Damaesceno Assis, Arcivescovo di Aparecida (Brasile), Wilfrid Fox Napier, Arcivescovo di Durban (Sud Africa).

Ai Presidenti delegati compete: guidare i lavori del Sinodo secondo le facoltà attribuitegli nella lettera di delega, secondo l’ordine dei lavori stabilito, nonché secondo le norme procedurali fissate nel presente Regolamento; attribuire ad alcuni Membri, quando se ne ravvisi l’opportunità, compiti particolari affinché l’assemblea possa applicarsi ai suoi lavori in modo migliore; firmare gli atti dell’assemblea.

IL SEGRETARIO GENERALE, RUOLO CRUCIALE

Papa Francesco è anche in stretto contatto con il Segretario generale, il cardinale Lorenzo Baldisseri, che riferisce al papa circa lo svolgimento dei lavori del Consiglio della Segreteria generale; e preparare lo svolgimento di ogni assemblea, sottoponendo al Pontefice gli argomenti da trattare e l’elenco dei Membri per la necessaria ratifica.

Al termine dell’Assemblea generale del Sinodo, il Segretario generale archivia tutto il materiale in Segreteria generale e redige la relazione conclusiva dei lavori per sottoporla al Santo Padre.

LA DECISIONE DEL PAPA SULLA “RELATIO”

Per quanto concerne il documento finale dell’Assemblea sinodale, non esiste una norma prestabilita. «La Relatio – ha spiegato padre Federico Lombardi(Avvenire 13 ottobre) – verrà presentata la mattina di sabato 24 ottobre in aula, per essere sottoposta nel pomeriggio al suffragio dell’Assemblea. E quindi «conformemente alla natura del Sinodo, tale Relatio, frutto dei lavori sinodali, sarà consegnata al Santo Padre (dal Segretario generale ndr) al quale compete ogni decisione in merito».

VERSO UN’ESORTAZIONE APOSTOLICA?

Alla fine delle prime tre Assemblee sinodali (le Assemblee Generali Ordinarie del 1967 e del 1971, l’Assemblea Generale Straordinaria del 1969), le loro conclusioni e anche le loro raccomandazioni relative ai problemi sollevati furono portate all’attenzione del Santo Padre. Inoltre, dopo la Terza Assemblea Generale Ordinaria del 1974 fu il Santo Padre stesso, Paolo VI che, prendendo in considerazione le proposizioni approvate e le relazioni finali, pubblicò l’Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi.

Lo stesso procedimento si ripeté per le altre Assemblee Generali Ordinarie (1977, 1980, 1983, 1987, 1990, 1994, 2001), alle quali sono associate le Esortazioni apostoliche seguenti, rispettivamente Catechesi tradendæ, Familiaris consortio, Reconciliatio et pænitentia, Christifideles laici, Pastores dabo vobis, Vita Consecrata e Pastores gregis. Al termine dell’Assemblea Speciale per l’Africa (1994), il Santo Padre promulgò l’Esortazione Apostolica Post-sinodale Ecclesia in Africa che ha ottenuto buoni risultati, incoraggiando la riflessione e le iniziative pastorali nel continente.

LE ESORTAZIONI PER ASIA E AMERICA POST-SINODALI

Nel maggio 1997, nel corso di una visita pontificia in Libano, fu pubblicata l’Esortazione Apostolica Post-sinodale per l’Assemblea Speciale per il Libano (1995), Une espérance nouvelle pour le Liban, come parte integrante della fase celebrativa dell’Assemblea Speciale. Il 23 gennaio 1999, nel santuario di Nostra Signora di Guadalupe in Messico, fu promulgata dal Santo Padre l’Esortazione Apostolica Post-sinodale per l’Assemblea Speciale per l’America Ecclesia in America. Il 6 novembre 1999 il Santo Padre firmò a Delhi, in India, l’Esortazione Apostolica Post-sinodale Ecclesia in Asia.

IL PRIMO DOCUMENTO ELETTRONICO

Poiché non fu possibile al Santo Padre, per motivi di salute, recarsi in Oceania, l’Esortazione Apostolica Post-sinodale Ecclesia in Oceania fu pubblicata il 22 novembre 2001 durante una cerimonia, nella quale Sua Santità la trasmise per via elettronica a tutte le Chiese particolari in Oceania, con il risultato che essa divenne il primo documento pontificio inviato attraverso la rete elettronica. Il 28 giugno 2003, durante i Primi Vespri nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre firmò l’Esortazione Apostolica Post-sinodale Ecclesia in Europa.

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