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Le emozioni di una donna rimasta incinta per la prima volta

Pregnant woman 01 – CC – it

© Teza Harinaivo Ramiandrisoa / CC

https://www.flickr.com/photos/harinaivoteza/7241780178

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 01/10/15

Le emozioni di una donna rimasta incinta per la prima volta

Maternità è saper attendere: un figlio che arriva, una nuova se stessa, un mondo personale che cambia. Nell’attesa di una creatura vera, non immaginaria, c’è la sorpresa di scoprirsi all’origine di un racconto, quello di un altro essere umano.

La scrittrice Silvia Avallone, già “madre” delle protagoniste dei suoi libri e presto madre della sua prima figlia, racconta, tra vita e letteratura, come nasce la prima pagina di una nuova storia, l’incipit della vita di un altro essere umano (Corriere della Sera, 28 settembre).

DALLA LETTERATURA ALLA REALTA’

«In un romanzo – osserva la futura mamma – il tempo era solo un personaggio tra i tanti, spesso il più scialbo. E la vita non peggiorava, tra le pagine. Forse perché là la vita non c’era, c’era la letteratura. E io alla fine ho sempre dato più fiducia alla seconda che alla prima. Eccetto adesso che sto aspettando mia figlia».

“IL PIACERE DI PASSEGGIARE”

In questi mesi, racconta Silvia, «ho lasciato spesso i libri alle prime pagine senza proseguire«. In compenso, «ho scoperto il piacere di passeggiare. Senza motivo, lungamente, nella città che l’estate ha spopolato. Cammino e guardo. Mi affaccio su giardini interni che non avevo mai notato. M’incuriosiscono certi panni stesi tra le finestre chiuse, forse dimenticati. Dove prima c’erano parcheggi, ora ci sono ampi spazi deserti che rivelano il dettaglio di una pianta, di una panchina. E mi sorprendo di non dover aggiungere nulla, di non essere né di fretta né indietro».

“UN TEMPO CHE NON CONSUMA”

La scrittrice si accorge che l’attesa del parto «non solo ha inarcato il tempo, ma lo ha generato. E questo tempo altro non mi è nemico. Non corre e non consuma. Non l’ho mai trovato nelle pagine di un romanzo. Anche aspettare adesso è diverso: non è come nel ’95, quando ammiravo da lontano il regno dei grandi ansiosa di vedermi comparire tra loro».

“IO, PER LA PRIMA VOLTA DENTRO UNA NUOVA STORIA”

Adesso, confida, «aspetto una persona che non sono io, che è completamente nuova, che non è mai stata prima nel mondo e che il mondo ancora non ha conosciuto. Per questo quel che è già stato scritto, le parole che sono già state inventate, in questo momento non reggono il confronto con le cose. Perché non mi sono mai trovata così all’inizio, così dentro l’origine, di una storia».

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