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Papa Francesco “convertirà” il Congresso USA? L’analisi del vaticanista John Allen

Pope Francis Arrives From Cuba For Visit To D.C., New York, And Philadelphia

CHIP SOMODEVILLA / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

JOINT BASE ANDREWS, MD - SEPTEMBER 22: Banners celebrating the visit of Pope Francis are hung ahead of his arrival from Cuba September 22, 2015 at Joint Base Andrews, Maryland. The Pontiff will be visiting Washington, New York City and Philadelphia during his first trip to the United States as pope. Chip Somodevilla/Getty Images/AFP

Ary Waldir Ramos Díaz - Aleteia - pubblicato il 23/09/15

L'Amministrazione Obama compie passi verso il disgelo con Cuba e cresce l'aspettativa per la fine dell'embargo

L’Amministrazione Obama ha annunciato un pacchetto importante di norme a favore del commercio con Cuba, entrate in vigore questo lunedì e che superano quelle del gennaio scorso, dopo la lettera (17.12.2014) di papa Francesco a sostegno della “riconciliazione” tra Cuba e gli Stati Uniti.

Dopo la sua tappa cubana, il viaggio apostolico di Francesco prosegue a Washington, dove giovedì 24 settembre il pontefice pronuncerà un discorso al Congresso, il primo di un papa in questa sede. Il discorso riempie di aspettative la diaspora cubana negli Stati Uniti, anche perché in questa arena politica il blocco repubblicano si oppone alla fine legale dell’embargo.

Il vaticanista statunitense John Allen Jr. ha detto ad Aleteia che sia i repubblicani che i democratici presteranno grande attenzione a quello che dirà il pontefice, ma i politici di rango non criticheranno apertamente il suo discorso perché Francesco giunge nel Paese con una popolarità altissima e una statura morale che lo rende un punto di riferimento a livello mondiale.

Per loro il gioco non è litigare con il papa, né presentare il suo messaggio come conviene loro”, ha commentato Allen, che è anche editore associato del Boston Globe. Ogni gruppo politico sottolineerà quindi gli aspetti migliori del discorso papale, quelli che si adattano maggiormente alla linea del partito.

La tappa a Cuba è un messaggio per gli Stati Uniti

Secondo Allen, la prima tappa del viaggio apostolico del papa, a Cuba, è stata in sé “un messaggio” rivolto ai due Paesi, che avanzano verso la “normalizzazione” dei loro rapporti diplomatici dopo oltre 50 anni di ostilità a causa della “guerra fredda”.

Il pontefice ha inviato un messaggio implicito visitando L’Avana, Holguín e Santiago. “È un incarico agli Stati Uniti perché non dimentichino la responsabilità che hanno nell’emisfero occidentale, soprattutto nei confronti dei Paesi vicini che sono ancora in via di sviluppo”, ha dichiarato Allen.

La fine dell’embargo “è questione di tempo. La Casa Bianca ha già preso una posizione chiara (a favore), e tutto va avanti prima dell’arrivo del papa”, ha sostenuto l’analista senior per la CNN sul Vaticano.

Nel secondo giorno di permanenza di Francesco a Cuba, l’agenzia AP ha informato della possibile decisione degli Stati Uniti di rovesciare il suo blocco oppositore all’Assemblea dell’ONU contro Cuba. Secondo fonti diplomatiche, “l’astensione dal voto nel Palazzo di Vetro sulla fine dell’embargo è un segno di un altro passo verso il disgelo”.

La riconciliazione tra Cuba e Stati Uniti, un esempio per il mondo

Non appena ha calpestato il suolo cubano, il 19 settembre, papa Francesco ha ratificato nel suo discorso la speranza dietro “il processo di normalizzazione delle relazioni”, definito una vittoria della “cultura dell’incontro, del dialogo” e un “esempio di riconciliazione per il mondo intero”.

Il mondo ha bisogno di riconciliazione in questa atmosfera da terza guerra mondiale a tappe che stiamo vivendo”, ha detto il pontefice di fronte alle autorità civili ed ecclesiali di Cuba all’aeroportoJosé Martí de L’Avana.

La Santa Sede contraria agli embargo che attentano contro il popolo

Il Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu, ha confermato dal canto suo in un’intervista al telegiornale di Tv2000 che la Santa Sede “si è sempre espressa contro l’embargo sia a Cuba come in altri Paesi”.


Perché chi soffre sono i poveri e il popolo, non tanto gli altri”, ha aggiunto, “per cui sarebbe veramente ora che si sollevasse questo divieto e difficoltà per il popolo cubano che ha sofferto troppo a causa di queste limitazioni”.

Monsignor Becciu, che è stato Nunzio Apostolico a Cuba, ha confermato che il papa dedicherà alcune parole alla fine dell’embargo. “Ma c’è già la determinazione del presidente degli Stati Uniti, ora si aspetta il voto del Congresso e si spera che sia positivo. Non si può continuare così. Per cinquant’anni hanno sofferto a causa dell’embargo”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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