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La presenza del papa negli Usa, fondamentale per l’Amazzonia e la cura del creato

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Ana Cotta

Jaime Septién - Aleteia - pubblicato il 20/09/15

Denuncerà le situazioni che attentano contro la vita dei popoli e mostrerà la ricchezza della biodiversità dei territori

Una gran quantità di iniziative ecologiche e ambientali del continente americano ha ottenuto un sostegno inaspettato dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco sulla cura della casa comune, la nostra terra.

In questo senso, e approfittando della visita apostolica che il pontefice compirà negli Stati Uniti dal 22 al 27 settembre, una delegazione del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) e del Dipartimento per la Giustizia e la Solidarietà (DEJUSOL), nonché della Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica (REPAM), incontrerà il segretario generale della Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH) a Washington.

Lo ha reso noto l’agenzia cattolica internazionale Signis (con sede a Quito, in Ecuador) e attraverso Signis il segretario aggiunto del DEJUSOL, Luis Enrique Pinilla, che ha segnalato che ci si riunirà anche con altri organismi internazionali per sostenere e “farsi eco delle preoccupazioni del Santo Padre sull’ecologia”.

Accompagnare il papa e dar seguito agli accordi

Va ricordato che la CIDH è un organo appartenente all’Organizzazione degli Stati Americani, e che ultimamente ha ricevuto varie richieste dalla Chiesa cattolica latinoamericana, in particolare relativamente alle industrie estrattive che violano i diritti umani e i diritti territoriali di contadini e comunità indigene nella regione.

Con lo stesso proposito di farsi conoscere, verrà presentato a papa Francesco il lavoro che la REPAM sta svolgendo per rispondere alle preoccupazioni sulla cura del creato, “che si esprimono nella sua recente lettera enciclica Laudato si’”, ha dichiarato Pinilla.

Non solo accompagneremo questa visita del papa negli Stati Uniti, ma daremo seguito a istanze come la Commissione Interamericana per i Diritti Umani sul progetto che le abbiamo presentato (a marzo) e ci articoleremo con altre reti internazionali che lavorano sul tema delle industrie estrattive e sulle sfide che implicano le preoccupazioni del papa, che egli esprime nella sua enciclica”, ha commentato il rappresentante del DEJUSO.

Pinilla si è mostrato fiducioso sul fatto che la presenza del papa negli Stati Uniti rappresenti uno “scenario eccezionale per le ripercussioni che il Santo Padre avrà sul Congresso statunitense e sull’Assemblea delle Nazioni Unite, in vista delle decisioni che i Governi prenderanno non solo sull’Amazzonia, ma anche sui cambiamenti climatici”.

Affrontare le minacce

Nella riunione che si avrà con il Segretario Esecutivo della Commissione Interamericana per i Diritti Umani si seguiranno i temi esposti nell’udienza del marzo scorso e si dialogherà su un processo di formazione in Diritti Umani, di modo che serva anche al Sistema Interamericano per avere maggiori elementi di giudizio per presentarli ai Governi di questi Paesi, ha affermato Pinilla.

Il delegato del DEJUSOL ha partecipato alla riunione del Comitato per i Diritti Umani della REPAM, svoltosi dal 14 al 17 settembre a Quito. In questa occasione ha espresso preoccupazione per la situazione che vivono i popoli indigeni della Pan-Amazzonia “per le minacce che affrontano nei territori per via delle industrie estrattive, il modello dell’agroalimentare e altre situazioni che attentano contro la vita dei popoli e la ricchezza e la biodiversità dei territori”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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