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Venti nuovi a Cuba: la religione non è più “l’oppio dei popoli”

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Jaime Septién - Aleteia - pubblicato il 18/09/15

Sorprendente cronaca del quotidiano ufficiale del Partito Comunista su una preghiera per la pace organizzata da Sant'Egidio a L'Avana

Il quotidiano Granma, organo ufficiale del Partito Comunista di Cuba per cinque decenni, ha assottigliato, alleggerito e reso quasi etereo il suo modello di redazione quando oggi – alla vigilia della visita di papa Francesco nell’isola caraibica – tocca temi collegati alla Chiesa cattolica.

Prima vituperata, ora rappresenta una via d’uscita per la pace e la riconciliazione del popolo cubano, o almeno è quello che lascia intravedere qualche testo collaterale a quelli relativi alla visita di Francesco, come quello sul recente incontro di preghiera per la pace svoltosi a L’Avana.

Convivenza possibile

Con un messaggio di pace, unità e dialogo a favore del bene dell’umanità, si è svolta nella Piazza San Francesco d’Assisi, nel centro storico de L’Avana, la cerimonia di chiusura della Preghiera per la Pace”, inizia il resoconto pubblicato su Granma.

È il secondo incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Cuba. L’organizzazione nata a Roma nel 1968 sulla scia del Concilio Vaticano II ha riunito numerosi rappresentanti delle religioni mondiali presenti nell’isola sotto il titolo generale della giornata mondiale di preghiera, “La pace è sempre possibile”.

Monsignor Giorgio Lingua, nunzio apostolico a Cuba, ha letto il messaggio di papa Francesco a proposito di questo Incontro Internazionale per la Pace, esortando a vivere insieme in armonia.

La convivenza fruttuosa e pacifica tra persone e comunità che appartengono a religioni diverse è possibile e realizzabile. La convivenza pacifica tra le varie comunità religiose è un bene inestimabile per la pace e lo sviluppo armonioso di un popolo, è un valore da custodire e far crescere ogni giorno. L’educazione nel rispetto delle differenze e delle identità specifiche favorisce il dialogo e la comunicazione per il bene di tutti”.

Amore, dialogo, concordia

Eusebio Leal, storico de L’Avana citato da Granma, ha sottolineato l’importanza di questo evento ora che decine di migliaia di rifugiati fuggono in Europa, “in un momento in cui il mondo è commosso per quanti muoiono, soffrono e piangono”.

Leal ha esortato a pregare per la pace e a salutare e ringraziare quanti lottano e si consacrano ad essa, alludendo a come sia possibile – creando le condizioni richieste – vivere in un ambiente di pace, comprensione e rispetto per gli altri.

Come parte della cerimonia, Lizette Vila, direttrice del progetto Palomas, ha letto il Proclama per la Pace, uno scritto che chiede amore, dialogo, concordia e compassione tra esseri umani e comunità.

Si è quindi svolta la firma dell’Appello per la Pace, documento che i rappresentanti religiosi di Cuba hanno consegnato ai membri del corpo diplomatico presenti all’incontro.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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