Un lavoro scientifico fornisce nuove prove sul meccanismo di azione del levonorgestreldi Osservatorio di Bioetica UCV
La recente pubblicazione sulla prestigiosa rivista Linacre Quarterly, organo ufficiale dell’Associazione dei Medici Cattolici degli Stati Uniti, di un lavoro di ricerca sul meccanismo d’azione della pillola post-coitale o “pillola del giorno dopo”, che contiene levonorgestrel come principio attivo, sviluppato da scienziati americani ed europei, tra i quali Julio Tudela e Justo Aznar, membri dell’Osservatorio di Bioetica dell’Università Cattolica di Valencia (Spagna), getta nuova luce sul modo in cui questa pillola esercita il suo meccanismo contraccettivo, tema da alcuni anni oggetto di un’intensa polemica sui media scientifici.
Riportiamo alcune domande e risposte collegate al tema.
È importante sapere se il meccanismo d’azione evita o ritarda l’ovulazione o impedisce lo sviluppo dell’embrione?
È molto importante chiarire se il farmaco agisce evitando o ritardando l’ovulazione o, al contrario, lo fa impedendo lo sviluppo dell’embrione. La valutazione etica del suo utilizzo risulta completamente diversa. Nel primo caso parleremmo di un anticoncezionale, nel secondo sarebbe più corretto parlare di un abortivo, visto che si agisce interferendo nello sviluppo dell’embrione provocandone la morte.
Nel prospetto del farmaco e nelle informazioni che appaiono nei mezzi di comunicazione, anche in quelle fornite da alcune agenzie del farmaco, non si menziona la possibilità che possa provocare la morte dell’embrione, ma solo che evita l’ovulazione. È corretto?
La maggior parte delle informazioni fornite sul meccanismo d’azione di questo farmaco fa riferimento solo alla sua capacità di evitare o ritardare l’ovulazione nella donna, e la segnala come principale meccanismo d’azione per evitare una gravidanza.
In base ai dati del lavoro in questione, tuttavia, solo nel 12% dei casi in cui il farmaco è efficace come contraccettivo lo fa attraverso un meccanismo anovulatorio, ovvero evitando che la gravidanza si verifichi.
Nel resto dei casi l’ovulazione avviene, e se l’ovulo viene fecondato dallo spermatozoo il farmaco agisce interferendo sul suo sviluppo successivo, di modo da provocare la morte dell’embrione.
Che importanza può avere il fatto che le possibili utenti della “pillola del giorno dopo” non conoscano il vero meccanismo d’azione del farmaco?
Molte donne che desiderano evitare una gravidanza indesiderata dopo un rapporto sessuale e non utilizzano metodi anticoncezionali ricorrono a questa pillola come mezzo d’emergenza, ma hanno il diritto di sapere se quello che stanno facendo è evitare una gravidanza o distruggere l’embrione che possono aver concepito dopo il rapporto sessuale. La considerazione morale nell’uno o nell’altro caso è ben diversa. Non informare con rigore scientifico sul vero meccanismo d’azione di questo farmaco risulta quindi inammissibile.
Quali altre informazioni dovrebbe avere la donna prima di prendere la “pillola del giorno dopo”?
Oltre alla possibilità di porre fine alla vita del proprio figlio se si è verificata una gravidanza, la contraccezione post-coitale è meno efficace di quella ormonale classica, non deve essere utilizzata in modo ripetuto, secondo alcuni studi aumenta il rischio di soffrire di gravidanze ectopiche e non è esente da altri effetti secondari.
La possibilità di ottenerla liberamente nelle farmacie senza prescrizione né controllo medico rende inoltre impossibile prevenire le controindicazioni che ha il farmaco per alcune donne, l’abuso nel suo utilizzo o le interazioni con altri farmaci. Lungi dall’essere un trattamento innocuo, com’è stato presentato tante volte, siamo di fronte a un potente trattamento ormonale che dev’essere preso sul serio.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]