La testimonianza di un ex evangelico convertito al cattolicesimodi K. Albert Little
Da giovane evangelico, tendevo a distinguere nettamente i cattolici dai cristiani.
Non erano sinonimi, e molto spesso un cattolico non era, a mio avviso, un cristiano.
Quando i cattolici si presentavano ai nostri corsi di esegesi evangelica del Nuovo Testamento, venivano identificati immediatamente con un gruppo concreto di persone: i farisei.
I farisei con la loro religione.
“Stupidi farisei”, pensavamo, “non riconoscerebbero il Messia neanche se togliesse loro il fango dagli occhi!”.
Ho detto che noi eravamo quelli intelligenti?
Ad essere onesto, eravamo fuori luogo, e quello che commettevamo era il tipico errore protestante: identificavamo i farisei con la religione e la religione con ciò che è negativo.
Gesù ha condannato i farisei. I farisei erano religiosi. Ergo, la religione è negativa.
La logica sembra schiacciante.
Zwingli, padre del movimento anabattista, la pensava allo stesso modo. Dal suo punto di vista, la vita sacramentale della Chiesa cristiana medievale era troppo religiosa. Un punto di vista che persiste ancora oggi nella fede evangelica.
Credo che il cattolicesimo non sia attraente per gli evangelici per due ragioni.
In primo luogo, molti dei miei compagni evangelici ed io diffidiamo implicitamente della religione. Ciò è dovuto, in grande misura, a una mancanza di comprensione delle interazioni di Gesù con i farisei e alle radici storiche della Riforma. Riformatori come Zwingli hanno smantellato il sistema sacramentale cristiano, e noi, gli evangelici di oggi, abbiamo ereditato quello che restava.
Guardando in prospettiva, una lettura molto migliore della condanna di Gesù dei farisei, una lettura molto più consistente del loro comportamento e del loro orientamento generale nei confronti di questi leader ebrei, è che condanna la loro religione vuota.
La loro falsa pietà.
In una stanza piena di evangelici convertiti, ad ogni modo, scommetterei con sicurezza che tutti abbiamo sentito prima questo sermone: la religione è negativa. Naturalmente, ci innervosisce qualsiasi cosa abbia una parvenza di religione per paura di cadere nella presunta trappola dei farisei.
Per questo, rifiutiamo naturalmente il cattolicesimo in tutte le sue trappole religiose.
Che succede con i cattolici?
Da un lato la condanna dei farisei da parte di Gesù non è stata una condanna in generale della religione.
La chiesa cristiana primitiva – che riflette abbastanza la Chiesa cattolica di oggi – era decisamente religiosa. La Didachè, una delle testimonianze più antiche che abbiamo su come vivevano la fede i primi cristiani, mostra senza complessi la prospettiva religiosa del culto cristiano.
Gesù non ha condannato la religione. La religione non è negativa. Purtroppo, però, la “religione” è diventata sinonimo di “cattiva religione”. Inseparabile nella mente di alcuni.
In secondo luogo, gli evangelici trovano i cattolici poco attraenti per la loro testimonianza. Mancano cattolici che abbiano un rapporto personale con Cristo.
Quando ero evangelico, trovavo la fede cattolica poco attraente, molto anticristiana, perché i cattolici che conoscevo io non alimentavano un rapporto diretto con Cristo. Non erano, come direbbero gli scrittori evangelici, “discepoli”.
Non si sforzano di modellare la loro vita su Cristo – la Sua compassione, la Sua integrità, la Sua generosità –, e questo li rende non cristiani.
In realtà sembra piuttosto giusto, perché Gesù ha condannato i farisei per la loro religione vuota.
E le due cose vanno di pari passo: una pratica della religione [vuota] sostituisce il rapporto con Cristo. Togli la religione e concentrati su Cristo.
È un’argomentazione corretta, e a mio avviso la nostra risposta non deve essere restituire pan per focaccia, ma essere d’accordo.
Una religione vuota è un ostacolo a una vita in Cristo. La religione vuota è pericolosa. Gesù l’ha condannata. E noi, come cattolici, dobbiamo fare attenzione a non cadere nella religione vuota dei farisei.
Io sono stato evangelico e sono d’accordo.
Però poi sono diventato cattolico.
Non abbiamo bisogno di fornire argomentazioni.
Al posto di questo, dobbiamo dimostrare.
Dimostrare il potere vivificante dell’Eucaristia. Dimostrare la libertà che viene dal Rito della Penitenza. Dimostrare la vita incredibile e incarnata che inizia nel Battesimo e che si concede nella Confermazione.
Difendere la benedizione del modello sacerdotale che Dio ci ha donato.
Celebrare con orgoglio la bellezza del matrimonio sacramentale.
Perché il cattolicesimo è così poco attraente per gli evangelici?
Perché gli evangelici non vedono una vita spirituale cattolica vissuta, celebrata e abbracciata con tutto il cuore.
Gli evangelici vedono una religione vuota. Possiamo incolparli di questo?
Quando i nostri banchi sono pieni di cattolici che lo sono per inerzia?
Quando la catechesi cattolica è così povera che un buon numero di cattolici non comprende neanche la Presenza Reale [di Cristo nell’Eucaristia, n.d.t.]?
Quando i cattolici confondono il giudizio come l’attributo più imitabile di Dio anziché luogo della misericordia?
Nel momento in cui ho visto e compreso, ed ho visto una fede cattolica vissuta, mi sono convinto.
Nel momento in cui ho compreso gli insegnamenti della Chiesa cattolica, la bellezza dei sacramenti e che i cattolici potevano essere così vicini a Gesù in una vita di incarnazione, non dovevo più fare nulla.
Non appena mi sono reso conto che ciò che pensavo di sapere sul cattolicesimo, che ciò che molti cattivi cattolici mi avevano convinto che fosse giusto sul cattolicesimo, era l’esatto contrario della realtà, sapevo che non avrei potuto resistere.
Cosa dobbiamo fare come cattolici?
Dobbiamo essere cattolici. Davvero.
Se ciò che attrae poco gli evangelici è quella che sembra essere una pietà vuota e la mancanza di relazione autentica, ciò che dobbiamo chiedere allo Spirito Santo è di riempirci di una vita più cattolica.
Un abbraccio senza complessi della fede cattolica, che è fondamentalmente una relazione personale con Cristo. Una relazione, per amore di Dio!, che è così vicina che di fatto ci nutriamo di Gesù nella Sua carne e nel Suo sangue.
Sembra troppo semplicistico dire che non c’è nulla di più personale di questo?
Perché se noi cattolici vivessimo davvero la vita alla quale siamo destinati, la vita che detta la nostra fede, vivremmo la vita più centrata in Cristo, bella, immaginabile. Certo. Ma purtroppo non lo facciamo. E purtroppo, l’immagine che io avevo dei cattolici quando ero evangelico è in gran parte esatta.
Non ne sono soddisfatto, e nessuno di noi dovrebbe esserlo.
Se abbiamo, come professa la Chiesa cattolica, la “pienezza” di Cristo, allora i nostri fratelli e le nostre sorelle evangelici dovrebbero vedere qualcosa di diverso rispetto a ciò che vedono. Dovremmo avere un aspetto diverso da quello che abbiamo.
Dopo tutto, come cattolici abbiamo il trio vincente: la realtà storica di una Chiesa di duemila anni, un rigore intellettuale di grande caratura e l’attrattiva della bellezza della nostra fede.
Ma se non lo viviamo nella realtà – come dimostrazione del fatto che amiamo Gesù –, alla fine non siamo migliori dei farisei.
E questo non attrae.
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Articolo pubblicato sul blog The Cordial Catholic, di K. Albert Little e tradotto da Aleteia.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]