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Papa Francesco: “Chiesa costruisca ponti, non muri. Monasteri che fanno gli hotel, paghino Ici”

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 14/09/15

Due interviste in pochi giorni e il pontefice a tutto campo su amicizia, accoglienza, fondamentalismo, e...tasse

Duplice intervento radiofonico di Papa Francesco. La radio argentina FM Milenium ha trasmesso ieri, domenica 13 settembre, a Buenos Aires una intervista di Bergoglio, un’ora circa di conversazione tra lui e un suo amico da più di 15 anni: Marcelo Figueroa. Presbiteriano, si erano conosciuti nei tempi quando lui era il direttore delle Società Bibliche Argentine.

Così come quella rilasciata nei giorni scorsi all’emittente portoghese Radio Renascenca, in occasione della visita ad Limina dei vescovi del Portogallo.

Nella prima il Papa si è soffermato sul tema dell’amicizia:

«Non ho mai avuto tanti ‘amici’ come adesso. Tutti sono amici del Papa. L’amicizia è qualcosa di molto sacro. Lo dice la Bibbia: ‘abbi uno o due amici’. Prima di considerare amico qualcuno, lascia che il tempo lo metta alla prova, per vedere come reagisce davanti a te», ha detto Jorge Mario Bergoglio, prima di chiarire che tutti vivono l’esperienza dell’amicizia utilitaria.

«L’amicizia è accompagnare la vita dell’altro da un presupposto tacito. In genere, le vere amicizie non devono essere esplicitate, succedono, e poi è come se si coltivassero. Al punto di far entrare l’altra persona nella mia vita come sollecitudine, come buon auspicio, come salutare curiosità di sapere com’è lui, la sua famiglia, i suoi figli», ha aggiunto.
«Noi uomini, per il nostro peccato, per la nostra debolezza, fomentiamo la cultura dell’inimicizia. Dalla guerra fino alle chiacchiere di quartiere, o al lavoro. Uno degrada, calunnia o diffama l’altro con molta libertà, come se fosse la cosa più naturale al mondo, anche se non fosse vero, soltanto per avere un posto più potente o qualcos’altro», ha spiegato (Vatican Insider, 14 settembre).

Così come sulla necessità di costruire ponti e di evitare il pericolo – che tutte le religioni corrono – del fondamentalismo. Fondamentalisti che, dice il Papa: “cercano di distruggere, perché sono fedeli a un’idea, ma non a una realtà”, Francesco ha messo in guardia sul pericolo rappresentato da “quell’oscurità trasversale che ci toglie l’orizzonte, ci fa chiudere nelle nostre convinzioni e, tra virgolette, ideologie. È un muro e, quindi, non c’è incontro” (Radio Vaticana, 14 settembre).

Nella seconda su questioni relative alla Chiesa:

“Pure le congregazioni religiose devono fare attenzione alla tentazione del dio denaro. Se si guadagna nell’accoglienza bisogna pagare le tasse”. “Alcune congregazioni – spiega il Pontefice – dicono: ‘no, ora che e’ il convento e’ vuoto faremo un hotel, un albergo: possiamo ricevere gente e con ciò ci manteniamo e guadagniamo denaro’. Bene, se desideri questo – taglia corto Bergoglio – paga le imposte. Un collegio religioso e’ esente dalle imposte ma se lavora come un hotel e’ giusto che paghi le imposte” (Agi, 14 settembre).

Anche la Chiesa – suggerisce il Papa – deve assumersi dei rischi, uscendo. Se si vive chiusi in se stessi, si rischia di ammalarsi, si può andare incontro ad “una Chiesa rachitica, con norme fisse, senza creatività, assicurata ma non sicura”. “Quindi tra una Chiesa inferma e una Chiesa incidentata preferisco quella incidentata perché è almeno in uscita” (Radio Vaticana, 14 settembre).

Così come si è soffermato sull’emergenza dei profughi sulla rotta balcanica che secondo il pontefice «è solo la punta di un iceberg; povera gente che fugge dalla guerra, che scappa dalla fame», riprendendo così, con la radio portoghese, il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. Alla base di quello che sta accadendo c’è la rottura di un equilibrio sistemico. «La causa è di un sistema economico ingiusto, cattivo perché, parlando anche del problema ecologico, della politica, il centro non è più la persona. Il sistema economico dominante mette al centro il dio denaro, è l’idolo di moda» (Il Messaggero, 14 settembre).

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