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Monsignor Sequeri “Ripensare la teologia a partire dall’alleanza uomo donna”

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Aleteia - pubblicato il 13/09/15

Un incontro a Civiltà Cattolica per ragionare sui temi del Sinodo della Famiglia

Una occasione di ragionamento in attesa del Sinodo di Ottobre si è presentata ieri presso la sede della rivista Civiltà Cattolica dove il suo direttore Antonio Spadaro ha riunito monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, la sociologa Chiara Giaccardi e lo psicanalista Massimo Recalcati. Oltre a loro monsignor Pier Angelo Sequeri preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale intervistato da Francesco Peloso per Vatican Insider su un intervento molto denso che è partita da una constatazione: «La famiglia non l’ha inventata la Chiesa, su di essa anzi la Chiesa si appoggia e edifica, il fatto è che oggi la famiglia non va più avanti da sé, ha bisogno di essere pensata».

Monsignor Sequeri, perché è critico con l’idea di amore romantico, pure insegnato spesso da tanti sacerdoti? «Dato che il cristianesimo crede nella vita eterna, crede pure nella bellezza dei legami di amore che hanno tenuta. Di conseguenza non puoi insegnare alla gente che un giorno troverà questo incantamento come i ragazzi sedicenni, devi insegnare che quella roba si trasformerà che quella roba sarà diversa, altrimenti un giorno penseranno solo che sono vecchi, malati che non sono affascinanti….Questo è l’idea di un amore vaporoso, romantico, e quando finisce le persone dicono: devi sfacchinare e basta, perché la famiglia alla fine diventa questo, un resistere per non cedere. E allora i ragazzi dicono no, quella fatica non la faccio più, perché tu m’hai detto che l’amore è un’altra cosa, è un incantamento. Questa è la partita vera che ci attende al di là di tutti gli aggiornamenti che dobbiamo fare per allinearci con una realtà che deve essere custodita nel mondo di oggi e non come se fossimo al tempo della nonna. Ma la vera partita è quella di mostrare che l’amore genera legami insostituibili, personali, indissolubili che si spera resistano fino alla vita eterna; questo amore gioca la sua partita migliore, mentre l’amore incantamento, l’amore sogno, è come il motorino d’avviamento: va benissimo avviare ma non avrà ma tenuta e allora s’ingannano i ragazzi. In questo senso secondo me la fede a fa la differenza perché in quella famosa promessa sta la vita eterna, mentre l’incantamento va e viene; nel legame d’amore sta invece la vita eterna; se riusciamo a insegnare questo noi riscattiamo la famiglia dalla sua mortificazione – vale a dire c’è il sogno e poi la famiglia che è la realtà, un’idea bruttissima – nello stesso tempo insegniamo qualcosa sull’amore di cui il nostro tempo ha perso la cognizione. Quando noi diciamo l’amore eterno, non dobbiamo solo dire la formula, dobbiamo cercare di spiegarla, e spiegarla significa questo: l’iniziazione all’amore eterno è un amore capace di generare legami che hanno tenuta oltre l’impossibile».

Prosegue sul sito di Vatican Insider

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