Aleteia logoAleteia logoAleteia
sabato 20 Aprile |
Aleteia logo
Stile di vita
separateurCreated with Sketch.

Alcuni consigli per sviluppare la creatività di vostro figlio

children-671573_1280

© sandid

Familia Cristiana - pubblicato il 09/09/15

Deve poter diventare uno stile di vita, non un atto isolato

di Cecilia Barone

Al giorno d’oggi la creatività sembra essere una delle qualità umane più lodate e ricercate sul mercato lavorativo. Tutti ambiscono ad essere “creativi” e originali. Per diventarlo, la prima cosa che pensiamo di dover fare è rompere con quello che ci ha preceduto, con il passato.

Questo atteggiamento si giustifica pensando che la creazione sorga in modo spontaneo, dal nulla, senza alcuno sforzo. Se ci mettiamo a studiarla più da vicino, tuttavia, ci rendiamo conto che questo processo deriva da una complessa catena di combinazioni.

Creare è combinare percezioni, conoscenze, idee e memorie che esistono dentro di noi per dar forma a un materiale originale. Questo si ottiene collegando ciò che apparentemente non è collegato, scoprendo relazioni dove gli altri vedono solo disordine.

Possiamo creare?

Il vero atto creatore è solo patrimonio di Dio. Noi umani non facciamo altro che ricreare con ciò che possediamo, con quello che abbiamo a portata di mano.

In realtà, se la creatività consiste nell’unire materiale che possediamo e abbiamo accumulato per poterlo usare in modo diverso, ci potremo rendere conto del fatto che tutti siamo più creativi di quanto immaginiamo, e questo succede ai genitori quando pensano ed escogitano nuovi modi perché lo stipendio renda di più o quando organizzano in modo innovativo le molteplici attività della vita quotidiana.

Accade agli insegnanti che invece con poche risorse devono ingegnarsi per insegnare qualcosa di modo che catturi l’attenzione degli allievi e li entusiasmi, quando riescono a coinvolgere tutti, quando incentivano forme nuove e pacifiche per creare un clima di convivenza.

Accade a quanti hanno la propria piccola impresa e devono capire come guadagnare superando le difficoltà imposte dalla congiuntura; alle persone che si coinvolgono in modo solidale inventando modi per aiutare gli altri.

Se ci pensiamo, qualsiasi atto quotidiano può trasformarsi in un atto creativo. Quello che accade è che tendiamo a pensare che sono o sono stati creativi solo un Dante, un Michelangelo, un Picasso, un Gandhi o una Madre Teresa di Calcutta.

Ovviamente lo sono stati, ma se ci spiazzano questi esempi è possibile che non ci sentiamo all’altezza delle circostanze che dobbiamo vivere per dimostrare il nostro ingegno. Tutti lo sono stati nella misura in cui hanno captato e plasmato quello che la loro epoca offriva ed esigeva loro. Non potevano smettere di fare quello che hanno fatto, qualcosa dentro di loro li portava a dare risposte nuove a ciò che si presentava loro.

Occupate la vostra testa con i fatti più diversi provenienti dai campi più diversi, e date loro un’altra forma”, raccomandava lo scrittore Ray Bradbury, spiegando però che se le persone non sono educate non importerà loro nulla di ciò che vedono o sentono.

Devono immagazzinare qualcosa dentro di sé perché le metafore circolino e si scontrino, generando nuove metafore che sfidino l’ordine stabilito. Collegare ciò che è diverso significa stimolare la curiosità innata per ciò che ci circonda attraverso l’educazione.

Non c’è creazione senza educazione

È indispensabile alimentare la nostra mente perché si verifichi in essa quel processo quasi miracoloso di combinazione del diverso che è alla base della creazione. Per questo abbiamo bisogno di aumentare in modo costante il nostro capitale di risorse accumulando i materiali più diversi. Come in un gioco di mattoncini. Se abbiamo solo mattoncini di forma, dimensione e colore uguale, costruiremo sempre lo stesso, cose poco interessanti, ma se uniamo pezzi di varie dimensioni, di colori e forme diversi, la possibilità di creare si moltiplicherà. Chi osserva il processo dall’esterno potrà intravedere l’originalità di quanto creato, ma noi, guardando soltanto il nostro bagaglio interiore, sapremo da dov’è venuto.

I talenti ricevuti si educano, altrimenti non danno mai frutti. È più che verificato. La funzione della famiglia e della scuola è educare persone capaci di sviluppare ciò che hanno di innato.

Risulta imprescindibile instillare nei figli e negli studenti un anticonformismo naturale di fronte alla mediocrità. I mediocri sembrano, se non felici, almeno tranquilli. Mediocre è colui che passa la vita fluttuando come una boa senza trovare il modo di usare le proprie risorse per raggiungere una vita che sia la più umana possibile.

Essere creativi deve poter diventare uno stile di vita, non un atto isolato. Per questo è necessario imporsi piccole sfide nella vita quotidiana (quando si è a casa, al lavoro, quando si usa Internet, quando ci si relaziona con gli altri) e farlo con continuità.

Il cammino per ottenere una mente creativa e feconda non è l’accumulo di informazioni, al contrario. Questa capacità è caratterizzata dal fatto di trattare un problema specifico in base a molte prospettive. Non appare per generazione spontanea: si nutre della continua interazione di idee, dati, esperienze vissute, conversazioni, narrazioni, metafore, esempi e modelli. Da sempre un buon maestro si è avvalso di questi strumenti, ma oggi dobbiamo compiere uno sforzo perché si potenzino sistematicamente, e il primo a doversi sentire creativo è il maestro stesso.

Bisogna insegnare ai giovani a:

Rafforzare la fiducia nella propria creatività di creare e ricreare ciò che si conosce

Osservare in modo preciso e con l’attenzione focalizzata su ciò che si fa

Saper porre domande che vadano al cuore della questione che si analizza

Tacere, soprattutto nelle prime tappe di esecuzione, la voce del giudizio negativo

Rafforzare la volontà

Avere la sensazione della missione associata a ciò che si sta facendo

Sviluppare la pazienza di fronte ai fallimenti

Trovare gioia e diletto nell’attività che si svolge

Sentendoci creativi, possiamo immaginare le mete che ci piacerebbe raggiungere perché i nostri sogni diventino realtà e aiutare gli altri a fare lo stesso

Non zoppicare di fronte all’insuccesso

Se proviamo a fare qualcosa in modo diverso da quello a cui siamo abituati, commetteremo sicuramente più di un errore. La questione consisterà nel continuare a provare e non abbattersi davanti all’insuccesso.

L’educazione dovrebbe smettere di offrire pacchetti di soluzioni prefabbricate, stimolando invece la capacità di organizzare l’informazione per trovare soluzione ai problemi. La nostra tendenza naturale è pensare la realtà a compartimenti stagni. Oltre a insegnare come risolvere un problema, gli allievi dovrebbero essere formati ad analizzare perché si è verificato il problema e come si collega ad altri problemi esistenti o potenziali.

Per imparare è necessario sperimentare, esplorare varie possibilità di soluzione a uno stesso problema. La sperimentazione ha anche un’altra conseguenza importante: gli allievi imparano ad accettare la responsabilità del proprio apprendimento, qualità necessaria per performance che richiedono la riconversione permanente.

Dobbiamo comprendere che la vita umana è un dono ricevuto che se lo sappiamo usare ci permette di essere felici, di crescere e svilupparci, di elaborare un progetto personale e comunitario e un’esperienza di incontro con i nostri punti di forza. È così che trasformiamo la nostra esistenza in un atto creativo.

—-

Cecilia Barone, sociologa, psicologa sociale e docente superiore di Scienze Sociali

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
bambinieducazioneeducazione cristianagenitori
Top 10
See More