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A caccia di falsi miracoli

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Padre Henry Vargas Holguín - pubblicato il 07/09/15

Il sogno di ogni scettico

È il sogno di ogni ateo o scettico: dimostrare quello che la medicina ieri non riusciva a spiegare e oggi spiega.

Ogni anno la Sacra Congregazione delle Cause dei Santi offre un corso (Studium) di due mesi in Vaticano per formare postulatori di cause di beatificazione e canonizzazione, tutte le persone che prendono parte a questo tipo di processi.

Un processo di beatificazione o canonizzazione è un processo giudiziario che deve seguire un iter specifico, perché una persona che viene beatificata, o ancor di più canonizzata, diventa un “bene pubblico” per la Chiesa.

I partecipanti al corso imparano le formalità giuridiche che apportano le massime garanzie di serietà al processo. Una parte fondamentale di quest’ultimo sono i miracoli, requisito per tutte le cause (tranne quelle dei martiri) e che nella stragrande maggioranza consistono in guarigioni inspiegabili. Va sottolineato che gli scienziati che partecipano ai processi non giudicano sui miracoli in se stessi (un miracolo è un giudizio teologico), ma si limitano ad affermare, se è il caso, che un fatto non ha una spiegazione naturale.


Per sottolineare la serietà di questi processi, va indicato che ci sono stati ricercatori che hanno studiato a fondo gli archivi della Congregazione per trovare errori o falsi miracoli.

Queste persone hanno “rispolverato” molti casi antichi che i medici dell’epoca avevano considerato inspiegabili ed erano serviti a beatificare o canonizzare qualcuno per verificare se allo stadio attuale delle conoscenze mediche questi casi avrebbero trovato una spiegazione.

La conclusione è stata schiacciante: non è stato trovato alcun caso che in altri tempi sia stato considerato inspiegabile e oggi abbia una spiegazione medica. È una prova a posteriori del rigore con cui la Chiesa affronta queste cause.

Per la cura dei casi di cancro, la Congregazione esige un minimo di dieci anni senza recidive per iniziare a studiarne il presunto carattere miracoloso, lasso di tempo in cui i tumori cerebrali si estendono ancor di più.

Le norme che si seguono non sono cambiate da quando papa Benedetto XIV le ha stabilite nel 1734: la malattia deve essere grave, non dev’essere catalogata tra quelle che si curano spontaneamente, la guarigione non può essere attribuita ad alcun trattamento e dev’essere completa e duratura. I progressi della medicina in questi tre secoli non hanno permesso di smentire alcuno dei giudizi emessi dal 1734.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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