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Il contrario dell’amore è… l’irrazionalità?

Sad teenage couple

© Martin Novak/SHUTTERSTOCK

Il blog di Costanza Miriano - pubblicato il 06/09/15

Oppure il vero contrario dell’amore è l’egoismo?

di Paolo Pugni

Leggo, su un social, una di queste frasi melense che affascinano tanto quanto inquinano: “il cuore dell’uomo è naturalmente portato all’amore e non al suo contrario”. È un falso storico, è la ripresentazione del mito del buon selvaggio sotto altre spoglie. Non è vero. Ma piace e fa presa. Lo scrivo, twittando il mio sdegno, e mi risponde una brava persona che dice: non vale per tutti, solo per alcuni.

Alt, fermi tutti. Qui c’è in ballo il solito errore di prospettiva, non è un caso che la persona in oggetto sia una donna, con le quali, mi accorgo, è sempre più difficile fare un discorso generale, di massimi sistemi. Personalizzano. Infatti quando chiedo spiegazioni mi risponde che anche lei pensava come me poi quando è diventata mamma ha scoperto l’istinto materno. E aggiunge errore ad errore. Ricapitoliamo.

La parola chiave della bestialità da bacio perugina è “naturalmente”, cioè per natura.  La persona sarebbe portata ad amare come slancio primario. Per natura. Lo ripeto. Il che impedisce che si risponda dicendo: per alcuni sì, per altri no. Se così fosse vorrebbe dire che ci sono due nature umane, una per la quale l’amore è il modo tipico di essere, l’altra per cui non lo è. E questo, fosse vero, sarebbe gravissimo. Come potremmo distinguere di quale natura sono le persone? E da che cosa dipenderebbe?

Quindi l’osservazione che la frase, o il suo contrario, non vale per tutti è un errore filosofico da matita blu. Poi contesto fortemente che l’istinto primario sia verso l’amore: a parte che lo si constata facilmente nei piccoli, ma il punto essenziale è nel confondere il doppio verso della freccia.

Torniamo alla frase iniziale: il cuore dell’uomo è naturalmente portato all’amore e non al suo contrario”. Adesso ditemi: qual è il contrario dell’amore? L’odio?

Sbagliato! Quello è una conseguenza. Il vero contrario dell’amore è l’egoismo. Neppure l’indifferenza, perché essa non è moto primo, è conseguenza dell’amore per me: mi amo così tanto da non provare nulla per te. Sì, ma… attenzione: non provo nulla per te fino a quando non ti metti di traverso, fino a quando non diventi per me un ostacolo. Allora spunta l’odio. La madre di entrambi però è l’egoismo, che diventa madre anche dell’altro vizio trascinato con sé dall’amore, quello per eccesso: il possesso. L’amore che tracima e diventa ossessione: anche questo è una forma sottile di egoismo; sottile perché nascosto sotto un apparente altruismo, in realtà forse anche più greve dell’odio, perché quest’ultimo allontana, il primo soffoca.

L’egoismo dunque è naturalmente nel cuore dell’uomo, dalla prima età. E, come si diceva, genera l’odio. Perché vede nell’altro un nemico dei sui diritti. Se non si comprende questo, si sbaglia antropologia. E senza tirare in ballo il peccato originale: se non volete crederci, pazienza. Non volete credere all’origine di questa inclinazione? Pazienza. Quello che conta è sapere che esiste. Se fate finta di nulla, è la devastazione.

Infatti. Partendo da questo falso assunto la Sinistra, perché sta lì culturalmente l’antropologia sbagliata che crede nel buon selvaggio, ha assestato un colpo decisivo alla società distruggendo le fondamenta grazie al suo “liberi tutti” sessantottino. Come scrive lo storico Giovanni Orsina: “In un Paese con un debole senso dello Stato, la contestazione di ogni autorità e tradizione ha finito per assecondare e accentuare le spontanee tendenze anarcoidi degli italiani, scassando ulteriormente un sistema istituzionale già molto fragile, fino a rendere la società ingovernabile. Sul piano del costume si è giustamente posto l’accento sull’autodeterminazione dell’individuo, ma purtroppo è stato trascurato il correlativo principio di responsabilità. Così ha preso piede una concezione della libertà disgiunta da qualsiasi indirizzo etico, che reclama sempre più diritti e non vuol sentir parlare di doveri”.

Anche lui commette il medesimo errore: l’autodeterminazione dell’individuo non può che trascinare all’assoluzione continua, alla rimozione del principio di responsabilità. Se io sono Dio e Legislatore a me stesso, per forza divento irresponsabile. Etica e autodeterminazione dell’individuo sono in inconciliabile contrasto: o al centro dell’universo ci sono io, o dei valori che mi precedono ontologicamente. Non ci può essere libertà assoluta se ci sono valori pre-esistenti. Se, e solo se, esistono fondamenti che precedono  l’uomo, allora libertà è scegliere la verità.

Per capire come la pensa una persona, un movimento, una associazione, un partito, un amico, un nemico –presunto o dichiarato- un collega, la domanda è sempre quella: per te che cosa è l’uomo?

QUI L’ORIGINALE

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