Riprendiamo il filo del discorso su uno degli appuntamenti ecclesiali più importanti
Si apre il 4 ottobre, in Vaticano, l’Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi su «vocazione e missione della famiglia». Un evento molto atteso, dentro e fuori la Chiesa, anche a motivo delle diversità di vedute emerse prima, durante e dopo il Sinodo straordinario, svoltosi sugli stessi temi nell’ottobre 2014.
Nel numero di agosto-settembre di Aggiornamenti Sociali, Giuseppe Trotta, gesuita della redazione, propone una rilettura del percorso fatto sinora, a partire dalle questioni teologiche e pastorali relative al matrimonio.
Lasciando cadere la logica degli schieramenti contrapposti con cui, specie a livello mediatico, viene spesso letto il dibattito in corso, e cercando, invece, di cogliere il nucleo essenziale delle questioni, si osserva – scrive Trotta – che «nel cammino sinodale le discussioni più animate hanno riguardato non tanto la famiglia, quanto la relazione coniugale, la cura delle unioni ferite o irregolari e la relativa prassi pastorale e sacramentale. Una chiave di lettura più adatta, allora, ci sembra la distinzione fra due modi con cui si può guardare al matrimonio: dal punto di vista giuridico, ponendo in primo piano la dimensione istituzionale oggettiva, che contempla diritti e doveri; e da quello della relazione interpersonale, osservandone la qualità e subordinandovi l’istituzione».
Dopo una sintetica ricostruzione di come, in Occidente, si è evoluta nei secoli la concezione del matrimonio, l’Autore spiega che «quanti partono da una visione giuridica di tale consenso danno la priorità ai diritti e ai doveri che conseguono al rapporto così istituito, retto al contempo dal diritto divino e canonico. (…) Quanti, invece, partono da una concezione personalistica del matrimonio, tendono piuttosto a vederlo come “un’unione personale nella quale i coniugi si donano e si accolgono reciprocamente” e in quest’ottica “recuperano” gli “aspetti ‘oggettivi’ ed istituzionali”».
Concentrando l’attenzione sull’Instrumentum Laboris e sulle novità che potrà ispirare nell’Assemblea del prossimo ottobre, padre Trotta ne sottolinea l’insistenza sull’importanza della relazione interpersonale: «Questa prospettiva non era certo assente nei precedenti documenti del Magistero, ma non era ancora il punto focale da cui discernere limiti e potenzialità delle diverse situazioni, anche quelle cosiddette “irregolari”. Infatti, uno dei punti più controversi della Relato Synodi è stata l’affermazione di una nuova sensibilità pastorale, che porta a “cogliere gli elementi positivi presenti nei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, nelle convivenze”».
Andando oltre la distinzione mediatica e semplicistica fra conservatori e progressisti, conclude l’articolo, il Sinodo potrebbe essere il punto di partenza per una più ampia revisione della pastorale sacramentale della Chiesa, chiarendo anche meglio il rapporto fra i sacramenti, in particolare matrimonio, riconciliazione ed eucarestia».
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