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Jimmy Carter si affida a Dio: ho un cancro, ma sono tranquillo

President Jimmy Carter

Public Domain

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 25/08/15

L'ex presidente Usa ha messo sempre al centro della sua vita il messaggio di Cristo

«Sono nelle mani di Dio, preparato a tutto». Otto giorni dopo l’annuncio di avere il cancro, l’ex presidente Usa Jimmy Carter si presenta davanti ai giornalisti per discutere pubblicamente il suo stato di salute (VanityFair.it, 21 agosto).

PRESIDENTE E PREMIO NOBEL
È una conferenza stampa senza precedenti, persino nell’America che fa delle cartelle cliniche dei suoi politici un normale argomento di discussione. 91 anni il prossimo 1 ottobre, presidente Usa dal 1977 al 1981 e Premio Nobel per la pace nel 2002, Carter si sottoporrà oggi al primo ciclo di radioterapia per intervenire su quattro piccole presenze di melanoma al cervello.

“ERO SORPRENDENTEMENTE CALMO”
«Credevo di avere solo poche settimane di vita, ma mi sentivo sorprendentemente calmo», racconta. «Ho avuto una vita magnifica, ho migliaia di amici, ho avuto un’eccitante, avventurosa e gratificante esistenza».  Ora, prosegue Carter, «mi sento nella mani di Dio, nel quale confido, e sarò preparato per qualunque casa avvenga» (Corriere della Sera, 21 agosto).

NEW BORN IN CHRIST
Carter è un credente e praticante convinto. Le sue radici sono nella cultura della Bible belt – la “cintura della Bibbia”, la fascia meridionale degli Usa – e lui si è sempre definito un «new born in Christ», un «nato di nuovo in Cristo». Ma l’ex presidente sta da tutta un’altra parte, politicamente e teologicamente (Jesus, 2005)

BENEVOLENZA E GENEROSITA’
«Uno dei temi più frequenti nelle scritture bibliche è quello della benevolenza e della generosità – raccontava a Jesus – è il tema della condivisione delle risorse con coloro che hanno di meno. Nel 2000 mi è capitato di fare un discorso a Taiwan su un tema molto ambizioso: qual è la grande sfida da affrontare nel nuovo millennio. E, dopo una lunga riflessione, ho deciso di rispondere che è il divario crescente tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri. E sottolineo la parola crescente perché questo divario è sempre più grave».

IL MESSAGGIO DI GESU’
E questo divario economico, secondo Carter, allontana i popoli, «li rende meno consapevoli gli uni degli altri». E qui subentra il «messaggio centrale di Gesù: il suo amore va in primo luogo a coloro che sono poveri, soli, senza amici, che soffrono, che sono abbandonati. (…)». Se le comunità di fede, «e tra di loro anche i cristiani, ovviamente», accettassero questa sfida, conclude l’ex presidente Usa, «il loro impegno avrebbe una importanza eccezionale. È una grande sfida».

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