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S. Bernardo di Chiaravalle: amare Dio senza misura

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 18/08/15
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Abate e dottore della Chiesa, percorse le vie dell’Europa per combattere le eresie e difendere il papa e la Chiesa

"San Bernardo, abate e dottore della Chiesa, che entrato insieme a trenta compagni nel nuovo monastero di Cîteaux e divenuto poi fondatore e primo abate del monastero di Chiaravalle, diresse sapientemente con la vita, la dottrina e l’esempio i monaci sulla via dei precetti di Dio; percorse l’Europa per ristabilirvi la pace e l’unità e illuminò tutta la Chiesa con i suoi scritti e le sue ardenti esortazioni, finché nel territorio di Langres in Francia riposò nel Signore": il Martirologio romano riesce nella difficile opera di riassumere in poche righe la vita, ma soprattutto l'importante ruolo nella storia della Chiesa del suo tempo, di Bernardo di Chiaravalle, la cui memoria liturgica ricorre il 20 agosto.

 

Aveva 22 anni Bernardo quando, nel 1112, dopo aver studiato grammatica e retorica nella scuola dei canonici di Nôtre Dame di Saint-Vorles, presso Châtillon-sur-Seine, dove il padre, vassallo di Oddone I di Borgogna, aveva dei possedimenti, entrò nel monastero fondato da Roberto di Molesmes a Citeaux (Cistercium, in latino, da cui l'appellativo di cistercensi per i monaci) e diretto da Stefano Harding. Tre anni dopo lui stesso, insieme a 12 compagni, viene inviato a fondarne un altro in una campagna disabitata sulle rive del fiume Aube, nella regione della Champagne. Da quella valle chiamata da loro Clairvaux, Chiaravalle, già dal 1118 i figli spirituali di Bernardo partirono per fondare altrove nuovi monasteri, come a Trois-Fontaines, a Fontenay, a Foigny, a Autun, a Laon.
 

FATICA E PREGHIERA
 

Ai suoi monaci che presto si diffonderanno in tutta Europa il fondatore chiede fatica e preghiera, secondo una regola benedettina rigorosa in polemica anche con il monastero di Cluny, all'epoca al vertice della parabola della sua influenza, accusato di non rispettare i canoni dell'austerità e di avere chiese troppo adorne "mentre il povero ha fame".

Bernardo – "ardito come un orso", significa il suo nome, quasi un cammino segnato – è il primo per austerità e umiltà di vita, non sottraendosi a nessuna fatica, nonostante la grande fama presto raggiunta. Alla vita del monastero scandita dalla preghiera e dai digiuni lo sottrae, infatti di frequente, la richiesta di intervenire sulle dispute politico-religiose del suo tempo.

PER LE VIE DELL'EUROPA
 

Come ha scritto nel 1953 papa Pio XII, che in occasione dell'VIII centenario della morte, dedicò a san Bernardo l'enciclica Doctor Mellifluus: "Quando poi il corpo mistico di Gesù Cristo fu conturbato da scisma così grave che anche i buoni rimanevano dubbiosi tra le due parti, egli si consacrò interamente per comporre i dissidi e per la felice riconciliazione e unione degli animi. Poiché i prìncipi, per ambizione di dominio terreno, erano separati da spaventose discordie, dalle quali potevano derivare gravi danni per i popoli, egli si fece artefice di pace e riconciliatore per una mutua concordia. Infine, poiché i luoghi santi della Palestina consacrati al divino Redentore col proprio sangue erano in gravissima condizione ed esposti all'ostile pressione di eserciti stranieri, per mandato del sommo pontefice incoraggiò con alte parole e più alta carità i prìncipi e i popoli cristiani ad una nuova crociata; se questa non sortì felice esito, non fu certo per sua colpa".

 

Bernardo, infatti, percorse l'Europa per far riconoscere come legittimo il papa Innocenzo II (Gregorio Papareschi) sconfessando Anacleto II (Pietro de' Pierleoni) che fu riconosciuto antipapa e ponendo fine allo scisma seguito alla morte di Onorio II. Quando nel 1145 diventa papa con il nome di Eugenio III il suo discepolo Bernardo dei Paganelli, questi lo chiamò a predicare la seconda crociata in difesa di Gerusalemme che però si risolse in un fallimento.

CONTRO L'ERRORE

Scrive ancora Pio XII: "Trovandosi poi soprattutto esposta a gravissimi pericoli l'integrità, trasmessa dagli avi quale sacra eredità, della fede cattolica e dei costumi, per opera soprattutto di Abelardo, di Arnaldo da Brescia e di Gilberto della Porretta, egli, sia con la pubblicazione di scritti colmi di dottrina, sia con faticosi viaggi, tentò, sorretto dalla divina grazia, tutto ciò che gli fu possibile, per debellare e far condannare gli errori, e perché gli erranti, per quanto era in suo potere, ritornassero sulla retta via e a miglior consiglio". E in effetti Bernardo esercitò un grande zelo nel combattere le eresie e gli errori dottrinari, anche se a volte mancò di riconoscere la legittima esplorazione di altri percorsi di fede, come l'insegnamento di Pietro Abelardo, docente di teologia e logica a Parigi, "un grande pensatore che ha iniziato un nuovo modo di fare teologia, introducendo soprattutto il metodo dialettico-filosofico nella costruzione del pensiero teologico" (Benedetto XVI, udienza generale 21 ottobre 2009 su san Bernardo di Chiaravalle).

LA LODE A MARIA

Alla sua chiara mente che attingeva alle Scritture e alla teologia si devono 331 sermoni, 534 lettere e trattati famosi su grazia e libero arbitrio, sull'umiltà e la superbia, sul battesimo, sul dovere dei vescovi, oltre agli scritti sulla Vergine Maria che chiama "Stella del mare" cui guardare per non vacillare quando infuriano "i venti delle tentazioni" o ci si imbatte negli "scogli delle tribolazioni" e "mediatrice di grazie".

 

Non per niente Dante affida a san Bernardo, all'inizio del Canto XXXIII del Paradiso, il compito di rivolgere alla Vergine Maria la preghiera affinchè il poeta possa vedere Dio:

« Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,

umile ed alta più che creatura,

termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura

nobilitasti sì, che 'l suo Fattore

non disdegnò di farsi sua fattura. »

UN ORDINE NUOVO: I TEMPLARI

 

A Ugo di Payns, Maestro dell'Ordine dei Templari, nato con lo scopo di difendere i pellegrini e i luoghi della vita di Cristo in Terra Santa, san Bernardo dedica De laude novae militiae ad Milites Templi ("In lode della nuova milizia") in cui chiarisce il ruolo dei guerrieri cristiani e usa il termine "malicidio": i milites christi non possono commettere omicidio (poiché lo proibisce il 5º comandamento) però il bene maggiore dell'estirpazione del male lo richiede. Quindi si escogita questo termine "uccidere il male nell'infedele", per giustificare l'omicidio che i guerrieri di Cristo commettevano.

DOCTOR MELLIFLUUS

 

Nel De diligendo Deo, san Bernardo spiega come si possa raggiungere l'amore di Dio, attraverso la via dell'umiltà e un cammino fatto di gradi di perfezione. Per il santo abate esistono quattro gradi sostanziali dell'amore, che presenta come un itinerario, che dal sé esce, cerca Dio, ed infine torna al sé, ma solo per Dio. I gradi sono: l'amore di se stessi per sé; l'amore di Dio per sé; l'amore di Dio per Dio e l'amore di sé per Dio.

 

"Di questa divina carità – rileva Pio XII citando il santo – nessuno forse ha parlato così bene, con tanta profondità, con tanta forza come Bernardo. «Il motivo per amare Dio, è Dio stesso; la misura, amarlo senza misura». «Dove c'è amore, non c'è fatica, ma gusto». Egli stesso confessa di averlo sperimentato, quando scrive: «O amore santo e casto! O dolce e soave affetto, tanto più soave e dolce, perché è tutto divino il sentimento che se ne prova. Sperimentarlo è divinizzarsi»". E ancora: "«Gesù è miele nella bocca (n.d.r. da qui il titolo "doctor mellifluus"), dolce concerto all'orecchio, giubilo al cuore. Ma è anche medicina. C'è tra voi qualcuno triste? Gesù scenda nel cuore, salga poi al labbro; ed ecco, alla luce di questo nome ogni nube si dissolve, torna il sereno. Qualcuno ha commesso una colpa? corre disperato al laccio di morte? Ma se invocherà questo nome di vita, non sentirà subito speranza di vita?»".

 

Oggi S. Bernardo è venerato da Chiesa cattolica, Chiesa anglicana e Chiesa luterana. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III nella cattedrale di Anagni, fu dichiarato Dottore della Chiesa, da papa Pio VIII nel 1830.