PREGHIERA CONCRETA E NON ASTRATTA
La preghiera, sottolinea il sacerdote passionista, è accoglienza, benedizione, coinvolgimento nella sofferenza dell’altro, ascolto, dialogo, impegno, unità. Essa, però, non può essere astratta, generica, fredda; inoltre non poggia sulle qualità umane delle persone o sulle tecniche di ascolto e di lettura delle malattie, ma sulla potenza del nome del Signore Gesù. La fede in Gesù – una fede viva e immediata, concreta e aderente alla vita – la persuasione di attuare un suo comando, la carità che essa suscita, opera nel sofferente.
ESORCISMO PRIVATO E SOLENNE
Ma chi può recitare questa preghiera? Sottolinea Lippi che canonisti e moralisti distinguevano tradizionalmente tra l’esorcismo semplice e privato, corrispondente a quella che oggi si preferisce chiamare preghiera di liberazione, e l’esorcismo ufficiale o solenne. Spiegava, a esempio, il noto manuale di teologia morale di Noldin e Schmitt: «L’esorcismo privato, che non è un sacramentale, può essere eseguito da tutti i fedeli […]. L’efficacia di questo esorcismo non deriva dall’autorità o dalle preghiere della Chiesa, né è fatto in nome della Chiesa, ma nel nome di Dio e di Gesù Cristo».
IL PARERE DEL MORALISTA
Un altro noto teologo e moralista, Adolfo Tanqueray, consigliava: «Se l’infestazione diabolica è moralmente certa o molto probabile, si possono adoperare, in forma privata, gli esorcismi prescritti dal Rituale romano o altre formule brevi; è bene in questo caso non avvertire la persona che si è sul punto di esorcizzarla, ove si temesse che questo avviso possa turbarne o esaltarne la fantasia; basta dirle che si recita una preghiera approvata dalla Chiesa. Per gli esorcismi solenni occorre la licenza dell’Ordinario e le precauzioni che indicheremo parlando di ossessione».
