Che cosa giustifica la sua deroga all’osservanza sabbatica?
di Luciano Manicardi
Il lettore dei vangeli si imbatte più volte in racconti in cui Gesù guarisce persone malate in giorno di sabato: la guarigione di un indemoniato (Mc 1,21-28; Lc 4,31-37); della suocera di Simone (Mc 1,29-31; Lc 4,38- 39); di un uomo dalla mano inaridita (Mc 3,1-6; Mt 12,9-14; Lc 6,6-11); di una donna curva (Lc 13,10-17); di un idropico (Lc 14,1-6); di un infermo alla piscina d Betzaetà (Gv 5,1-18); di un uomo cieco dalla nascita (Gv 9,1-41). Queste guarigioni suscitano obiezioni, diffidenze e anche reazioni e proteste presso farisei e dottori della legge. Perché?
L’Antico Testamento prescrive che nel settimo giorno, lo shabbat, l’uomo si astenga dal lavoro per fare memoria del Dio che creando, il settimo giorno cessò di lavorare (Genesi 2,2-3; Es 20,8-11), e per fare memoria della liberazione dalla casa di schiavitù egiziana che Dio operò per i figli d’Israele (Dt 5,12-15). Astenendosi dal lavorare nel settimo giorno l’uomo compie una confessione di fede: non il suo operare manda avanti il mondo, ma Dio. E fa anche un’esperienza di libertà dal lavoro che potrebbe, se non soggetto a limiti, divenire allenante e schiavizzante.
Ovviamente, il divieto di lavorare necessitò di concretizzazioni e specificazioni di fronte alle mille situazioni di necessità che la vita presenta in cui il ricorso a un’attività diviene necessario o almeno molto sensato. Pertanto la tradizione ebraica ha progressivamente elaborato, a partire dai dati contenuti nelle Scritture, delle indicazioni per orientare il comportamento dei credenti circa i lavori possibili o meno in giorno di sabato. Dai testi biblici provennero anche la molteplicità e le divergenze delle interpretazioni tra i vari gruppi giudaici dell’epoca di Gesù. Per esempio, secondo Es 34,21, in giorno di sabato è proibito arare e mietere, ma al tempo di Gesù anche raccogliere poche spighe di grano era considerato mietitura (cfr. Mc 2,23-24).
Secondo Es 35,3, di sabato è proibito accendere un fuoco. Più tardi la tradizione ebraica aggiungerà l’interdizione di spegnere un fuoco, dando così il via a una serie di dibattiti su come ci si dovesse comportare in caso di incendio, La biblica limitazione degli spostamenti in giorno di sabato (Es 16,29: “Nel settimo giorno nessuno esca dal luogo in cui si trova”) condusse alcuni ambienti giudaici più rigorosi (gli esseni) a stabilire in circa 500 metri la misura del “limite del sabato” (cfr. At 1,12: “il cammino permesso in giorno di sabato”) e i farisei nel doppio. Le disposizioni riguardanti le attività interdette si fecero sempre più dettagliate andando sia nel senso di una interpretazione rigorosa e stretta, sia in direzione di un ammorbidimento e di una interpretazione larga.