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La differenza tra essere grati ed essere risentiti

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 30/07/15

Sperimentare che non meritiamo riempie il cuore

Dio ha effuso il suo amore sulla nostra vita. Credo che dobbiamo essere più grati, capaci di vedere come Dio ci porta tra le mani. Quante volte ci lamentiamo e questo ci intristisce! Desideriamo altre cose che non abbiamo. Il ringraziamento è una delle più grandi fonti di gioia nella nostra vita.

A volte vince la lamentela, ci sentiamo vittime e il nostro cuore si restringe. Ci sentiamo defraudati dalla vita. Avevamo delle aspettative, dei sogni. I “pensavo che, credevo che, speravo che…” ci avvelenano l’anima. Avevamo progetti diversi. Speravamo che la vita ci desse più gioie. Sognavamo, confidavamo, speravamo.

Ci siamo abituati al mistero della nostra vita, e abbiamo perso lo stupore. Non abbiamo la capacità di sorprenderci sempre di nuovo di quell’amore tenero e personale di Dio.

Dio ci benedice in quello che siamo. Si rallegra di tante cose che ci ha regalato. Talenti, persone che ci amano, la nostra famiglia. Pronuncia la sua benedizione su di noi. Dice sempre bene di noi. Ci guarda con immensa gioia. Riempie con la sua benedizione gli angoli più nascosti del nostro cuore. Siamo poveri e deboli. La benedizione ci riempie.

Vogliamo essere grati per tanti doni che Dio ha posto sulla nostra terra. Avere uno sguardo puro che sappia vederlo camminare al nostro fianco.

Spesso sperimentiamo che non meritiamo ciò che abbiamo ricevuto. La gratuità di Dio deve renderci grati e allegri. Ringraziare allarga il cuore e mette Dio al centro.

Abbiamo ricevuto tutto per amore, offriamo tutto per amore, ed Egli farà il miracolo incredibile di prendere ciò che siamo e trasformarlo in Cristo. Anche quello che non ci piace tanto di noi. Questo ci riempie di allegria. Siamo benedetti.

Grati, sperimentiamo la misericordia di Dio che si commuove di fronte alla nostra povertà. E gli offriamo quegli stessi doni che abbiamo ricevuto gratis. Perché Egli li usi come vuole. Confido. Come quel ragazzo che aveva solo cinque pani e due pesci.

Di cosa voglio ringraziare oggi in modo speciale? Qual è stato l’ultimo regalo di Dio? Ringraziare ci rende poveri perché sappiamo che nulla ci appartiene. Ci rende allegri, capaci di vedere la bellezza misteriosa nascosta dietro il grigio. Ci rende liberi, perché confidiamo nel fatto che Dio continuerà a prendersi cura di noi e ad accompagnarci sempre. Non ci ha mai lasciati soli. Non ci abbandonerà mai. Vogliamo ringraziare per la nostra vita, per l’amore di Dio nell’anima.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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