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Cos’è il Perdono di Assisi?

San Francesco

© Public Domain

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 29/07/15

S. Francesco: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”

“Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. Il cuore generoso di san Francesco non ha dubbi sulla richiesta da avanzare a Cristo e alla Vergine apparsi mentre era immerso nella preghiera alla Porziuncola. E' una notte dell'anno 1216 e il Salvatore e la sua Santissima Madre rifulgono nella luce che illumina improvvisamente l'altare, circondati da un coro di Angeli.


Il poverello di Assisi, che di tutto si spoglia e in tutto si umilia, non ha incertezze nemmeno davanti al pontefice Onorio III: Gesù stesso gli ha chiesto di rivolgersi al suo vicario in terra che in quel momento si trovava a Perugia. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli aveva detto il Signore nella visione della Porziuncola -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.

OTTO SECOLI DI MISERICORDIA

Alla domanda del pontefice: “Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?”, il santo risponde: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice, il 2 agosto 1216, insieme ai Vescovi dell’Umbria, annuncia al popolo convenuto alla Porziuncola: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.

Il racconto delle Fonti francescane illustra con una vividezza che i secoli non hanno offuscato l'origine del "Perdono di Assisi", una indulgenza plenaria che può essere acquisita per sè o per i propri defunti dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del 2 agosto dai fedeli che osservino alcune condizioni visitando una chiesa: confessarsi, comunicarsi, pregare secondo le intenzioni del pontefice, recitare il Credo e il Padre nostro.

LA DIFESA DI TEOBALDO

Secondo le Fonti, Francesco, ottenuta l'approvazione del pontefice – sebbene per un solo giorno all'anno – non aveva perso tempo a mettere niente nero su bianco. Lo stesso papa, vedendolo andar via senza indugi lo aveva richiamato: "O semplicione, come te ne vai? Che cosa porti con te di questa indulgenza?". E il beato aveva risposto di contro: "Mi è sufficiente la sola vostra parola. Se è opera di Dio, deve Lui manifestare l’opera sua! Di questo non voglio altro documento; ma che soltanto sia la carta la beata Vergine Maria, Cristo sia il notaio e testimoni gli Angeli”.

Un secolo dopo, il "Diploma di Teobaldo", frate minore e vescovo di Assisi, il 10 agosto 1310 fissa formalmente i caratteri della complessa vicenda del "Perdono", spinto dalla preoccupazione chiarita senza peli sulla lingua nell'incipit: "A motivo della maldicenza di alcuni detrattori che, animati dallo zelo dell'invidia o forse dell'ignoranza, con facce di bronzo parlano contro l'indulgenza di Santa Maria degli Angeli presso Assisi, siamo costretti a rendere noto a tutti i fedeli con la presente lettera le modalità e le caratteristiche dell'indulgenza e in quali circostanze il beato Francesco, mentre era in vita, l'ottenne da papa Onorio".

Per molti anni questa particolare indulgenza poteva essere lucrata esclusivamente alla Porziuncola, ma nel corso del tempo la possibilità fu estesa a tutte le chiese francescane e poi a tutte le chiese parrocchiali. Allo stesso modo, il privilegio della Porziuncola fu esteso a tutti i giorni dell'anno.

La disciplina attuale è stata fissata da Paolo VI nella Lettera apostolica Sacrosancta Porziuncolae Ecclesia del 14 luglio 1966, inviata al Vicario generale dell'Ordine dei Frati minori, fr Costantino Koser, in occasione del 750° anniversario della concessione dell'indulgenza della Porziuncola.

UN FLUSSO INCESSANTE DI PELLEGRINI

Ad Assisi inizia il 29 luglio il triduo di preghiera in preparazione alla celebrazione del "Perdono", presieduto da mons. Paolo Martinelli, Ofm Capp, vescovo ausiliare di Milano, mentre il 1-2 agosto sono previste varie celebrazioni presiedute da cardinali, vescovi e ministri generali degli Ordini Francescani.

Si conclude con la celebrazione del Perdono anche la tradizionale Marcia Francescana, un'esperienza di cammino e approfondimento spirituale, rivolta ai giovani dai 17 ai 30 anni che quest'anno parte dalla città di Arezzo.

Si rinnova così una tradizione di pellegrinaggi verso la Porziuncola per il 1-2 agosto iniziata abbastanza presto dopo l'annuncio gioioso di Francesco. Si rinnova così una tradizione di pellegrinaggi verso la Porziuncola iniziata abbastanza presto dopo l'annuncio gioioso di Francesco. Nel giro di un sessantennio dal 1216 infatti, la notizia della straordinaria concessione fatta a san Francesco, anche se divulgata con cautela per non accrescere le invidie che resero necessario l'intervento di Tebaldo – sembra che allo stesso fra Leone, il santo avesse chiesto di tenere il segreto fin verso la fine della sua vita -, si diffuse a macchia d’olio, attirando alla Porziuncola folle sempre più numerose e da regioni sempre più lontane, e ben presto fu nota come il “Perdono d’Assisi”.

Il teologo Pier Giovanni Olivi, in particolare, che intorno al 1279 si recò più volte alla Porziuncola, non solo attesta l’impressionante afflusso di pellegrini all’Indulgenza ma riferisce di aver sentito, da un uomo degno di fede, che questi aveva spesso sentito frate Egidio, compagno di san Francesco, narrare come il santo invitasse frequentemente i primi compagni ad ascoltare ciò che egli sentiva, cioè “voci di genti di lingue diverse” dirette verso la Porziuncola; e che lo stesso frate Egidio era solito dire che "se il mondo sapesse le grazie compiute in quel luogo, non soltanto dai luoghi vicini dovrebbero venire, ma anche dai confini della terra; e non solo i fedeli, ma gli stessi infedeli”.

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