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“Cosa pensi del matrimonio gay?”, chiede il tuo capo…

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Gregoire Vandenbussche CC

Tom Hoopes - pubblicato il 27/07/15

Quattro modi di rispondere offerti da papa Francesco

Cosa può dire un cattolico? Cosa puoi dire che sia chiaro ma non stronchi la tua carriera, che sia comprensivo ma non indulgente, vero ma non troppo duro?

Papa Francesco ha trascorso molto tempo spiegando come dovremmo dare la nostra testimonianza al mondo. Ecco qualcuno dei suoi principi.

1. La tua vita parlerà per te.

San Francesco probabilmente non ha mai detto davvero “Predicate il Vangelo in ogni momento e se necessario usate le parole”, ma questo riassume il suo pensiero, e papa Francesco ha detto praticamente lo stesso in Ecuador il 7 luglio:

“L’evangelizzazione non consiste nel fare proselitismo – il proselitismo è una caricatura dell’evangelizzazione – ma nell’attrarre con la nostra testimonianza i lontani, nell’avvicinarsi umilmente a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa, avvicinarsi a quelli che si sentono giudicati e condannati a priori da quelli che si sentono perfetti e puri”.

Prima di dire la verità al distributore delle bevande, devi vivere la verità nella tua vita. Nel clima di oggi, la gente non ti ascolterà a meno che non veda che sei gentile, amorevole e autentico, che vivi quello che predichi. Devi essere il tipo di persona che serve gli altri senza giudicarli, ma anche il tipo di persona che ha una serie di principi che applica sia a se stesso che agli altri.

C’è solo un modo per essere quella persona: la grazia di un rapporto con Gesù Cristo.

“La diffusione del Vangelo non è garantita né dal numero delle persone nè dal prestigio dell’istituzione, né dalla quantità di risorse disponibili”, ha detto il papa ai seminaristi nel 2013. “Quello che conta è essere permeati dall’amore di Cristo”.

2. Gli altri sentiranno solo le parole che capiscono.

“Gesù, il Maestro, insegnava alla folla e al piccolo gruppo dei discepoli, adeguandosi alla loro capacità di comprensione”, ha detto papa Francesco in Ecuador. “Gesù non cercava di ‘sdottorare’. Al contrario, vuole arrivare al cuore dell’uomo, al suo ingegno, alla sua vita, affinché questa dia frutto”.

Quando è il momento di parlare, non puoi dire che “il matrimonio deve essere indissolubile, esclusivo e aperto alla vita, ordinato alle dimensioni unitiva e procreativa dell’atto coniugale”, perché il tuo interlocutore non comprenderà le tue parole, inclusa la parola “matrimonio”.

Il mondo oggi pensa al matrimonio come a una dichiarazione pubblica di romanticismo, non a un’istituzione per promuovere la procreazione, e non riesce a vedere perché a chiunque si senta romantico debba essere impedito di sperimentare il matrimonio.

Per essere ascoltati, ha detto papa Francesco, devi tradurre la verità nel linguaggio altrui. Ad esempio, “Credo che il matrimonio sia il romanticismo per eccellenza – due persone totalmente unite, in modo così totale da dedicare tutta la propria vita l’uno all’altro, e in modo così potente da poter creare una nuova vita. È una promessa che non puoi rimangiarti, un amore che non si chiuderà a qualsiasi cosa apporta la vita, incluso un figlio”.

3. Mostra loro chi viene ferito dalla situazione.

C’è un motivo per il quale la gente si sta volgendo gradualmente contro l’aborto ma sta diventando più aperta alla ridefinizione del matrimonio: in generale, la modernità rifiuta tutti i principi morali tranne quello di “non fare del male a qualcun altro”.

Per molti, il matrimonio omosessuale non fa male a nessuno, mentre bandirlo lo farebbe.

Papa Francesco ha compiuto uno sforzo per spiegare come la ridefinizione del matrimonio ferisca l’unità fondamentale della società: la famiglia. Una famiglia integra si collega a molti altri indicatori sociali: i figli delle famiglie integre hanno più probabilità di laurearsi, di ottenere un lavoro e di andare in chiesa, e meno probabilità di commettere dei crimini, soffrire la povertà e avere figli fuori dal matrimonio.

Parlando ai diplomatici in Vaticano, il pontefice ha detto che “la famiglia è non di rado fatta oggetto di scarto, a causa di una sempre più diffusa cultura individualista ed egoista che rescinde i legami e tende a favorire il drammatico fenomeno della denatalità, nonché di legislazioni che privilegiano diverse forme di convivenza piuttosto che sostenere adeguatamente la famiglia per il bene di tutta la società”.

Nelle Filippine, ha aggiunto che “la famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio”.

4. Mostra loro perché la Chiesa è importante.

Il matrimonio omosessuale ferisce anche in un altro modo: viola la libertà religiosa. Questo non infastidisce tanta gente quanta dovrebbe – non perché le persone odino la Chiesa, ma perché hanno deciso che la Chiesa è irrilevante. Non aggiunge nulla alla felicità umana. Ferisce e basta.

Papa Francesco vuole che la Chiesa torni ad essere rilevante.

In Paraguay ha detto ai giovani di cercare Gesù nella Chiesa, e ha detto loro il motivo: Gesù “sa che la felicità, quella vera, quella che riempie il cuore, non si trova nei vestiti costosi che indossiamo, nelle scarpe che ci mettiamo, nell’etichetta di una determinata marca. Egli sa che la felicità vera sta nell’essere sensibili, nell’imparare a piangere con quelli che piangono, nello stare vicini a quelli che sono tristi, nel dare una mano, un abbraccio. Chi non sa piangere, non sa ridere e pertanto non sa vivere”.

Per papa Francesco, la Chiesa non è un fardello per la nostra vita, ma una via di liberazione attraverso la quale la comunione con Gesù Cristo ci apre alla comunione degli uni con gli altri.

Se riusciamo ad essere quel tipo di Chiesa, varrà la pena di preservarci – e anche i nostri colleghi vorranno saperne di più.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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