Come riflette il santo?La nostra visita ad Assisi è stata, come mi ero aspettato, una gioia e una delusione. Siamo arrivati di domenica mattina e la città era affollata di turisti e pellegrini. La basilica era così gremita che abbiamo deciso di saltare i famosi affreschi e siamo invece andati a celebrare la Messa nella cappella a pochi metri dalla tomba di San Francesco. Mentre visitavamo Assisi mi sono ricordato tre famose caratteristiche di San Francesco, e sono stato spinto a vederle riflesse nella vita e nel ministero di papa Francesco.
In primo luogo, San Francesco era famoso per il suo amore per la povertà. Quando ha capito che stava per essere eletto al pontificato, l'amico del cardinale Bergoglio, il cardinale brasiliano Cláudio Hummes, si è sporto verso di lui e gli ha sussurrato “Non dimenticare i poveri”. Assumendo il nome “Francesco”, il pontefice ha fatto del ricordare i poveri una pietra miliare del suo pontificato. L'attenzione di papa Francesco per i poveri è andata oltre il fatto di accogliere i senzatetto per il pranzo, fornire docce e servizio di barbiere agli indigenti e visitare le prigioni. È la sua passione per i poveri che porta Francesco a criticare il capitalismo senza regole, un sistema economico globale che ferisce i poveri e le condizioni lavorative che privano i poveri di libertà e di scelta.
Perché papa Francesco sostiene così fedelmente l'opzione preferenziale per i poveri della fede cattolica? Non solo perché i poveri hanno bisogno di assistenza, ma perché c'è una lezione spirituale da imparare dai poveri. La Chiesa cattolica non insegna che c'è una virtù della povertà per il suo stesso bene, ma quando siamo poveri sappiamo di essere bisognosi, e solo quando sappiamo di essere bisognosi possiamo rivolgerci a Dio, che soddisfa i nostri bisogni più profondi. Le indicazioni profetiche di papa Francesco ci ricordano che anche i ricchi soffrono di un tipo di povertà: sono spiritualmente impoveriti se hanno fatto del denaro il proprio dio.
La seconda caratteristica per la quale è famoso San Francesco è il suo amore per la natura. Il suo cantico al sole, la sua predicazione agli uccelli e il fatto di aver addomesticato un lupo si guadagnano ammiratori di tutte le fedi e di nessuna. L'amore per la natura di San Francesco si riflette nell'enciclica di papa Francesco Laudato Si'. Fin dall'inizio il pontefice riflette sullo spirito gioioso di San Francesco e chiama il mondo a una nuova comprensione dell'amministrazione della creazione:
“'Laudato si’, mi’ Signore', cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: 'Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba'. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla”.
Nella Laudato Si', papa Francesco prende l'amore di San Francesco per la natura e lo usa per collegarsi a un mondo che sospetta della religione ma si preoccupa appassionatamente della distruzione dell'ambiente naturale. Nel fare questo, porta la preoccupazione per l'ambiente a un livello più profondo e più umano. Sottolinea anche che non si può essere preoccupati per l'ambiente naturale senza essere ugualmente preoccupati della sofferenza dei poveri, della distruzione dei bambini non nati, dell'abuso di bambini, della solitudine degli anziani e dei pericoli del progresso tecnoscientifico sfrenato.
Come nel caso della sua preoccupazione per i poveri, la preoccupazione di papa Francesco per il mondo naturale ha un significato spirituale più profondo per l'umanità. Alla fine della sua enciclica, il papa chiede un tipo francescano di misticismo in cui la contemplazione della natura porta alla contemplazione del Creatore.
“Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza di Dio (cfr 1 Cor 13,12) e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo, che parteciperà insieme a noi della pienezza senza fine… La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto… Nell’attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci è stata affidata… Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perché 'se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore”.
Papa Francesco riflette infine la vita e il ministero di San Francesco nella sua capacità di predicare attraverso gesti profetici e significativi. In un'intervista recente il suo segretario, l'arcivescovo Georg Gaenswein, ha osservato che questo è uno dei principali punti di forza del pontefice. Indipendentemente dal fatto che abbracci un uomo sfigurato, lavi i piedi ai prigionieri, scelga di vivere nella Casa Santa Marta o visiti una bidonville, papa Francesco mostra il Vangelo in azione, e parla così una lingua senza parole che attraversa i confini culturali e linguistici per toccare milioni di persone.
San Francesco è amato sia dai cattolici che dai non cattolici perché anche la sua vita è stata di azione significativa e profetica. È stato un poeta e un profeta attraverso la semplicità della sua vita, il potere del suo esempio e la testimonianza della sua azione. Anche questo ha un significato spirituale profondo, perché alla base del messaggio cristiano c'è la verità dell'incarnazione: il fatto che Dio stesso abbia rivelato la sua verità non innanzitutto attraverso un libro o un discorso, ma mediante un personaggio storico, Gesù Cristo, è stato un gesto significativo di Dio – il Verbo incarnato.
San Francesco ha vissuto questi tre principi, e attraverso il miracolo di una Chiesa sempre antica e sempre nuova papa Francesco rende vive oggi, all'inizio del XXI secolo, le verità vissute da San Francesco d'Assisi quasi 800 anni fa.
Si può seguire padre Dwight Longenecker sul suo sito dwightlongenecker.com.
[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]