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C’è una “nuova Terra”, ci sarà anche la vita?

artist concept comparison Kepler with Earth

© NASA

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 24/07/15

La scoperta di Kepler 452b, di dimensioni e condizioni simili alla Terra rilancia l'interrogativo: siamo soli?

E’ forse la notizia dell’estate, di certo è – per gli scienziati – una notizia epocale: un pianeta simile alla Terra finalmente è stato trovato. Grande giubilo per gli scienziati della Nasa alla continua ricerca di risultati da esibire con molteplici fronti aperti (non dimentichiamo le recenti immagini di Plutone finalmente raggiunto da una sonda). Il nome del pianeta è “Kepler 452b” osservato proprio grazie al telescopio spaziale Keplero. Kepler 452b è più grande e più anziano della Terra e orbita attorno ad un sole il 10% più grande del nostro, la particolarità è che la sua orbita è alla distanza “giusta” per ospitare acqua allo stato liquido, indispensabile per i processi vitali, dunque è ipotizzabile che ci sia (o ci sia stata) la vita, anche se la distanza (1400 anni luce) non ci permetterà forse mai di scoprirlo davvero.

Cosa dice la Nasa
Come spiega John Grunsfeld della Nasa, in un briefing in corso con altri esperti: "Gli anni su Kepler 452B sono della stessa lunghezza che qui sulla Terra ed ha trascorso miliardi di anni intorno la zona ‘abitabile’ della sua stella. Il che significa che potrebbe aver ospitato vita sulla sua superficie ad un certo punto, o potrebbe ospitarla ora" "Kepler 452B – hanno spiegato ancora gli esperti – ha un’eta’ di 6 miliardi di anni e riceve il 10% in piu’ di energia dalla sua stella rispetto alla Terra". La sua dimensione e’ compatibile con quella della Terra – ossia una volta e mezza il nostro globo – ed il suo sistema solare anche (Ansa, 23 luglio).

Ma gli alieni credono in Dio?
Una domanda che – specialemente per i credenti – nasce spontanea è se i “marziani” credono in Dio, o se Gesù ha fatto loro visita in qualche modo. Non è fantascienza, ma una domanda che sacerdoti e teologi si sono posti.

“La fede cristiana non pare avere argomenti pregiudiziali contro la presenza di vita e di vita intelligente nel cosmo (come potrebbe trattandosi di eventi che apparterrebbero all’ordine fattuale?), ma neanche si può qualificare come antiscientifico il ritenere ragionevole, in mancanza di dati cogenti, la “soluzione classica” che prevede l’unicità dell’essere umano.

L’immagine di Dio uno e trino consegnata dalla Rivelazione ebraico-cristiana non è geocentrica, né antropocentrica, bensì universale e trascendente, soggetto di una onnipotenza creatrice la cui portata è di ordine cosmico generale e certamente non locale. Sono infatti concetti universali l’esistenza di una paternità e di una filiazione, la cui intelligibilità è legata ad un processo generativo comune ad ogni vivente, ed è universale il concetto di un Amore-Dono, lo Spirito Santo, la cui comprensione rimanda all’idea di comunione, di altruismo e di donazione, comune ad ogni intelligenza cosciente. Anche l’Incarnazione del Verbo possiede un valore rivelativo di ambito universale, non solo locale.” (Avvenire, 22 novembre 2012)

E riferendosi al libro del teologo tedesco Armin Kreiner “Gesù, gli UFO e gli alieni. L’intelligenza extraterrestre come sfida alla teologia cristiana” (Queriniana, 2012, a cura di A. Aguti) troviamo questa riflessione:

“Qui abbiamo un teologo che si confronta con le implicazioni della presenza extraterrestre dal punto di vista dell’universalità della salvezza cristiana. L’autore insegna nella Facoltà di teologia cattolica di Monaco di Baviera ed affronta con chiarezza e rigore il problema della compatibilità o meno della teologia cristiana con l’esistenza di esseri intelligenti non umani e probabilmente dotati di una loro religiosità.

Nella prima parte del libro, effettuando una ricognizione di ipotesi e teorie oggi esistenti, l’Autore ritiene alta la probabilità che esistano intelligenze extraterrestri. Sembra così legittimo chiedersi quali siano le conseguenze per la teologia cattolica. La risposta implica un ripensamento del tema dell’«incarnazione», partendo dalla pista tracciata da teologi medioevali come san Bonaventura e Duns Scoto.

Per costoro l’incarnazione è un evento collegato al disegno complessivo di Dio rispetto al mondo. Non abbiamo dunque l’incarnazione come risposta al peccato originale, bensì ci poniamo all’interno di una visione più allargata. Ed anche problematica perché nella teologia medioevale convivono aspetti diversi. Ad esempio Anselmo d’Aosta riteneva l’incarnazione necessaria a motivo del peccato umano.

Kreiner è fautore di una teologia che ritiene possibile un’incarnazione come quella di Cristo anche in altri luoghi dell’universo, favorevole ad un Dio creatore dell’universo e dunque di tutte le forme di vita esistenti, ognuna con una strada di salvezza e tutte insieme riconducenti ad un unico Dio” (Vatican Insider, 30 ottobre 2012)

In fondo gli alieni potrebbero non aver peccato contro Dio oppure stare cercando anch’essi la Salvezza, in attesa che il Vangelo venga loro annunciato. Domande affascinanti che lasciano nel cuore del fedele solo una certezza: Dio è un creativo, avrà trovato una soluzione…

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