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Quattro sfide nell’educazione di un figlio unico

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© Pavel L Photo and Video/SHUTTERSTOCK

LaFamilia.info - pubblicato il 23/07/15

Bisogna dare al figlio gli strumenti necessari per evitare che la sua condizione di “unico” influisca sullo sviluppo educativo

Le condizioni del figlio unico sono diverse da quelle dei bambini che hanno uno o più fratelli, il che di per sé non è né positivo né negativo. Semplicemente, i genitori hanno altre sfide educative da affrontare.

Per diverse circostanze, alcune famiglie sono composte da papà, mamma e figlio/a, e questa struttura familiare richiede uno sforzo extra da parte dei genitori, che consiste nel dare al figlio gli strumenti necessari per evitare che la sua condizione di “unico” influisca sullo sviluppo educativo, e in seguito sulla vita adulta.

Il figlio unico può essere più creativo perché deve trovare il modo di intrattenersi da solo, ha buoni rapporti con gli adulti ed è possibile che sembri più grande dal punto di vista psicologico per la sua costante imitazione e osservazione degli adulti che lo circondano.

Sono virtù eccellenti, ma ce ne sono altre che al figlio unico risultano complicate e che i genitori devono dargli per evitare che diventi una persona egoista, capricciosa, presuntuosa e con difficoltà a stabilire rapporti con i propri coetanei.

Ángela Marulanda, nota autrice ed educatrice familiare, afferma che “la cosa più importante di cui devono tener conto i genitori che decidono di avere un solo figlio è non dare a quel bambino tanta rilevanza in casa al punto da portarlo a credere di essere unico al mondo. Anche se è molto speciale per il papà e la mamma, è speciale come lo sono gli altri bambini per il resto dei genitori. E gli sarà difficile accettarlo se viene convinto di essere l’unica persona eccezionale al mondo e che coloro che lo circondano devono piegarsi alla sua volontà”.

Come sempre, bisogna spiegare che non tutti i figli unici si comportano allo stesso modo, perché se i genitori fanno un buon lavoro non dovranno lottare con questo tipo di inconvenienti.

Ecco le quattro sfide principali che devono affrontare i genitori dei figli unici:

1. Rafforzare la generosità

Non avendo fratelli, il figlio può avere difficoltà a condividere. Può anche essere intollerante dal punto di vista della convivenza non dovendo cedere spazi, cose materiali, ecc. Una buona strategia per neutralizzare questa possibile debolezza è invitarlo a regalare i giochi che non usa più ma che sono ancora in buono stato, condividere del tempo con altri bambini e stabilire limiti e norme che controllino i suoi desideri.

In alcuni casi è utile che i bambini si prendano l’incarico di gestire un cucciolo, perché il fatto di curarlo, dargli da mangiare, pulirlo ecc. li porta a sforzarsi, li rende più responsabili e generosi con il loro tempo.

2. Sviluppare le capacità sociali

È del tutto naturale per un bambino che non ha fratelli provare un po’ di solitudine. Pur essendo circondato da molto amore da parte dei genitori e degli altri familiari, ogni bambino ha bisogno di avere amici della sua stessa età. Bisogna quindi cercare di aprire spazi di condivisione con altri bambini, non solo all’asilo o a scuola, ma anche al di fuori di questi contesti. Questa capacità sociale deve iniziare fin da quando il bambino è piccolo, introducendolo a poco a poco in altri gruppi.

È assai probabile che nel rapporto tra genitori e figli l’attaccamento sia più radicato del solito, e per questo che le separazioni momentanee (come viaggi, ingresso a scuola…) possano essere difficili. Per questa ragione bisognerà stabilire momenti di separazione, come mandare il bambino a dormire a casa di un amico, fargli condividere un fine settimana con i cugini…

3. Occhio all’attenzione esclusiva dei genitori

È comprensibile che i genitori siano molto apprensivi – più di quanto dovrebbero essere – con il figlio unico, ma questa attenzione eccessiva danneggia entrambi. Bisogna evitare questo rischio, visto che in generale l’eccesso di attenzione è accompagnato da iperprotezione, che pregiudica notevolmente il processo di formazione personale.

Il figlio unico ha i genitori tutti per sé, non deve condividerli con nessun altro e per questo ha tutta la loro attenzione. Quando non c’è moderazione da parte dei genitori, è molto probabile che il bambino diventi capriccioso e cerchi di essere il centro dell’attenzione in ogni luogo, il che gli provocherà non pochi problemi.

Per questo, quando il figlio ha difficoltà con altri bambini, a scuola o in altri contesti, i genitori devono sostenerlo ma mai difenderlo a spada tratta per evitargli di soffrire, perché il bambino deve imparare ad affrontare queste situazioni, che saranno piuttosto comuni nel resto della sua vita.

4. Promuovere sicurezza, autostima e indipendenza

Per la stessa ragione spiegata al punto precedente, i figli unici in genere dipendono troppo dai genitori. Si deve cercare di far sì che procedano al ritmo dei loro coetanei e sviluppino le capacità fisiche e intellettuali proprie della loro età. I genitori non devono quindi fare cose che i figli sono capaci di fare da soli, dovendo dunque lasciare che mangino da soli, che si vestano, che facciano i compiti, preparino i loro vestiti e svolgano tutte le occupazioni della vita quotidiana.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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