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Card. Erdő: la questione centrale del Sinodo sarà “Cos’è il cristianesimo?”

Press Conference Synod of bishops – 13 Ottobre 2014 C Sabrina Fusco

© Sabrina Fusco / ALETEIA

Diane Montagna - Aleteia - pubblicato il 22/07/15

Religione naturale o rivelata divinamente da Gesù Cristo?

L’insegnamento della Chiesa sul matrimonio è sempre stato difficile e provocatorio, ha affermato di recente il cardinale ungherese Péter Erdő. La Chiesa, ha aggiunto, deve tenere a mente questo fatto mentre cerca di affrontare le situazioni del mondo al giorno d’oggi.

Per il porporato ungherese, la questione centrale del prossimo Sinodo di ottobre sulla Famiglia sarà “Cos’è il cristianesimo?”

Il cardinale, Relatore Generale del Sinodo dei Vescovi, ha parlato il 23 giugno durante una conferenza stampa svoltasi in Vaticano per presentare l’Instrumentum laboris [documento di lavoro] del prossimo Sinodo.

Nello spazio riservato alle domande, vari giornalisti lo hanno interpellato sui paragrafi 122 e 123 del documento, che hanno a che fare con la proposta controversa per cui la Chiesa ammetta i cattolici divorziati e risposati civilmente alla Santa Comunione. Il paragrafo 122 è stato uno dei tre respinti dai padri sinodali nell’ottobre scorso in Vaticano, non avendo raggiunto la maggioranza dei due terzi.

Alla conferenza stampa erano presenti altre due figure chiave del Sinodo di ottobre: il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, e l’arcivescovo Bruno Forte, Segretario Speciale del Sinodo.

I commenti del cardinale Erdő sono stati intensi e ben accolti, anche se non hanno ricevuto grande attenzione da parte dei media. Pubblichiamo quindi le sue considerazioni.

Domanda diGianni Giannelli (Vatican Insider): Ciò che impedisce la Comunione eucaristica nel caso di un matrimonio fallito è chiamato “adulterio”. La domanda è questa: credo sia giusto considerare “adultero” un uomo sposato che durante il giorno sta con la moglie e la notte con l’amante, ma è possibile considerare “adulterio” – che impedisce l’accesso all’Eucaristia – una situazione di 15 anni successiva al fallimento del primo matrimonio, dopo 10 anni in cui si vive con un’altra persona fedelmente e con dei figli? Possiamo dire che sia “adulterio” nello stesso modo? Il fattore del tempo mi sembra determinante… Questo Instrumentum Laboris mi dà l’impressione che si prometta tutto e niente. Speriamo che permettere che il “sì” di una persona significhi “sì” e il “no” “no” valga anche per il Sinodo.

Cardinale ErdőLa questione è profonda, e non possiamo offrire una risposta esaustiva con una replica breve. Sono coinvolte questioni serie, perché la domanda centrale del Sinodo è alla fin fine “Cos’è il cristianesimo?”. Se siamo una religione naturale, allora dovremmo riflettere filosoficamente sul mondo, sull’esperienza umana, e cercare una soluzione che forse cambierà con ogni generazione. Oppure siamo i discepoli di Gesù Cristo, che è stato un personaggio storico concreto con un insegnamento concreto, a cui colleghiamo la storia e la tradizione e il cui insegnamento è piuttosto identificabile.

Dobbiamo quindi esaminare la Bibbia con grande rispetto. Dobbiamo cercare con passione il volto personale di Gesù Cristo e la sua voce, e naturalmente lo facciamo anche attraverso la tradizione della Chiesa.

E in questa tradizione disciplinare vediamo che l’insegnamento di Gesù sull’adulterio è stato molto esigente, anche scandaloso alla sua epoca. Anche i suoi discepoli dicevano “Se è così, non vale la pena sposarsi”. Non era quindi l’opinione diffusa nell’ebraismo dell’epoca. Perfino i rabbini della Galilea dei tempi di Gesù, il cui insegnamento è ora più studiato e conosciuto, avevano altre opinioni, diverse da questa. E così l’insegnamento di Gesù era molto forte.

Circa la tradizione della Chiesa, nei Concili sono emerse questioni inaspettate, e la Chiesa ha ripetuto le parole del Vangelo. Posso portare l’esempio del primo testo della storia del cristianesimo in Ungheria. Parliamo del Concilio di Szabolcs, sotto San Ladislao all’epoca di Gregorio VII, che disse: “Se un uomo trova sua moglie con un altro uomo, dovrebbe mandarla via, ma se la moglie si pente può riprenderla indietro. Se non la riprende indietro, la moglie non può risposarsi, ma non può farlo neanche il marito”. Era quindi una disciplina molto forte paragonata ai costumi degli ungheresi che erano ancora vicini al paganesimo. Era molto salda. E la Chiesa voleva difendere questa posizione.

[…]

La Chiesa, quindi, ha sempre saputo che il suo messaggio sul matrimonio contiene qualcosa di difficile e di provocatorio. Dobbiamo tenere a mente la serietà di questo fatto e cercare di affrontare le situazioni del mondo di oggi, perché la nostra missione è rivolta al mondo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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