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Quali sono i limiti delle diete e della cura del corpo?

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Julio de la Vega-Hazas - pubblicato il 18/07/15

Bisogna rispettare la vita corporea, ma non farne un valore assoluto
Il criterio fondamentale sul tema si ritrova al n. 2289 del Catechismo della Chiesa Cattolica, in cui si legge che “se la morale richiama al rispetto della vita corporea, non ne fa tuttavia un valore assoluto. Essa si oppone ad una concezione neo-pagana, che tende a promuovere il culto del corpo, a sacrificargli tutto, a idolatrare la perfezione fisica e il successo sportivo”.
Partendo da questo criterio, le situazioni concrete devono essere valutate caso per caso. Per questo c'è la prudenza, la sensatezza, che permette di giudicare quando ci troviamo davanti a una cosa o a un'altra, di fronte a ciò che è ragionevole o a ciò che non lo è.

Applicando il concetto alle diete, ci troviamo davanti a una grande varietà di casi possibili. Ci sono diete date dal medico, e queste in generale devono essere seguite, perché obbediscono chiaramente alla necessaria cura della salute. In altri casi si tratta semplicemente di diete per non ingrassare e per mantenere un buon aspetto corporeo.

Si suppone che in questa sede si tratti di quest'ultima situazione, ma anche in questo caso troviamo diverse varianti, a livello sia di persone che di diete. Ci sono persone davvero sovrappeso, e una dieta fa bene, mentre in altri casi le diete non sembrano così necessarie. Ci sono poi diete e diete, più drastiche e più moderate. Non ci può essere una regola con precisione matematica.

Si possono tuttavia segnalare alcuni limiti, passare i quali significherebbe non aver collocato la questione al giusto posto.

Il primo è che una dieta smette di essere ragionevole quando ci debilita nel nostro funzionamento normale in modo che si noti questa debilitazione. Presupporrebbe di sacrificare più di ciò che è ragionevole all'estetica, e forse potrebbe rappresentare un rischio per la salute senza un motivo che lo giustifichi.

Il secondo è quando non si accetta la propria corporeità. Non si tratta, evidentemente, del fatto che non si voglia migliorare in futuro, ma del rifiuto del presente.

Questo atteggiamento è all'origine di molte ossessioni, e anche di alcuni disturbi gravi – si pensi, ad esempio, all'anoressia –, di una bassa autostima che danneggia sempre chi ne soffre e in più di un caso porta al rifiuto della stessa condizione umana in questo mondo, in cui il tempo passa lasciando le sue tracce, e la fede stessa chiede di assumere la verità per la quale siamo di passaggio in questo mondo in attesa della vita definitiva, dove non esisterà più questo tipo di problemi.

Una mentalità di questo tipo porta facilmente a idolatrare l'aspetto fisico, e come segnala il Catechismo a sacrificare tutto ad esso. Questo, chiaramente non significa che nelle società odierne, in cui in generale si mangia molto e ci si muove poco, una dieta moderata non si adatti a molte persone.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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