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E’ giusto legalizzare la cannabis?

Cannabis

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 16/07/15

Il mondo cattolico frena. I pareri giuridici e medici sul provvedimento ricordando a tutti che fa male alla salute

Il disegno di legge sulla legalizzazione della marijuana proposto da 218 parlamentari in maniera bipartisan va nella giusta direzione? Il mondo cattolico come lo accoglie?

OK AD USO PERSONALE PER MAGGIORENNI
Innanzi tutto va detto che il ddl apre in maniera netta all'utilizzo della cannabis. I maggiorenni potranno detenerne una modica quantità per uso ricreativo: 15 grammi a casa, 5 grammi fuori casa. Divieto assoluto invece per i minorenni. La marijuana si potrà coltivare a casa (fino a un massimo di 5 piante), ma il raccolto non potrà essere venduto(Ansa.it, 14 luglio).

CANNABIS SOCIAL CLUB
Arrivano i Cannabis social club: agli over 18 residenti in Italia sarà consentita la coltivazione in forma associata in enti senza fini di lucro (fino a 50 membri). Regole precise anche per quanto riguarda la vendita: previa autorizzazione si potrà coltivarla e lavorarla e la vendita al dettaglio avverrà in negozi dedicati, forniti di licenza dei Monopoli.

AUTO-COLTIVAZIONE
Vietate invece importazione ed esportazione. Il progetto di legge consente l'auto-coltivazione per fini terapeutici e saranno più semplici le modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci a base di cannabis. Rimangono i divieti di fumo nei luoghi pubblici (compresi i parchi) e di guida se in stato di alterazione.
I proventi dalla legalizzazione saranno destinati per il 5% al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale per la lotta alla droga.

DDL CREA MALE PEGGIORE
L'avvocato Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dei Giuristi Cattolici, è molto critico sul provvedimento: «Se lo scopo è quello di limitare la criminalità che si poggia sul traffico e lo spaccio di droga – taglia corto ad Aleteia – in questo ddl per curare il male, si crea un male peggiore, cioè instillare una mentalità aperta al consumo della droga».

MINORENNI E SPACCIATORI
Non diminuisce la criminalità, sostiene Cerrelli, «perché esisteranno sempre delle categorie, come i minori che non potranno accedere alla cannabis, che saranno vittime e destinatari degli spacciatori. La logica di questo ddl è una mentalità post-sessantottina, che rende l'uomo libero di auto-determinarsi, a fare dunque ciò che si ritiene opportuno».

"DROGA PERCEPITA COME LECITA"
Bisogna sapere che quando «un qualcosa, in questo caso la cannabis, diventa legale è percepito come lecito. La legge fa cultura. Pertanto non vedo nulla di positivo in un'apertura di uno Stato alle droghe che siano leggere o pesanti, una distinzione che con clamore è stata superata nel 2014, con lo stravolgimento della legge Fini approvata nel 2006».

LE SENTENZE DELLA CONSULTA
La legge sulla legalizzazione delle cannabis, il vicepresidente dei Giuristi Cattolici, la collega «ad una destrutturazione della nostra società ad opera di alcune sentenze della Corte Costituzionale. Così, rilevando un vizio, nella legge 2006, si è arrivati allo stravolgimento del 2014, lo stesso è valso per la legge 40, e la sentenza 138 del 2010 che apre le porte al concetto di coppia omosessuale».

RIPARTIRE DALLA LEGGE FINI
Allora qual è la soluzione che propone il giurista? «Bisogna ripartire dalla norma del 2006 e non prevedere leggi che in qualche modo giustificano una cosa cattiva, cioè gli stupefacenti e dicano: ok alla coltivazione, all'uso o ai social che la incentivano. Il legislatore dovrebbe dare un segnale chiaro, ma non in questa direzione!».

IL PARERE DEL MEDICO
Per un punto di vista medico, abbiamo chiesto una opinione al professore Federico Tonioni, che si occupa dell'ambulatorio di psichiatria del Policlinico "Agostino Gemelli" di Roma, specializzato nella cura delle dipendenze, e che chiarisce ad Aleteia cosa comporta l'utilizzo della cannabis. «Il decreto mi incuriosisce, e per come è stato pensato non penso possa incidere sull'aumento della diffusione di cannabis. Sono molto favorevole ad esempio alla limitazione per i minorenni. Ma allo stesso tempo bisogna capire alcune cose», puntualizza il medico,

NON CREA DIPENDENZA
La cannabis, osserva Tonioni, «è una sostanza che sicuramente nuoce alla salute, ma è leggera rispetto ad altre tipologie di droghe e sopratutto non genera dipendenza. Non va assolutamente giustificato in alcun modo il suo uso. Ma nella mia carriera di medico non mi sono mai trovato a disintossicare chi fa uso di cannabis, né essa è stata il motore di un disturbo psichiatrico permanente».

IL DISAGIO A MONTE
Piuttosto, aggiunge lo psichiatra, «bisogna comprendere cosa spinge un giovane o un giovanissimo ad utilizzarla ed è quello che noi facciamo quotidianamente nell'ambulatorio del "Gemelli". La cannabis non ha potere di cura, e può provare a coprire per un tempo limitato un disagio. Perché poi a lungo termine l'uso di cannabis si risolve nella stragrande maggioranza dei casi, ed in particolare modo tra gli adolescenti, in maniera spontanea».

"NON AUTODISTRUTTIVO"
Tonioni precisa ancora: «L'adolescente non ama proseguire nella sua distruttività. Se ciò avviene non è per la cannabis ma per questioni affettive che non hanno funzionato già prima dell'adolescenza, di tipo familiare, personale, sentimentale. Dunque la cannabis non è cruciale in questo processo. Il disagio va cercato altrove. La cannabis è di "passaggio"».

ATTENZIONE ALL'ALCOOL
Per un adolescente o giovane, invece, «è molto più dannoso l'utilizzo di psicofarmaci, anti depressivi che nel tempo hanno conseguenze molto più negative sul suo organismo come impotenza, obesità, malattie dell'apparato gastrointestinale. Dunque non bisogna confondere la cannabis, che è una sostanza, ripeto, che fa male all'organismo, con uno stupefacente che porta alla dipendenza e al logorio dell'organismo. O, allo stesso modo, attenzione a non sottovalutare l'alcool, che come alcuni tipi di droghe, può portare alla dipendenza e a rovinare lo stesso la salute del giovane».

REAZIONI INCONTROLLABILI
Senza remore, chiosa Tonioni, «dico che per la salute è più pericoloso l'alcool che la cannabis. Invece le proibizioni, le rigidità, provocano nei giovani reazioni inverse e pericolose, spesso incontrollabili».

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