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Censis: a Roma rinasce la devozione popolare

Via Crucis “Per le donne crocifisse” 14

© Sabrina Fusco / ALETEIA

Via Crucis PER LE DONNE CROCIFISSE - 21 Marzo 2014

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 09/07/15

Analisi in vista del Giubileo descrive comportamenti e pensieri dei cattolici dell'Urbe.

A Roma, in attesa del Giubileo della Misericordia, rinasce la devozione popolare. E’ questo uno degli aspetti della Chiesa di Roma, la diocesi del Papa, che emerge da una inchiesta del Censis per raccontare la Città Eterna in attesa del nuovo anno giubilare. Prima di entrare nel cuore della ricerca è interessante ricordare come lo scorso 27 aprile con una lettera ad Avvenire, Giuseppe De Rita, presidente del Censis, raccontava la sua esperienza circa questa rinascita della devozione:

“Da anni non vedevo messe con i presenti tutti inginocchiati durante l’elevazione; da anni non vedevo intere navate laterali (quelle senza banchi) piene di gente che restava inginocchiata sul pavimento; da anni non vedevo file interminabili incamminarsi a ricevere l’Eucarestia; da anni non avvertivo la voglia diffusa di recitare orazioni magari mormorando appena pur di non restare in silenzio.”

Ora dall’esperienza, l’analisi sociale vera e propria, così dopo le analisi sulla sicurezza, sulle debolezze infrastrutturali della città, e sul cosmopolitismo di Roma, il Censis si concentra sui fedeli cattolici, con risultati interessanti e che in alcuni casi sorprendono.

La ricerca ci dice che: il 62,2% dei cattolici va a messa, il 62,1% prega abitualmente, il 41,7% frequenta con regolarità i luoghi di culto, il 39,3% legge testi religiosi, il 23,2% fa pellegrinaggi, il 13,1% svolge regolarmente attività di volontariato in parrocchia. Sono numeri che descrivono un tendenziale ritorno alla devozionalità popolare. Rinascita che proviene da un insieme di fattori, dall’effetto-Francesco, ai timori dell’Islam radicale fino alla fine della sbornia individualistico-narcisistica che ha caratterizzato la società italiana dagli anni ’70 in avanti.

Al centro della vita dei romani c’è la famiglia: l’80,3% delle coppie coniugate si è sposato con rito religioso (la percentuale sale all’85,5% tra i cattolici), il 19,7% si è unito con matrimonio civile. Solo il 5,7% dei romani ritiene che la famiglia sia una istituzione superata, destinata a scomparire: una minoranza – fortunatamente – contenuta. Tuttavia il 32,3% dei genitori cattolici registra nel tempo un abbandono della religione da parte dei figli. A questo punto diventa fondamentale una figura di guida morale forte e coinvolgente: non a caso, il 77,9% dei romani cattolici considera oggi Papa Francesco il vero punto di forza del cattolicesimo.

Tra i romani c’è però una forte richiesta alla Chiesa perché attribuisca alle donne un ruolo maggiore nell’organizzazione ecclesiastica (66,2%), che riconosca e accolga le coppie omosessuali, sebbene senza matrimonio né possibilità di adottare figli (64,3%). Oltre la metà dei cattolici romani (56,2%) pensa che i sacerdoti dovrebbero potersi sposare e fare i figli. Del cattolicesimo tuttavia non si accetta fino in fondo la morale sessuale: il 73,2% dei cattolici romani ritiene che il magistero della Chiesa dovrebbe prendere atto deicambiamenti dei comportamenti sessuali e rivedere le sue posizioni facendo cadere gli ultimi tabù. Per approfondimenti clicca qui.

Tutte tematiche – aggiungiamo noi – che riguardano la seconda parte del Sinodo dei vescovi sulla famiglia che si terrà in ottobre.

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