Il teologo Luigi Borriello: prese in considerazioni solo se nel solco della Rivelazione, altrimenti sono menzogne diffuse dal Demonio
Durante una visione del 1820, fu rivelato alla beata Anna Katharina Emmerick che Satana sarebbe stato liberato dalle catene circa ottanta anni prima dell’anno 2000. Tale periodo di libertà per l’Angelo decaduto sarebbe durato un secolo.
La Emmerick parla di circa 80 anni prima dell’anno 2000, dunque verso la fine degli anni ’10 e gli inizi degli anni ’20 del 1900. Quindi Satana potrebbe essere stato liberato dalle catene il 13 ottobre del 1917, giorno dell’ultima apparizione mariana a Fatima, quando ci fu il “miracolo del sole”, e la Madonna promise che «il mio Cuore Immacolato trionferà».
Il ritorno di Satana tra gli uomini, la fine del mondo, messaggi demoniaci (e non) che annunciano sventure. La Chiesa come interpreta queste profezie? Che considerazione ha di esse. Le asseconda o le boccia in partenza?
LE PAROLE DI RATZINGER
Padre Luigi Borriello, docente di Teologia spirituale e Teologia mistica alla Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale e autore di numerosi volumi tra cui il "Dizionario dei fenomeni mistici cristiani”, scritto a quattro mani con Raffaele di Muro (Ancora Editrice, 2014), parte da un'intervista del giornalista Niels Christian Hvidt al cardinale Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, datata 1998, in cui è condensato ciò che la Chiesa pensa dei profeti.
A CONTATTO CON DIO
«Il profeta non è uno che predice l’avvenire – sostiene Ratzinger – il profeta è colui che dice la verità perché è in contatto con Dio. Cioè si tratta della verità valida per oggi, che naturalmente illumina anche il futuro. Pertanto non si tratta di predire l’avvenire nei suoi dettagli, ma di rendere presente in quel momento la verità divina e di indicare il cammino da prendere».
DUE PARTICOLARITA'
Il futuro papa Benedetto XVI fa riferimento, in particolare, al popolo di Israele, per cui la parola del profeta ha una funzione particolare, «nel senso che la fede di questo popolo è orientata essenzialmente verso l’avvenire. Di conseguenza la parola del profeta presenta una doppia particolarità: da una parte chiede di essere ascoltata e seguita, pur rimanendo parola umana, e dall’altra si appoggia alla fede e si inserisce nella struttura stessa del popolo di Israele, particolarmente in ciò che attende».
NON E' UN APOCALITTICO
E’ pure importante sottolineare, aggiunge Ratzinger, «che il profeta non è un apocalittico, anche se ne ha la parvenza, non descrive le realtà ultime, ma aiuta a capire e vivere la fede come speranza». A supporto di questa tesi ci sono alcuni passaggi del Catechismo della Chiesa Cattolica (numeri 67, 77, 79, 107, 782, 1141, 1268, 1285, 2467, 2485), che svisceriamo insieme al teologo.
VERITA' E RIVELAZIONE
«La fede cristiana non può accettare Rivelazioni che pretendono di superare o correggere l'unica grande Rivelazione di cui Cristo è il compimento – evidenzia padre Borriello – E' il caso di alcune religioni non cristiane e anche di alcune recenti sette che si formano su presunte Rivelazioni. La menzogna, il cui padre è Satana, è per sua natura condannabile, è una profanazione della Parola, la cui funzione è di comunicare ad altri la verità conosciuta».