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Cosa accomuna Einstein e padre Lemaitre?

Einstein con padre Lemaitre

© Wikipedia

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 07/07/15

Quando il "Padre della relatività" si avvicinò gradualmente alle posizioni del sacerdote belga

Metti il più noto scienziato e il sacerdote che per primo ha intuito l’espansione delle galassie ed il Big bang. Cosa hanno in comune Albert Einstein e padreGeorge Eduard Lemaître? Lo spiega il giornalista e scrittore Francesco Agnoli, in Creazione ed evoluzione. Dalla geologia alla cosmologia. Stenone, Wallace e Lemaître (Cantagalli, 2015).

SI PIACCIONO E SI AMMIRANO
Quanto al più grande e autorevole dei fisici, Albert Einstein, il suo rapporto con Lemaître è complicato. I due, umanamente, si piacciono e si ammirano, ma inizialmente Einstein è un personaggio affermato e ascoltato, Lemaître quasi solo un suo sincero ammiratore. Che cerca di convincere con pochi risultati. 

IDEA ABOMINEVOLE
Agnoli ripercorre gli incontri che ci sono stati tra i due. Il primo avviene nel 1927: a Bruxelles, al V Congresso Solvay di Fisica, Lemaître espone al grande fisico tedesco l’idea dell’espansione dell’Universo. Ma Einstein crede, con Spinoza, in un Universo eterno e statico, “materia senza movimento”, e non approva affatto. Anzi, l’idea gli appare «abominevole».

A CONFRONTO SUL COSMO
Il secondo incontro si svolge a Pasadena, in California, nel 1932. Qui Einstein non ha più davanti a sé un giovane e sconosciuto scienziato, ma un uomo affermato, di cui parlano tutti i giornali del mondo. «I due passeggiavano per ore e ore, chiacchierando animatamente sotto gli sguardi curiosi di professori e studenti; il “Los Angeles Times” li descrisse con “espressioni serie sui volti, a suggerire che stessero discutendo dello stato attuale delle faccende cosmiche”. In realtà parlavano anche di altre cose che stavano accadendo in quei primi mesi del 1933, a cominciare dall’ascesa al potere in Germania di Adolf Hitler». 

SOMIGLIANZE CON LA GENESI
Fatto sta che questa volta Einstein ammette l’espansione dell’Universo, negata in precedenza, ma «preferisce non discutere dell’ipotesi dell’atomo primitivo, perché sospetta che a questo proposito il prete belga non sia scientificamente obiettivo». Einstein arriva  a dire all’amico: «Questa faccenda somiglia troppo alla Genesi, si vede bene che siete un prete».

EINSTEIN CONTRO L'ATOMO PRIMITIVO
L’avversione di Einstein verso l’“atomo primitivo”, sottolinea Agnoli, ha, in parte, un’origine filosofica. Einstein, in questa fase della sua vita, è un ammiratore del filosofo ebreo Baruch de Spinoza, che nel XVII secolo aveva negato il carattere trascendente di Dio come Creatore, identificando Dio e Natura (il Deus sive natura, di cui aveva già parlato Giordano Bruno). Per Spinoza l’Universo è la totalità della realtà esistente, una «sostanza unica, perfetta, infinita e necessariamente esistente»; è nel contempo «sostanza pensante» e «sostanza estesa», «sostanza corporea» infinita ed eterna. 

"NO" A IDEE TROPPO BIBLICHE
A Einstein sembra che un Universo che nasce, dando origine al tempo, da un piccolo atomo originario, da un puntino di materia, sia difficilmente compatibile con un Universo necessario, eterno nel tempo e infinito nello spazio, e appaia piuttosto come qualcosa di creato, di contingente e finito (ovvero simile alla concezione biblica, da Spinoza contraddetta). Concetto negato assolutamente da Spinoza, il quale sosteneva che «non si dà nulla di contingente», essendo Dio e Natura coincidenti. A questi incontri tra Einstein e Lemaître seguono poi vari scambi epistolari.

APPLAUSI PER LA CREAZIONE
Il terzo incontro, d’interesse scientifico, sottolinea Agnoli, è del 1933. Lemaître spiega la sua ipotesi in presenza di Einstein, presso l’Osservatorio del monte Wilson in California. Alla fine dell’esposizione, Einstein si alza, applaude con convinzione ed «esclama che si tratta della più soddisfacente spiegazione della creazione che abbia mai sentito». I successivi incontri tra i due grandi scienziati saranno legati alle vicissitudini storiche. Con l’ascesa del nazismo, Einstein rinuncia alla cittadinanza tedesca. Il prete belga, per aiutarlo, organizza a Bruxelles, «con il sostegno della fondazione Franqui, una serie di conferenze scientifiche animate dal padre della relatività». 

LA RELATIVITA' Di LEMAITRE
A sua volta Einstein ricambierà stima umana e scientifica, sostenendo la candidatura del sacerdote belga all’importante premio Franqui, conferito effettivamente a Lemaître nel 1934. Si deve notare, come ultima curiosità, un fatto: Lemaître è stato sin dal principio uno dei più accesi sostenitori della relatività di Einstein, in un momento in cui essa appariva oscura e incomprensibile per moltissimi. Tanto più che, sebbene Einstein non lo abbia compreso, proprio la relatività ha avuto un ruolo nelle intuizioni del belga. Ebbene, per ironia della sorte, mentre Einstein, come si è visto, respinge in un primo tempo le idee del collega, anche perché, per lui, troppo bibliche, contemporaneamente in Unione Sovietica sono le idee di Einstein a essere condannate per lo stesso motivo. 

COSI' L'URSS BACCHETTAVA EINSTEIN
Infatti in Unione Sovietica, «Stalin aveva fissato nel 1938, con lo scritto Il materialismo dialettico e il materialismo storico, le linee guida per la ricerca scientifica nel suo Paese. Ad Einstein in Urss veniva rimproverato il fatto che la sua teoria “generava un universo assurdo con un’origine ben definita, troppo simile al punto di vista religioso” che il pensiero sovietico era tanto smanioso di “estirpare dalla società”. 

"STRANIERO IN UNA SOCIETA' DECADENTE"
Non aiutava certo il fatto che uno dei principali diffusori delle teorie di Einstein fosse un sacerdote, il già menzionato Georges Lemaître, uno “straniero corrotto appartenente a una società borghese decadente e agonizzante”». Quando Lemaître proporrà, oltre all’espansione dell’Universo, il modello del Big Bang, la condanna sovietica nei suoi confronti, come si è visto, diventerà ancora più radicale. 

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