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Perché educare alla prudenza?

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© Soloviova Liudmyla-shutterstock

La Mamá Oca - pubblicato il 03/07/15

Otterrai una persona serena e seria, che giudica bene, che risolve bene e “ci indovina”

La prudenza è una virtù che a molti può suonare poco nota. Pur essendo una delle quattro virtù cardinali, non è familiare come la fortezza o la giustizia. Cosa significa essere prudenti? È solo avere cautela? È solo pensare prima di agire?

“La prudenza è la virtù dell'intelligenza quando deve decidere. In definitiva, è l'abitudine di decidere bene” [1]. Il termine può diventare più “amichevole” se lo definiamo come sensatezza, senso comune o criterio. “(La prudenza è) quella capacità di discernere in una situazione complicata e di arrivare a un giudizio sereno ed equilibrato (…). Una persona con criterio è una persona serena e seria, che giudica bene, che risolve bene, che 'ci azzecca'”.

Se analizziamo un po' di cosa tratta la prudenza, non c'è dubbio che sia una virtù di fondamentale importanza di cui tener conto al momento di educare i nostri figli. E nel caso in cui anche noi non l'abbiamo ancora ben sviluppata, è una buona opportunità perché coltivandola personalmente riusciamo a insegnare con l'esempio.

L'arte di decidere

Decidere è un'arte. Non tutti, purtroppo, hanno questo talento ben sviluppato. Ci sono governanti, genitori, professori ecc. che hanno il compito di prendere decisioni su questioni che coinvolgono il futuro di molte persone e non sono molto prudenti. “In quest'arte di decidere, come in tutte, c'è qualcosa di spontaneo. (…) Ma c'è anche qualcosa che si può imparare. (…) Ad esempio, cercare di essere sereni, di informarci meglio, di chiedere consiglio, non lasciarci dominare dal nervosismo”.

Decidere non è sempre facile. Non è ovviamente lo stesso scegliere qualche sugo chiederemo per gli spaghetti e prendere una decisione sulla casa da affittare o su chi sposare. Per questo, la prudenza è un'ottima alleata per evitare errori irreparabili.

Le quattro fasi della decisione

Educare alla prudenza include il fatto di insegnare le quattro fasi del processo decisionale. “Le quattro fasi classiche del processo decisionale hanno nomi simili ai quattro momenti di un processo giudiziario: istruire la causa, ovvero ottenere informazioni sul caso. Deliberare, ovvero pensare e valutare i dati. Decidere, che è come dare la sentenza. Eseguire, che è mettere in atto quanto deciso. Si guadagna prudenza quando si migliorano questi quattro passi”.

“Ciascuno di questi passi ha a sua volta dei punti importanti da considerare, come la classificazione delle informazioni rilevanti, il fatto di saper chiedere consiglio, saper prendere le decisioni in un momento determinato o non essere precipitosi”.

[1] Tutte le citazioni del testo sono tratte da Lorda, JL. Virtudes. Experiencias humanas y cristianas. Ediciones Rialp, S.A. Madrid, 2013.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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