Cauteruccio (Greenaccord): “La tutela del diritto all’acqua, come in Bolivia, o alla bellezza dell’ambiente, rappresenta una fase nuova dell’umanità”
“Il Creato è un dono meraviglioso di Dio perché sia utilizzato a beneficio di tutti” e per questo bisogna “riflettere sulla comune responsabilità di custodi della crezione e del disegno di Dio iscritto nella natura”: sono le parole di apprezzamento e incoraggiamento inviate da papa Francesco all'XI Forum dell’Informazione cattolica per la Salvaguardia del Creato “Coltivare e custodire le risorse naturali per nutrire l’Umanità” organizzato a L'Aquila nel giorni scorsi dall’associazione cattolica di giornalismo ambientale Greenaccord. Al centro della riflessione l'enciclica "Laudato si'" da poco pubblicata da papa Francesco e il suo invito a una "ecologia integrale" che riporti l'uomo ad una relazione armonica con la Creazione. Dobbiamo essere, ha detto ancora il pontefice nel suo messaggio per il Forum di Greeaccord, “pronti a ostacolare i segni di distruzione e di morte che accompagnano il cammino dell’Umanità”. Aleteia ne ha parlato con Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord e funzionario del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.
"Tutto è connesso", afferma più volte il papa nell'enciclica e anche voi nel Forum de L'Aquila avete ragionato sui fenomeni globali che causano, allo stesso tempo, danni agli ecosistemi e povertà diffusa: qual è la vostra analisi?
Canteruccio: Possiamo paragonare il sistema ecologico a un grande acquario: se gettiamo all'interno anche una particella minuscola – una mollica di pane per i pesci – l'effetto si ripercuote in tutto l'acquario, per quanto grande esso sia. E' solo un'immagine, ma aiuta a capire come tutto sia interconnesso, nel bene e nel male, come afferma papa Francesco. Pensiamo, ancora, a un fenomeno noto come la corrente del Golfo che ha effetti sul clima e determina la tipicità di alcuni luoghi. Allo stesso modo, guasti prodotti a livello locale si ripercuotono a livello globale. L'ecologia è proprio la scienza delle relazioni che consente la lettura di fenomeni complessi come quelli ambientali. Oggi la realtà che desta più preoccupazione è quella dei cambiamenti climatici: anche l'ipotesi "minore" di un innalzamento della temperatura di due gradi porterebbe a immensi disastri ambientali. E' necessario adottare al più presto politiche adatte a ridurre l'emissione di gas serra e, quindi, l'uso di combustibili fossibili, e allo stesso tempo agire sul contenimento e la prevenzione. Le nostre città non sono state progettate per affrontare situazioni metereologiche estreme che invece oggi si ripetono con frequenza: basta un'ora di pioggia a Roma per allagare le stazioni della metro. La pianificazione delle città, tra le altre cose, deve sempre di più essere pensata in questa prospettiva
Fenomeni di tipo globale richiedono una risposta globale e papa Francesco sottolinea la necessità di una governance mondiale: come immaginarla?
Canteruccio: Non si tratta di un'idea completamente nuova: l'aveva già prospettata Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in veritate e papa Francesco la riprende. Oggi la politica ragiona in termini brevi, fino alle prossime elezioni o, al massimo, guardando a un arco di dieci anni. Bisogna, invece, tornare a ragionale nella prospettiva di generazioni: guardare lontano a 50 o 100 anni. Una Authority internazionale, oltre alla capacità di dare risposte su larga scala a fenomeni complessi, avrebbe anche la forza di imporre agli stati degli standard internazionali sulle misure ambientali. Allo stesso modo si possono immaginare intese a livello continentale per operare di concerto in alcuni settori. Tuttavia immaginare una governance mondiale non deve tradursi nella classica "foglia di fico" per demandare la responsabilità che ciascuno di noi ha verso l'ambiente nelle scelte quotidiane di spesa o uso dell'auto responsabile. Senza rinunciare al benessere. L'equazione dovrebbe contemplare più benessere – inteso come qualità della vita in equilibrio con l'ambiente – con meno cose, minori beni materiali. D'altra parte come si potrebbe godere davvero del benessere materiale in un ambiente ostile?
E' possibile la configurazione giuridica di nuovi diritti, per esempio all'acqua o all'ambiente?
Canteruccio: Di certo sta nascendo una sensibilità in questo campo. La Bolivia, dove il papa si recherà tra qualche giorno, ha incluso nella propria Costituzione il diritto all'acqua e in Italia è stata avanzata una proposta di legge per inserire nella Costituzione il diritto a godere della bellezza, che si traduce in un dovere per le istituzioni di preservare la bellezza e la salubrità dell'ambiente. Ad ogni diritto, tuttavia, corrisponde un dovere: se la legge assicura il diritto a godere di un ambiente sano, impone anche al cittadino il dovere di preservarlo e di rispettare il diritto altrui a goderne. Ancora una volta, vengono chiamati in causa i piccoli gesti quotidiani, dalla raccolta differenziata dei rifiuti al rispetto delle aree verdi. Le forme di tutela giuridica che si vanno diffondendo sono il segno di un cambiamento di mentalità per cui si concepisce lo stare bene non solo come poter disporre di beni, ma come poter vivere in un ambiente bello e sano. Siamo entrati in una fase nuova dell'umanità e l'enciclica di papa Francesco ci offre per affrontarla un "manuale" completo di dottrina sociale della Chiesa che raccoglie tradizione, magistero e l'esperienza delle buone pratiche già maturate.