È quando ci ossessioniamo sui fini e ci concentriamo solo sui beni terreni, non facendo attenzione a ciò che facciamo per arrivarci, che sorge il problema.
Com’è possibile che come cultura insorgiamo contro le aziende alimentari che modificano geneticamente il nostro cibo ma allo stesso tempo ci vada bene l’idea di progettare geneticamente i bambini perché rispondano ai nostri criteri? Queste decisioni sono motivate dall’egoismo. Il nostro corpo, come tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6, 19), deve essere trattato con grande rispetto. Quando diciamo “tempio” tendiamo a pensare alle chiese, a luoghi di preghiera e adorazione, ma nel mondo antico, per chi ascoltava San Paolo, il tempio era un luogo di sacrificio. Si andava al tempio per offrire un sacrificio. Quando quindi Paolo parla del nostro corpo come di un tempio, è un promemoria del fatto che dobbiamo compiere un sacrificio. Sacrificio e amore procedono di pari passo. “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Luca 9, 23).
Solo Dio, non la tecnologia, può ristabilire la nostra anima, che è quella parte di noi che anela al significato e alla vita – alla fin fine a Dio.
Eugene Ganè professore associato del Veritas Center e docente di Media Interattivi, Comunicazioni e Belle Arti presso la Franciscan University di Steubenville (Stati Uniti). Il suo libro, Infinite Bandwidth: Encountering Christ in the Media, si basa sulla Scrittura e sui documenti magisteriali ed è un manuale e una guida pratica per comprendere e affrontare i media in modo sano e significativo nella vita quotidiana.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]