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Trasumanesimo: non è solo fantascienza

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Eugene Gan - pubblicato il 01/07/15
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La cultura popolare ama i progressi tecnologici, ma dobbiamo a noi stessi il fatto di pensare a cosa stiamo facendo
L’Uomo Bionico è stato solo l’inizio. Lo stiamo superando facilmente e saremo migliori, più forti e più veloci. È questo l’atteggiamento attuale nei media, ed è l’inno del transumanista, H+, e del movimento postumanista che sostengono l’idea per la quale la condizione umana può essere migliorata fondamentalmente attraverso l’uso della tecnologia.

Le paure del pubblico sono tangibili, visti i commenti su un rapporto recente dello Scientific American: “È giunto il momento di farci carico della nostra evoluzione visto che sta risultando impossibile che la natura stia al passo con l’andamento sempre più rapido della nostra tecnologia, che presto potrebbe produrre un’intelligenza artificiale ‘fattibile’. Se l’evoluzione procede allo stesso ritmo del nostro progresso tecnologico, potremmo trovarci presto alla mercè di macchine più intelligenti e che non si interessano all’etica”.

Il problema con queste ideologie ha più a che vedere con il loro rifiuto di ciò che è bene per noi che con la tecnologia in sé. Pensate che sia solo roba esoterica? Ripensateci. I temi transumanista, H+, e postumanista permeano i media e si presentano in varie forme. Potete non aver mai sentito parlare di questi termini, ma è molto probabile che siate già stati esposti a queste ideologie molte volte e che le abbiate assimilate inconsapevolmente nel vostro modo di pensare e nei vostri atteggiamenti. Riconoscerlo ed essere capaci di distinguere il bene dal male è di primaria importanza se dobbiamo formare noi stessi e i nostri cari, e vincere la confusione tanto prevalente nella nostra cultura.

Come esempio, prendete il film Ex Machina, che TIME definisce “il dramma high-IQ più seducente di quest’anno”. Un androide progettato con un’intelligenza artificiale riceve seducenti qualità femminili che usa per manipolare il giovane protagonista maschile. IGN, un popolare sito di intrattenimento che si descrive come “una compagnia di spicco di media e servizi on-line ossessionata dal gioco, dall’intrattenimento e da tutto ciò che piace alle persone”, pubblicizza così Ex Machina: “Quando gli Umani diventano Dei: se gli umani possono creare un’autentica intelligenza artificiale, smettiamo di essere umani? Ex Machina pone alcune domande importanti”. Ovviamente continuiamo ad essere umani, e le macchine a intelligenza artificiale che subentrano all’umanità sono in realtà una contraddizione in termini, ma i media popolari che consumiamo ci nutrono di molte paure. Rattrista il cuore che ci sia tanta confusione.

Stupisce qualcuno che i farmaci e le medicazioni siano diffusi e che cerchiamo la felicità in qualsiasi modo possibile? Se possiamo alterare le sostanze chimiche nel cervello, allora i transumanisti affermano che possiamo costruire il nostro stato di “beatitudine continua”. Il loro atteggiamento sembra essere quello per cui se riusciamo a sostituire le nostre membra con altre create da noi, allora sicuramente non abbiamo bisogno delle favole di un Dio messia che guarisce tipi insipidi che pregano il loro Dio per ricevere favori, guarigione e “felicità”.

Il progetto del genoma umano – uno sforzo globale per determinare la sequenza completa dei 3 miliardi di lettere che compongono il “progetto” umano – ha un budget che eccede di gran lunga la corsa alla Luna. Decifrare il codice umano significa ad esempio creare nuovi organi per i trapianti, e i transumanisti sperano alla fine di creare la vita con le nostre specifiche: prendere un virus, togliere le parti che non vogliamo, inserire quelle che vogliamo, permettere che il virus si attacchi alle nostre cellule e che faccia il suo lavoro usando il meccanismo delle nostre cellule per moltiplicare e trasmettere il nostro codice specifico in tutto il corpo e cambiarlo. Non è niente di nuovo e sicuramente non è fantascienza. Usiamo già questa procedura nella terapia di geni, e il Regno Unito ha approvato di recente embrioni geneticamente modificati con “3 genitori”. Se vi vengono in mente le immagini dell’apocalisse degli zombie, non vi biasimo. Le paure su ciò che possiamo fare con la tecnologia sono naturali, ma non è sano permettere che queste paure di ciò che la concupiscenza può fare ci possano sopraffare e paralizzare. La risposta risiede proprio nel prendere tempo e nello sforzarsi di usare il dono del nostro intelletto, i doni della scienza e della tecnologia in modo saggio, nel riflettere umilmente su ciò che dovremmo fare e sulla direzione in cui andiamo e nel radicare i nostri compiti nella dignità della persona umana e della comunità a cui è collegata.

Una buona domanda da porci è questa: come tutto questo ci porterebbe più vicini a Dio e al prossimo? Lottare contro la concupiscenza non è mai stata una battaglia facile e non lo sarà mai. Richiede formazione, dialogo e partecipazione. La prima Lettera di Pietro (3, 15) ci ricorda di essere pronti a dare una spiegazione a chiunque ci chieda la ragione della nostra speranza in Gesù: scegliamo di leggere, riflettere, pensare e pregare su questi argomenti in mezzo ai nostri programmi impegnati? Questi argomenti, del resto, sono fondamentali per i media che incontriamo oggi. Lungi dall’essere esoterici, emergono facilmente nelle conversazioni. Siamo pronti a sforzarci per eliminare la confusione? E siamo pronti a parlare e a testimoniare la nostra speranza in Gesù o ci allontaniamo impauriti da partecipazione e dialogo?

Abbiamo già trapiantato con successo la testa di una scimmia sul corpo di un’altra. Questo è stato interpretato dai transumanisti come la prova del fatto che possiamo trasferire personalità e coscienza. L’implicazione di questa impostazione è che l’anima è trasferibile, e che anima, consapevolezza e personalità sono proprietà quantificabili, non attributi unici donati da Dio. In base a questa logica equivoca, se siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, questo non riduce Dio a un mero costrutto umano? Ma come la scimmia che ha finito per sopravvivere 7 giorni prima che il corpo rigettasse la testa, siamo sulla via della perdita della nostra testa con questo tipo di pensiero. Il dottor Robert White, il neurochirurgo che ha eseguito la procedura di trapianto di testa, ha ammesso che possiamo solo presumere che la consapevolezza di una scimmia sia stata trasferita all’altra, anche se si è subito premurato di assicurare i suoi ascoltatori che era stata trasferita anche la personalità della scimmia.

Nel film Amazing Spider-Man, il dottor Connors sviluppa un siero che gli permette di far ricrescere un braccio che aveva perso. Funziona, ma purtroppo questo lo trasforma anche in una terrificante creatura lucertola che secondo la lucertola è superiore all’umanità: “Perché mai essere umani quando possiamo essere tanto di più? Più veloci. Più forti. Più intelligenti”. Lo stesso si constata nella storia delle origini di Capitan America, al quale viene iniettato un siero che trasforma il suo corpo facendolo passare da proporzioni delicate a quelle di un supersoldato. La differenza è che Capitan America mantiene il suo forte senso di eroismo, coraggio, sacrificio e integrità anche dopo il cambiamento. Il siero lo ha trasformato senza cancellare quello che è. In altre parole, il cambiamento è stato costruito sulla sua natura umana. Un modo simile di pensare può essere applicato alla tecnologia. In genere, quando la tecnologia costruire non distrugge la natura umana, e può essere positiva. Ad esempio, rimpiazzare un arto perso da un soldato in battaglia con uno artificiale, basato sulla tecnologia, può essere positivo. Questa idea può essere paragonata alla grazia di Dio. La grazia ci trasforma per essere più simili al nostro amato Dio, ma non distrugge la nostra natura umana. Lungi da questo, la grazia costruisce sulla natura umana. Tenete a mente che la Chiesa vede la tecnologia come una cosa meravigliosa. Siamo chiamati a vedere la tecnologia come un’estensione dell’uomo, non l’uomo come un’estensione della tecnologia. San Giovanni Paolo II ce lo ricorda nella sua lettera apostolica Il Rapido Sviluppo: “Non abbiate paura delle nuove tecnologie! Esse sono «tra le cose meravigliose» – «inter mirifica» – che Dio ci ha messo a disposizione per scoprire, usare, far conoscere la verità, anche la verità sulla nostra dignità e sul nostro destino di figli suoi, eredi del suo Regno eterno”.

È quando ci ossessioniamo sui fini e ci concentriamo solo sui beni terreni, non facendo attenzione a ciò che facciamo per arrivarci, che sorge il problema.

Com’è possibile che come cultura insorgiamo contro le aziende alimentari che modificano geneticamente il nostro cibo ma allo stesso tempo ci vada bene l’idea di progettare geneticamente i bambini perché rispondano ai nostri criteri? Queste decisioni sono motivate dall’egoismo. Il nostro corpo, come tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6, 19), deve essere trattato con grande rispetto. Quando diciamo “tempio” tendiamo a pensare alle chiese, a luoghi di preghiera e adorazione, ma nel mondo antico, per chi ascoltava San Paolo, il tempio era un luogo di sacrificio. Si andava al tempio per offrire un sacrificio. Quando quindi Paolo parla del nostro corpo come di un tempio, è un promemoria del fatto che dobbiamo compiere un sacrificio. Sacrificio e amore procedono di pari passo. “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Luca 9, 23).

Solo Dio, non la tecnologia, può ristabilire la nostra anima, che è quella parte di noi che anela al significato e alla vita – alla fin fine a Dio.

Eugene Gan è professore associato del Veritas Center e docente di Media Interattivi, Comunicazioni e Belle Arti presso la Franciscan University di Steubenville (Stati Uniti). Il suo libro, Infinite Bandwidth: Encountering Christ in the Media, si basa sulla Scrittura e sui documenti magisteriali ed è un manuale e una guida pratica per comprendere e affrontare i media in modo sano e significativo nella vita quotidiana.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]