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Tra riciclo alimentare e parrocchie “incubatrici”, così avanza la solidarietà 2.0

San Giovanni in Laterano

© Public Domain

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 25/06/15

A Roma la sei giorni dedicata al "no profit" «per tornare ad una cooperazione autentica, riconoscendo i propri errori»

Una piazza che ricerca soluzioni concreti e che vuole essere fortemente innovativa. E' quella che in questi giorni sta alimentando la festa della Solidarietà, in programma a piazza San Giovanni a Roma fino al 29 giugno (In Terris, 23 giugno).

RITROVARE IL "BUONO"
«Ritrovarsi». E’ questa la parola che più di tutte racchiude il senso e le motivazioni dell'evento. «Ritrovarsi come comunità di Roma, senza vessilli ideologici preconfezionati», dice Giorgio Benigni, presidente dell’associazione culturale Lumen gentium onlus che, insieme alla diocesi di Roma e con la partecipazione di tante realtà e associazioni, organizza l’iniziativa. E «scoprire ciò che la gente fa, ad esempio il birrificio dei detenuti o i servizi delle Acli nel loro lavoro continuo di interazione con le istituzioni. Portare alla luce ciò che di buono e di creativo c’è» (Redattore Sociale, 20 giugno).

SOLIDARIETA' E CREATIVITA'
Ritrovarsi vuol dire anche «rinascita intellettuale e morale, in risposta all’appello del Papa – spiega Benigni – Non solo buon cuore, c’è bisogno di inventiva, di competenze, di inventarsi forme nuove. Per fare il bene bisogna saperlo fare». La parola «creatività» è dunque il filo conduttore della "sei giorni" iniziata il 24 giugno.

IL RECUPERO DEL PANE
Tra i progetti di "solidarietà-innovativa", il presidente di Lumen gentium onlus cita ad Aleteia progetti di riciclo alimentare, come quello attivato dall'Acli Roma con il progetto "Pane a chi serve". I volontari recuperano dai panifici convenzionati pane e prodotti da forno “del giorno prima”, non più destinabili alla vendita, mettendoli a disposizione delle associazioni che sostengono le povertà e crea una rete di sostegno del territorio potenziandone le risorse.

IL PRESTITO PER IL PASTIFICIO
O ancora, Benigni fa l'esempio del pastificio avviato da un gruppo di ragazzi di Gragnano, in provincia di Napoli. Grazie al progetto Policoro, all'aiuto della diocesi di Sorrento-Castellammare e al sostegno concreto della parrocchia con il progetto “Gesti di fiducia solidale” (prestito ai giovani imprenditori, da parte della parrocchia stessa e delle famiglie vicine ad essa, di circa 100mila euro ndr) sono riusciti a racimolare i 330mila euro necessari ad avviare la loro attività.

PARROCCHIA-INCUBATORE
«L'idea di prestare i soldi a questi ragazzi da parte della parrocchia – puntualizza l'organizzatore della Festa della Solidarietà di Roma – è sicuramente singolare ed efficace. La parrocchia si sostituisce alle banche, avvolte ancora nella crisi, che non avrebbero mai potuto offrire liquidità a quei giovani. E in questo modo diventa una sorta di "incubatore sociale di imprese". Il rapporto è basato sulla fiducia, il prestito di una parte della somma per avviare l'attività è rivolto a giovani che sono cresciuti in parrocchia».

GLI ERRORI DEL "NO PROFIT"
Nella piazza romana, «che cerca soluzioni concrete», non è tutto oro quello che luccica. «Il no profit è un mondo fatto anche di ombre – osserva Benigni – è un mondo che ha commesso anche degli errori e deve ripensarsi. E riconsiderare il proprio ruolo nell'economia e nella società. Il senso di questa festa è cominciare un percorso con tutta l'umiltà possibile per ritornare ad una solidarietà e una cooperazione autentica. C'è una radice buona e positiva e il senso della festa è di far sì che essa emerga».  

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